Politica
Qui Nordest: il tosaerba e la moschea. di Davide Nordio
Orario di lavoro adattato per il Ramadam degli islamici e per le esigenze delle lavoratrici, rigorosa attenzione allambiente: è la Castelgarden
di Redazione
Un locale adattato a moschea per i dipendenti islamici? Un orario estensibile per far rispettare il Ramadan? Turni di lavoro che si conciliano con la vita familiare e per questo molto apprezzati dalle mamme? A tutto questo, un?unica risposta: «Sono scelte di tipo pragmatico».
Rispondono così alla Castelgarden, grande industria del Castelfranco (Tv) specializzata in trattorini e rasaerba, 800 dipendenti e 540 miliardi di fatturato. Ma com?è che nel cuore del Nordest, spesso additato come la patria di chi pensa solo a lavorare a testa bassa e di avere qualche problema di rapporto con gli extracomunitari, ha preso vita – e non da ieri – una realtà industriale che sembra fare tutto per accontentare i propri dipendenti, specialmente quelli immigrati? «È stata una scelta dettata dalle circostanze», spiega l?ingegner Paolo Cavasin, direttore di fabbrica, «fin dagli anni ?90 abbiamo avuto molti lavoratori stranieri, e di questi la maggior parte di religione islamica. Oggi sono 300, per un totale di circa 23 etnie diverse. I gruppi più consistenti sono di cittadini marocchini, senegalesi e ghanesi».
E infatti fa un certo effetto vedere, mescolati tra i cartellini da timbrare, venetissimi cognomi come Bresolin, Roncato, Ferronato insieme a esotici Amofah, Wadig, Kwakwah, senza contare quelli dell?Europa dell?Est. «I lavoratori islamici hanno esigenze diverse per quanto riguarda la preghiera: abbiamo visto che con un piccolo sforzo la cosa si poteva conciliare con il lavoro». Sempre senza problemi si aggiusta l?orario per il mese di Ramadam, rispettando il tramonto, e senza problemi è stato predisposto un menù aziendale secondo i dettami islamici. Che però senza problemi si arrivi anche ad una moschea, beh, la cosa non è proprio da tutti i giorni. «In effetti», continua l?ingegnere, «in Italia ci siamo soltanto noi e una azienda di Biella». Cavasin non ricorda di nessun caso di intolleranza o altro: «Tutte vicende riconducibili alle normali questioni di lavoro. Se vogliamo qualche difficoltà per la lingua, ma per il resto?»
Altra accusa che si rivolge al Nordest, ma in generale a tutte le città industriali, è quello di non aiutare l?inserimento sociale dei lavoratori immigrati. Suonata la sirena ognuno si arrangi. Anche alla Castelgarden? «Abbiamo fatto un corso di formazione che ha avuto molto successo in termine di partecipanti, nonostante si sia svolto in orario di lavoro straordinario, e quindi si rinunciasse ad una retribuzione più elevata. Tuttavia quando un lavoratore ha uno stipendio regolare, un posto di lavoro sicuro, beh, posso garantire che le difficoltà si superano in fretta: si trova casa, si riesce a ricongiungersi alla famiglia, o comunque si riesce a vivere dignitosamente, mandando a casa cifre che davvero cambiano la vita». Grazie alla stagionalità della produzione, chi deve rientrare nel proprio Paese può contare su un periodo molto lungo di soggiorno: «Di fatto dal 20 luglio al 3 settembre: così si ottimizza il costo del viaggio, a volte proibitivo».
Ma tra le caratteristiche che fanno particolare la Castelgarden c?è anche il trattamento di riguardo verso le lavoratrici: «Fino a tre anni fa non assumevamo donne: il lavoro era davvero duro. Poi con il nuovo reparto di finitura, abbiamo aperto anche a loro, rendendo i turni conciliabili con la casa, con il ?6 + 6?». Vale a dire orario dalle 6 alle 12 e dalle 12 alle 18: così si è a casa in tempo utile per il pranzo o per la cena.
Ecco la moschea: una piccola stanza che però pretende rispetto. Alla parete versetti del Corano. Concesso il permesso per qualche foto, facciamo per uscire. «Un attimo», ci blocca la nostra guida , «ha visto il lavabo per le abluzioni?» Come a dire: questa è una moschea in piena regola, piccola ma con tutte le cose al suo posto.
All?uscita è d?obbligo una domanda a Cavasin: ma queste scelte «di tipo pragmatico», c?entrano anche con l?impegno per lo sviluppo eco-compatibile che Castelgarden promuove nel Club di Kyoto? «Siamo sempre stati sensibili a questi temi, producendo solo motori elettrici o a quattro tempi a bassa emissione di gas. D?altronde, mi passi la battuta, potrebbe essere diversamente per una industria che vive della cura del verde?»
Appunto, una scelta di tipo pragmatico. Che si traduce in conformità alle norme dell?Environmental Protection Agency per i motori, depurazione delle acque di scarico, raccolta differenziata interna, controlli su emissioni gassose e elettromagnetismo. Viva il pragmatismo, allora.
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