Il tempo libero dei ragazzi
Qui Napoli, il doposcuola dove si coltivano sogni
«Noi non ci occupiamo tanto dei bisogni dei ragazzi, quanto dei loro sogni, che sono la più grande forza motrice. Spesso quanto più gli obiettivi sono irrealistici e lontani, tanto più ispirano i ragazzi»: Cesare Moreno, storico maestro di strada a Napoli, spiega così il cuore del nuovo progetto in corso al centro Ciro Colonna. È uno dei 28 progetti finanziati da Con i Bambini con il bando “Spazi aggregativi di prossimità 2022”
«L’idea che i giovani debbano aggregarsi non mi entusiasma. Preferisco parlare di iniziativa giovanile, ossia di luoghi dove i ragazzi possono esprimersi con creatività». A parlare così è Cesare Moreno, presidente dell’associazione Maestri di Strada. Tutti lo conoscono come “il maestro con i sandali”, calzati tanti anni fa in segno di protesta contro le mancanze delle istituzioni nel garantire attività educative di base per i ragazzi. Cesare Moreno, maestro dal 1983, ha dedicato tutta la sua vita ai ragazzi, soprattutto a quelli più in difficoltà, convinto che «lì dove sono liberi di creare, i ragazzi crescono, divertendosi e imparando. L’associazione Maestri di strada non cerca di interpretare i bisogni dei giovani: le nostre attività hanno piuttosto l’obiettivo di far crescere i ragazzi rendendoli autonomi. Puntiamo al “giovane sovrano” che è padrone del mondo. In questa ottica ci occupiamo non tanto dei loro bisogni quanto dei loro sogni, che sono la più grande forza motrice. I desideri toccano corde profonde dell’animo umano. Sono spesso obiettivi irrealistici che più sono lontani tanto più ispirano i ragazzi».
Cura, bellezza e sogno sono le tre parole guida di Maestri di strada, che a Napoli sostiene i giovani nella costruzione di un progetto di vita secondo le proprie risorse. Cura, per stabilire legami umani solidali; bellezza, che motiva ad apprendere e sogno, per immaginare il futuro e prendersene la responsabilità.
Noi non ci occupiamo tanto dei bisogni dei ragazzi, quanto dei loro sogni, che sono la più grande forza motrice. Spesso quanto più gli obiettivi sono irrealistici e lontani, tanto più ispirano i ragazzi
Cesare Moreno
Il progetto Tempo pieno territoriale
“Tempo pieno territoriale” è uno dei progetti selezionati dal bando “Spazi Aggregativi di prossimità 2022” promosso dall’impresa sociale Con i Bambini. Il progetto, di cui l’associazione Maestri di strada è capofila, ha l’obiettivo di contribuire alla trasformazione delle pratiche educative nel territorio di Napoli, rendendo i ragazzi attori principali di questa trasformazione.
Coinvolge circa 250 giovani di età compresa tra i 10 e i 13 anni e altri 350 ragazzi tra i 14 e i 17 anni. I Maestri di strada entrano nelle 18 scuole del territorio in cui l’associazione opera e, con la collaborazione dei docenti e degli psicologi, co-progettano gli interventi educativi che si svolgono nelle ore scolastiche. L’obiettivo è quello di riuscire a scoprire con i ragazzi il loro personale progetto educativo.
L’aggancio avviene a scuola ma i ragazzi poi decidono liberamente di partecipare alle attività pomeridiane che l’associazione realizza nel centro Ciro Colonna, un edificio ex scolastico proprietà del comune di Napoli dato in locazione all’associazione. Al suo interno operano undici enti del Terzo settore, riuniti in associazione temporanea di scopo che svolgono attività educative e sociali a beneficio della comunità della sesta municipalità di Napoli che comprende Ponticelli, Barra e San Giovanni a Teduccio. Un’area periferica urbana caratterizzata da alta presenza di popolazione giovanile, abbandono e dispersione scolastica, disoccupazione, emarginazione sociale ed economica. Nel centro Ciro Colonna sono attivi laboratori di musica, teatro, falegnameria, cucina, ciclofficina ma, anche, l’orto urbano, il sostegno psicologico per ragazzi e genitori e spazi per le attività sportive e a corpo libero.
«Cerchiamo di rinnovare la motivazione a vivere, a crescere e a studiare in questi ragazzi», spiega Moreno: «Troppo spesso parliamo di difficoltà di apprendimento degli studenti e troppo poco di mancanza di motivazione all’apprendimento. Lo studio non interessa questi ragazzi perché ha perso completamente la forza attrattiva dei sogni. Studiare vuol dire elaborare delle idee, riflettere su se stessi e avere una prospettiva per il futuro. Si può recuperare il desiderio di studiare se si recupera quello di vivere che è strettamente legato allo stare insieme ad altri ragazzi. I sogni non si fanno a occhi chiusi ma guardando bene avanti e, soprattutto, si sogna insieme».
Perché il legame così stretto con la scuola? «Crediamo fortemente che un centro di iniziativa giovanile debba essere un luogo che collabora con la scuola. Ci chiamiamo “Tempo pieno territoriale” proprio perché crediamo di dover essere il prolungamento della scuola. Offriamo ai ragazzi, soprattutto a quelli che vivono situazioni di difficoltà, il tempo pieno che le scuole pubbliche non fanno. Ma il nostro non vuole essere un aumentare le ore che i ragazzi trascorrono a scuola ma un aumentare il tempo in cui i ragazzi sono presenti a se stessi», spiega Moreno.
Il Tempo pieno territoriale cerca dunque di contrastare la dispersione e l’abbandono scolastico promuovendo il benessere, la crescita e la partecipazione attiva dei ragazzi. La volontà è quella di fare del centro Ciro Colonna un luogo di incontro dove i giovani possono sia esprimere le loro aspirazioni e i loro bisogni, sia incontrarsi per co-costruire le proprie iniziative e progettualità. Si promuove la partecipazione attiva dei giovani come attori principali della trasformazione educativa territoriale.
Parliamo troppo di difficoltà di apprendimento degli studenti e troppo poco di mancanza di motivazione all’apprendimento. Lo studio non interessa i ragazzi perché ha perso completamente la forza attrattiva dei sogni. I sogni non si fanno a occhi chiusi ma guardando bene avanti e, soprattutto, insieme
Cesare Moreno
I laboratori generativi del centro Ciro Colonna
«Gli spazi pomeridiani attivati nel centro Ciro Colonna», spiega Irvin Luca Vairetti, coordinatore del polo musicale di Maestri di strada, «li chiamiamo laboratori generativi perché hanno l’obiettivo di lavorare sulle competenze trasversali, come quelle relazionali, cooperative ed emotive-affettive, per poi creare le condizioni per acquisire le competenze linguistiche, per esempio utilizzando la musica rap e il teatro o espressive, magari attraverso la grafica o l’arte. Ci accorgiamo che molti ragazzi non hanno consapevolezza di poter utilizzare nello stesso momento diversi linguaggi espressivi. I laboratori diventano luogo di formazione, anche, per gli educatori che hanno l’occasione di scambiarsi esperienze metodologiche. Un altro aspetto importante dei nostri laboratori generativi è l’incontro con il territorio. Concludiamo l’anno sempre con uno spettacolo pubblico che spesso rappresentiamo in luoghi nevralgici della città di Napoli in modo da portare la periferia nel centro e viceversa».
Questi momenti di condivisione sono anche l’occasione per raccontare quali sono stati i processi che hanno condotto al risultato finale. «Noi lo chiamiamo portfolio», conclude Moreno, «è lo strumento di connessione tra l’ambiente esterno alle mura scolastiche e quello interno. È anche un’occasione fondamentale di presa di coscienza dal lavoro fatto da parte dei ragazzi. La scommessa non è, infatti, solo quella di “fare” delle attività ma è soprattutto quella di renderli consapevoli di come sono arrivati al risultato finale. Solo così crescono e comprendono che hanno delle loro capacità personali che possono usare per scegliere cosa fare nella vita».
VITA Inchieste, Il tempo libero dei ragazzi, puntata 6 – continua
Nella foto di apertura un laboratorio all’interno del Centro Ciro Colonna. Foto di Maestri di strada onlus
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