Famiglia

Qui i disoccupati hanno tanto da fare

Dai barrio più diseredati prendono vita movimenti di chi non ha lavoro. Che chiedono l’intervento del governo, ma che non si fermano a questo.

di Redazione

Disoccupati, dialoguistas e indipendenti L?aumento esponenziale della disoccupazione ha infoltito rapidamente le schiere delle organizzazioni dei senza lavoro attive sin dalla metà degli anni 90. I sindacati e i partiti politici hanno quindi dovuto fare i conti con movimenti di piazza portatori di istanze locali ma già inseriti in un veloce processo di espansione e collaborazione. Due grandi organizzazioni si sono poste come obiettivo la coordinazione del movimento, con grado variabile di successo, l?Ftv -Federacion terra y vivienda, legata ai sindacati e il Ccc-Corriente clasista y combativa legata alla sinistra. Queste due organizzazioni, definite dialoguistas, colloquiano direttamente con il governo e recentemente hanno presentano candidati alle elezioni. Le organizzazioni ?indipendenti? (solitamente chiamate Mtd, Movimentos de trabajatores desocupados), rifiutano il compromesso col governo, e alle ultime elezioni provinciali si sono unite al grido «se vayan todos» rivendicando la loro natura di organizzazioni popolari. Nonostante ricevano poca copertura da parte della stampa, sono numerosissime e godono del favore di settori della società, come le cooperative. Alle manifestazioni di alcune di queste organizzazioni è costante la presenza delle Madres de Plaza de mayo. Piqueteros per ottenere fondi e sussidi Fare i piquete, bloccare e occupare per giorni le arterie stradali, è divenuto il principale strumento di dimostrazione. I 2.334 blocchi stradali compiuti in Argentina nel solo 2002 hanno guadagnato ai disoccupati il nome di piqueteros. La maggior parte di questi blocchi sono stati organizzati dalle grandi organizzazioni nazionali per ottenere dal governo fondi per attività solidali o sussidi di disoccupazione. Cercare di muoversi nella smisurata periferia della capitale può riservare quindi deviazioni su una delle tante carrettiere fangose identificate unicamente da un numero e che immancabilmente conduce a una vasta baraccopoli. Una porzione sempre più consistente dei 12 milioni di abitanti della periferia bonaeriense vive in abitazioni abusive e fatiscenti. Molti dei movimenti partono proprio da queste misere distese di legno e lamiera, da cui prendono il nome: Mtd Matadero, Mtd La Matanza Florencio Varela y La Plata, Berisso y Ensenad. In altri casi portano il nome di una vittima della repressione: il Ctd Annibal Veron e l?Mtd Teresa Rodriguez sono i più conosciuti. Movimento trabajatores disocupados di Solano L?Mtd Solano è uno dei gruppi storici del movimento piquetero e organizza le popolazioni di Francisco Solano. Questa municipalità, che conta circa 150mila abitanti, è collocata nell?estrema periferia sud di Buenos Aires, a circa 60 km dal centro. Dagli anni 90 la situazione economica di questa parte della provincia è particolarmente disastrosa. Le fabbriche che offrivano lavoro hanno chiuso. E una vera e propria agricoltura, nonostante la terra sia buona, non ha mai prosperato. Per questo motivo nei tanti periodi di crisi la gente che vi abita si è trovata ad affrontare la fame. L?Mtd riunisce qualche centinaia di volontari locali che sono impegnati in attività di piquete, agricole, di produzione artigianale e di educazione popolare. La storia personale degli attivisti è varia. Andre, uno dei fondatori, viene da Teologia e liberazione, fu un assistente vicario (una specie di prete rurale con ?funzioni limitate?), altri vengono da movimenti politici o dai sindacati. La maggior parte non ha però un passato politico o socialmente impegnato, sono trabajatores (lavoratori) disoccupati che hanno a cuore le sorti del barrio (paese) e che soprattutto vogliono uscire dalla fame ormai endemica. Tornare alla terra come contadini di città Neka Jara e il fratello Jorge, originari delle campagne del Nord argentino, sono stati i promotori più attivi dell?Mtd Solano. «Molte delle nostre energie vanno nella creazione di una granja (fattoria) comunitaria. Abbiamo 120 ettari di terreno la metà dei quali coltivati a orto. Alleviamo galline e maiali e abbiamo allestito un forno a legna e una panetteria», spiega Neka con visibile orgoglio. È un risultato strepitoso se lo si colloca in un contesto di estrema povertà. La maggior parte dei barrio della provincia di Solano non hanno forno e in verità nemmeno farina. Da un anno a questa parte persino le galline sono diventate un lusso; la svalutazione ha ridotto il valore d?acquisto del martoriato peso ma i prezzi non hanno smesso di salire. La granja, che in realtà è un capannone industriale con terreni adiacenti, è un regalo delle Madres de Plaza de mayo, un?associazione delle madri dei 20mila attivisti, sindacalisti e intellettuali che furono uccisi nella repressione attuata dai governi militari degli anni 70. Questa associazione è diventata il simbolo e la voce più forte della coscienza civica argentina. Lungo una storia fatta di vittorie, ma anche di scissioni, le Madres si sono imbarcate in numerosi progetti solo apparentemente distanti dal loro obiettivo: una università popolare, una casa editrice e vari centri di educazione popolare. Con il supporto di vari Mtd stanno ora impegnandosi in azioni dirette volte a combattere la povertà e la fame. Tutti a scuola di nuovi mestieri. Artigiani, carpentieri e muratori A Solano ci sono pochi contadini, e quelli che sono disponibili a insegnare agli altri come coltivare sono spesso anziani. L?Mtd li usa come veri e propri esperti formatori. Anche se alcune organizzazioni non governative stanno lentamente iniziando a sostenere progetti agronomici, le tecniche di coltivazione usate nella granja sono in gran parte tradizionali. Così, l?estrazione dei semi dai pomodori avviene in accordo alle fasi della luna, e una piccola parte del terreno è destinato alla coltivazione di pesticidi organici. La mancanza di trattori ha costretto poi i nuovi coltivatori a reimparare l?uso della zappa e della vanga. Procurarsi la hierramenta (gli attrezzi) è ora piuttosto difficile e una vanga è considerata un investimento. Per questo motivo l?Mtd ha iniziato dei workshop di marocchineria in cui si producono accessori in pelle che possono essere rivenduti ai danarosi turisti stranieri che passeggiano per le vie del centro. Le due economie, quella cittadina e quella di San Martin, sono così astronomicamente differenti che con il ricavato della vendita, in centro, di pochi portamonete si può acquistare una pala (usata) in un mercato di periferia. L?Mtd ha iniziato anche corsi di carpenteria e muratura, frequentati da giovani disoccupati di Solano che hanno l?obiettivo di costruire case, capanni per l?agricoltura e golpones, capanni, solitamente di legno, in cui ci si incontra e dove vengono distribuiti gratis una minestra, del pane e un bicchiere di latte per i bambini. E che ora hanno assunto anche i precari ruoli di farmacia e biblioteca. L?esperimento sociale di democrazia di base Come altri movimenti di base , l?Mtd di Solano si presenta come un esperimento non solo produttivo ma anche sociale. Nei comunicati del movimento si fa costante riferimento a inderogabili principi, all?autonomia e all?orizzontalità. L?autonomia significa completa indipendenza economica, in particolare dagli (scarsi) aiuti di governo e ong. «L?obiettivo è di giungere a sostenerci con il nostro lavoro nel campo e nei taller (officine artigianali)», proclama Andrea. Effettivamente la granja ha raggiunto buoni livelli di produttività e offre lavoro a 35 persone. Ma per ora il movimento continua a sostenersi anche attraverso i blocchi stradali: la liberazione di una strada («la taglia», dicono i detrattori del movimento) viene pagata in danaro oppure in materiali, attrezzi e macchine. I blocchi stradali sono intrapresi quando tutti i barrio convengono sulla loro necessità e questo è in controtendenza nel Paese. «In agosto siamo usciti dalla Annibale Veron (un?organizzazione che raggruppa tutte le Mtd della periferia sud e che negozia con il governo, ndr) perché nei blocchi e nelle contrattazioni hanno preso il ritmo del governo, sono diventati strumentali a questo», spiega Neka. All?Mtd Solano le decisioni vengono invece votate a maggioranza assoluta e dopo lunghe ore di discussione. «È un processo lentissimo, ma vogliamo andare al passo del più lento del nostro gruppo»: è una scelta politica. Tra le organizzazioni di piqueteros quella di Solano si è quindi guadagnata la fama di un gruppo che mette la pratica democratica e la consultazione prima di tutto, anche prima dei blocchi stradali. Nel mutevole scenario di organizzazioni che spesso si legano al gioco del favoritismo locale o della grande politica nazionale è una voce insistente che ripete sempre la stessa cosa: vivere con dignità è un diritto che si guadagna giorno per giorno lavorando il proprio campo, investendo risorse in ciò che è più vicino e necessario. È un concetto semplice di cui molte giovani organizzazioni della periferia si stanno appropriando. Un tipo di appropriazione, questo, che non toglie niente a nessuno.


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