Famiglia

Qui Civitas. Otto donne a sorpresa… Questo G8 alla rovescia

Il 30 aprile a Padova la kermesse del non profit si apre all'insegna dell'Africa. Con una presenza molto speciale. Tutta al femminile. Ecco chi sono. E cosa diranno.

di Emanuela Citterio

Otto donne. Africane. Di otto Paesi con un reddito procapite tra i più bassi del pianeta. Un?assemblea diametralmente opposta rispetto a quella che vede periodicamente riunirsi otto uomini, bianchi, in rappresentanza dei Paesi più ricchi. Succederà il 30 aprile a Civitas, la mostra-convegno del non profit che apre i battenti per il nono anno consecutivo a Padova (29 aprile – 2 maggio). Al tavolo di L?Altrafrica otto relatrici africane partiranno ciascuna dalla propria esperienza per fornire una prospettiva diversa sulle grandi questioni del nostro tempo, dalla globalizzazione alla gestione dei conflitti, all?informazione. Tanta energia Dei meccanismi dell?informazione parlerà Maria de Lourdes Jesus, giornalista capoverdiana conduttrice di Permesso di soggiorno, una trasmissione del mattino su RadioRai Uno che si occupa di argomenti di interesse sociale. L?Altrafrica possibile emerge dall?informazione che dà conto non solo delle disgrazie, ma anche dell?energia e della volontà di resistere di un continente giovane. Di pace si parlerà molto durante il G8 delle donne. A raccontare i cantieri di pace aperti dalla società civile sarà in particolare Beryl Carby Mutambirwa, dello Zimbabwe, membro dell?Università internazionale delle istituzioni dei popoli per la pace (Unip). La Mutambirwa è stata moderatrice di numerose conferenze internazionali, dal World summit on the information society alle conferenze delle Nazioni Unite sullo sviluppo sociale. L?Altrafrica di Civitas non sarà un convegno di sole parole. Le relatrici comunicheranno anche con la danza, il canto, la poesia e il silenzio. Cantante e poetessa, Maria Louise Niwemukobwa, nata in Ruanda, nel 67 è emigrata in Italia per studiare. È ritornata nel suo Paese all?indomani del genocidio e da qui ha inciso il suo primo cd, un inno alla pace e alla convivenza fra i popoli. A Civitas dirà con la musica e con la poesia ciò che le parole non riescono a esprimere. In modo analogo Elisa Kidané, eritrea, missionaria comboniana in Italia, segue l?evolversi del suo continente e canta nei suoi versi lineari e appassionati le vicende delle donne e degli uomini delle mille e più Afriche. Aminata Traorè è forse la donna africana che più rappresenta la lotta contro quegli aspetti della globalizzazione che provocano ingiustizia sociale. A partire dalla sua partecipazione al World social forum di Porto Alegre e di Bombay scandaglierà l?altro volto della parola: la menzogna. Soprattutto quella che impedisce il libero commercio penalizzando i Paesi più poveri. A proporre una via che parte dalla società civile è Celina Cossa, fondatrice dell?Unione generale delle cooperative che in Mozambico coinvolge 6mila lavoratori. Ovvero: Dare credito alle donne: un circolo virtuoso inarrestabile, il titolo del suo intervento. Una prima-vera Il delicato tema dei confini, quelli dimenticati all?interno del continente a quelli allargati dell?emigrazione, è affidato a Souado Lagdaf e Fatoumata Mbaye. La prima racconterà il coraggio delle donne saharawi che organizzano il vivere quotidiano nei campi profughi. La seconda, senegalese, fondatrice dell?Associazione donne immigrate del Veneto, le sfide delle donne africane che vivono in Italia. Un?Africa praticamente sottocasa. “Sarà un?assemblea alternativa al G8”, spiega Benedetta Frare, responsabile della comunicazione per l?evento di Padova. “Le relatrici comunicheranno con il canto e la poesia oltre che a parole. La serata sarà preceduta da un pomeriggio di festa, in cui i visitatori potranno accostare anche arte e artigianato del continente, le associazioni di immigrati africani in Veneto e le ong che lavorano in Africa”. “Sì, è una specie di prima-vera dell?Africa”, dice giocando con le parole Fabio Pipinato della Fondazione Fontana, che coordina le manifestazioni di Trento e quella di Civitas. “Non se ne può più di presentazioni pietistiche di questo continente. L?Africa può dare molto all?Europa. Vogliamo offrirle una ?prima? in cui mostrare anche la positività, la vitalità che la anima”.

Info: Africa. Aprile, un mese tutto per lei

Aprile 2004: in Italia è la primavera dell?Africa. Da Trento a Roma passando da Torino per concludersi a Padova, una fitta rete di iniziative fa venire la tentazione di riporre in soffitta l?etichetta ?continente dimenticato? per drizzare le antenne sulle novità in fermento. Mal d?Africa il titolo delle due giornate organizzate a Trento il 5 e 6 aprile nell?ambito di World social agenda, manifestazione di carattere sociale e internazionale cui fa capo anche l?evento di Padova, L?Altr?Africa. A Trento l?appuntamento cade, non casualmente, a dieci anni dal genocidio in Ruanda. Ma il 2004 è anche il decimo anniversario della fine dell?apartheid in Sudafrica, un segno di speranza per tutto il continente. Mal d?Africa ha coinvolto dieci scuole superiori di Trento e gli studenti hanno preparato dieci approfondimenti basati sulla lettura di altrettanti libri sul Continente nero. Ma l?organizzazione della due giorni è il frutto di un ampio coinvolgimento del tessuto sociale locale: dalle organizzazioni non governative che lavorano in Africa, alle associazioni di immigrati, dal Comune e dalla Provincia autonoma di Trento fino al commercio equo e alla rete di Lilliput. Il 17 aprile, invece, piazza del Popolo a Roma ospiterà la manifestazione sull?Africa promossa dal Comune di Roma, dai sindacati e dalla Comunità di Sant?Egidio. Gli altri membri del comitato promotore? Dal Wwf agli istituti missionari, dal Forum del Terzo settore alla Fao, dalle ong italiane all?Unicef. Fortemente voluta da Walter Veltroni e da Savino Pezzotta, la manifestazione è la conclusione di ItaliAfrica: tre giornate, dal 15 al 17 aprile, dedicate a progettare una nuova relazione fra Europa e Africa sul piano politico, culturale e della cooperazione. “Con ItaliAfrica vogliamo affermare un?idea semplice: il destino del continente non è immutabile”, dichiarano i sindacati sul sito www.italiafrica.org. All?appello online per nuovi rapporti fra Europa e Africa hanno finora aderito una cinquantina di associazioni e 140 persone del mondo accademico, della politica e dello spettacolo. “L?iniziativa nasce dalla consapevolezza di fondo che l?Europa non può più prescindere dalla relazione con l?Africa”, spiega Marco Baccin, consigliere diplomatico di Walter Veltroni.

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