I colori della primavera nell’anconetano quest’anno, anziché il verde brillante ed i vivaci colori delle fioriture, sono marrone, ruggine e arancione. La Provincia di Ancona ha infatti iniziato ad applicare interventi estensivi e sistematici di diserbo lungo le strade. La pratica del diserbo, erroneamente considerata come alternativa allo sfalcio, viene ora proposta dall’amministrazione provinciale di Ancona, sostenuta dalle industrie chimiche che producono il diserbante più aggressivo e meno selettivo oggi sul mercato (il glyphosate), per il “decoro” delle strade pubbliche e con la scusa di combattere le allergie da polline. Ben sapendo che, una volta effettuato il primo trattamento, si dovrà continuare anche negli anni successivi per evitare la proliferazione delle erbe più aggressive, libere di espandersi, in seguito alla scomparsa della vegetazione che presidiava il terreno. Tra le precauzioni d’uso del diserbante utilizzato è tassativamente vietato irrorare i bordi dei corsi d’acqua e delle zone umide a causa della sua accertata tossicità, anche a basse concentrazioni, sugli organismi acquatici. Eppure, le pompe di veleno della Provincia non si sono fermate di fronte a canali e collettori posti ai lati delle strade, e neppure all’interno dei centri abitati. C’è il rischio concreto che, soprattutto lungo le strade di periferia e in quelle meno trafficate, qualcuno raccolga piante spontanee per uso alimentare (vedi gli asparagi selvatici) senza rendersi conto della contaminazione chimica. Altre nefaste conseguenze saranno la drastica riduzione della biodiversità vegetale ed animale e la capacità di autoregolazione dei numerosi habitat seminaturali che garantiscono l’aspetto e la funzionalità delle scarpate stradali. È nato un Coordinamento per la tutela del paesaggio delle Marche con l’obiettivo di programmare entro breve tempo una manifestazione.
Fabio Taffetani,
botanico dell’Università Politecnica delle Marche
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