«Guardi, dal nostro punto di vista le risorse investite per il Reddito minimo d?inserimento hanno rappresentato l?ennesimo intervento di una logica assistenziale: hanno creato attesa nei giovani e un diffuso appiattimento sociale verso quella piccola fonte di reddito». Per il sindaco forzista di Reggio Calabria, Giuseppe Scopelliti, il Reddito minimo d?inserimento non ha stimolato politiche attive del lavoro e ha messo in luce diverse contraddizioni. «Ad esempio, il fatto che alcuni beneficiari andassero in giro in Bmw, pur avendo uno stato patrimoniale da nullatenenti», chiarisce.« Insomma, era difficile far sì che andasse di sicuro a chi ne aveva davvero bisogno».
Perciò, esaurita l?esperienza, a Reggio Calabria si sono percorse strade alternative: «Vogliamo rimettere in moto la speranza e la progettualità nei giovani», dice Scopelliti. «Far sì che evitino di fuggire in altre regioni per trovare opportunità o che si rifugino nel lavoro sommerso o, peggio, che entrino nei circuiti della criminalità organizzata e della mafia».
Con una serie di interventi, il Comune di Reggio Calabria punta all?inserimento di oltre mille persone in attività di lavoro stabili.
Lo strumento principe è Workmed Reggio Calabria, un progetto pilota per il lavoro che vede protagonisti l?amministrazione comunale, i giovani, l?imprenditorialità reggina. Finanziato con risorse del Fondo nazionale per l?occupazione, è un?iniziativa sviluppata in sinergia con il ministero del Welfare e Italia Lavoro e prevede l?inserimento di 500 giovani in aziende private per un tirocinio finanziato dal Comune, alla cui conclusione deve seguire l?assunzione da parte dell?azienda.
«Si tratta di ragazzi selezionati direttamente dalle aziende interessate», spiega il sindaco, «che avranno tutto l?interesse, alla fine del tirocinio, a riconfermarli nel posto di lavoro. Oltre a questo, finanziamo 50 giovani imprenditori con i fondi relativi al Piano di sviluppo urbano. E abbiamo reso operativa un?agenzia sociale, una specie di agenzia interinale del pubblico, per fornire badanti (individuate tra persone disoccupate di lunga durata) a famiglie che assistono in casa propria gli anziani. Per questa assistenza domiciliare il Comune garantisce il pagamento di quattro ore giornaliere: in questo modo, possiamo rispondere a due necessità, quella dell?inserimento lavorativo di una persona e quella del sostegno alla cura parentale degli anziani. Speriamo che l?agenzia in futuro possa funzionare anche per altri settori lavorativi».
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