Il tempo libero dei ragazzi
Qui Bassano, i ragazzi ci stanno a “fare fatica”
Dove si incontrano gli adolescenti? E cosa fanno nel tempo libero? L'inchiesta di VITA ha individuato alcune best practice, spazi di aggregazione in cui i ragazzi davvero si sentono protagonisti. A Bassano del Grappa la cooperativa sociale Adelante ha vinto la sfida puntando sulla responsabilizzazione. Un modello già replicato in 200 comuni d'Italia
Riempire il tempo libero dei ragazzi e delle ragazze con attività progettate per loro ma senza di loro? Spiacenti, ma non funziona più. L’esperienza con gli adolescenti ha insegnato questo agli educatori della cooperativa sociale Adelante onlus che dal 2002 promuove attività di cultura sociale, opportunità di incontro, occasioni di riflessioni e dialogo tra protagonisti diversi che vivono nel territorio di Bassano del Grappa (VI).
«Oggi gli aspetti culturali hanno un peso rilevante all’interno degli spazi pensati per il tempo libero dei ragazzi», spiega Marco Lo Giudice, educatore della cooperativa, «e un presupposto imprescindibile di qualsiasi proposta rivolta ai più giovani deve essere la qualità. Il contenuto che si propone, perché questa generazione di adolescenti l’accolga, deve essere trattato con il massimo rispetto. Dare un’opportunità ai ragazzi non vuol dire dar loro solo uno spazio ma allestire un processo che sia anche culturale, ambientale e politico. Ci chiedono di uscire dagli schemi prestazionali, di essere riconosciuti e di integrare la dimensione digitale nelle offerte di tempo libero che noi adulti gli proponiamo. Ma soprattutto ci chiedono di consegnargli pezzi di responsabilità».
Creare uno spazio aggregativo non vuol dire solo dare agli adolescenti uno spazio ma allestire, ma avviare un processo che sia anche culturale, ambientale e politico
Marco lo Giudice, coop sociale Adelante
Un’esperienza di cittadinanza attiva
Al bisogno di attivismo civico delle nuove generazioni Adelante da alcuni anni risponde con il progetto estivo Ci sto? A fare fatica!. Nato in Veneto, dal 2022 coinvolge ragazzi dai 14 ai 19 anni in tutta Italia: ragazzi che vogliono mettersi in gioco, conoscere nuove persone e sporcarsi le mani per rendere il proprio territorio un posto migliore.
«I ragazzi si dividono in gruppi», spiega Lo Giudice, «e svolgono piccoli lavori di cura del verde, di pulizia di strade e sentieri, di tinteggiatura di panchine e staccionate, di realizzazione di murales decorativi. Cerchiamo di costruire contesti in cui la comunità si ricompatta attorno a un bene, consegnando pezzi di responsabilità ai ragazzi. Chi partecipa alla settimana di attività riceve un “buono fatica”, un riconoscimento per l’impegno profuso nel prendersi cura degli spazi della propria città. Non costituiscono in alcun modo una retribuzione ma la nostra esperienza educativa ci ha insegnato che l’elemento di gratificazione, riconoscenza e premialità gioca un ruolo chiave per la crescita dei ragazzi»
Il progetto “Ci Sto? Affare Fatica!” si fonda sull’impegno come metodo formativo. In particolare sull’impegno manuale. Stimola i ragazzi e le ragazze a valorizzare al meglio il tempo estivo attraverso attività concrete di cittadinanza attiva e cura dei beni comuni. I ragazzi lavorano in piccoli gruppi guidati da un giovane volontario e un volontario adulto, che svolgeranno l’attività insieme ai ragazzi.
«Nelle squadre non ci sono educatori», prosegue, «per scelta gli educatori “allestiscono la scena” quindi si occupano della segreteria, organizzano il materiale necessario per svolgere le attività quotidiane e prendono i contatti con le amministrazioni. Sul campo ci sono i ragazzi che dal lunedì al venerdì si occupano della gestione di un bene comune con attività di impegno manuale».
Per scelta nelle squadre non ci sono educatori. Gli educatori “allestiscono la scena” ma sul campo ci sono i ragazzi che dal lunedì al venerdì si occupano della gestione di un bene comune
Marco Lo Giudice, cooperativa sociale Adelante
Ci Sto? Affare Fatica! dal 2022 coinvolge una rete nazionale di realtà distribuite in quattordici regioni, oltre 200 comuni e 400 realtà ospitanti per un totale di circa 6mila partecipanti suddivisi in più di 700 squadre.
La capacità di dire no
«In questi ultimi anni il modello educativo gerarchico è entrato definitivamente in crisi. Pian piano si sta affermando un modello educativo orizzontale», spiega Silvia Dalla Rosa, del coordinamento di Villa Angaran San Giuseppe, un bene comune la cui gestione è affidata al Consorzio Rete Pictor di cui fanno parte le tre imprese sociali del bassanese, Adelante, Conca D’Oro e Luoghi Comuni, che si occupano, rispettivamente, di adolescenti, famiglie e animazione territoriale; persone con disabilità e inserimento lavorativo nell’hosting, ristorazione e agricoltura.
«I giovani sono sempre più la cartina di tornasole del disagio esistenziale degli adulti», prosegue Dalla Rosa, «è importante non attribuire ai ragazzi questioni che sono profondamente adulte, al momento irrisolte e bisognose di una prospettiva di ricerca molto laica e aperta. Occorre rispondere ai loro bisogni, considerandoli come giovani adulti. Ecco perché oggi funzionano molto gli spazi che favoriscono l’autonomia. Questa generazione ci spiazza con la sua capacità di dire “no” quando una proposta non gli piace. Ci chiede luoghi che siano funzionali a orientarsi nel mondo futuro che li aspetta. I Micro.lab che realizziamo all’interno di Villa Angaran San Giuseppe hanno questo scopo».
Questa generazione ci spiazza con la sua capacità di dire “no” quando una proposta non gli piace. Ci chiede luoghi che siano funzionali a orientarsi nel mondo futuro che li aspetta. Oggi funzionano molto gli spazi che favoriscono l’autonomia
Silvia Dalla Rosa, Villa Angaran San Giuseppe
Micro.lab in villa
Villa Angaran San Giuseppe è un complesso monumentale originario del XVI secolo, immerso in un grande parco verde lungo le sponde del fiume Brenta, a 10 minuti a piedi dal centro storico di Bassano del Grappa. Un luogo di incontro, accoglienza e benessere, un centro culturale e di ricerca attento alla crescita degli adolescenti, con molte attività realizzate con le scuole e i servizi di educazione territoriale.
«Tra i Micro.lab che abbiamo avviato c’è Play the game», racconta Dalla Rosa, «uno spazio aggregativo dedicato al gioco di ruolo e da tavolo in cui i giovani intrecciano relazioni, sviluppano la capacità di risolvere problemi, stimolano la creatività e l’immaginazione. Il gioco è un potente strumento educativo, aiuta a pensare fuori dagli schemi e trasforma sconfitta e vittoria in opportunità per migliorarsi. C’è il laboratorio artistico Meraki, un ambiente accogliente dove è annullato il giudizio e viene rafforzata la consapevolezza della propria indole artistica. E il laboratorio sul digitale 5D-Cambia dimensione, per parlare di tecnologia, di videogiochi e di social networks. I ragazzi che arrivano in Villa sperimentano la libertà delle relazioni. Possono scegliere in autonomia se aderire alle attività. La sfida per noi adulti è quella di accompagnare nella crescita questi ragazzi facendo un passo indietro e diventando strumento funzionale alla realizzazione delle loro idee e non organizzatori in prima persona».
Giulia, Arta e Aurora
La scorsa estate Giulia, 16 anni, si è proposta come volontaria in Villa Angaran San Giuseppe per fare l’animatrice e partecipare alla realizzazione di un murales. Racconta: «Mi sono trovata benissimo con tutte le persone che ho conosciuto e nonostante sia ancora giovane sono riuscita a sentirmi parte di questa meravigliosa comunità perché ho potuto dare anch’io un po’ del mio per aiutare nella sua crescita».
Anche le diciassettenni Arta e Aurora in Villa hanno scelto di fare un’esperienza di alternanza scuola-lavoro e raccontano: «Ci siamo dedicate soprattutto alla risistemazione del parco Nord, della villa che è stato inaugurato due giorni prima della conclusione del nostro stage. Abbiamo fotografato 269 alberi e arbusti, li abbiamo schedati misurando anche la circonferenza dei tronchi di ogni albero. È stata un’esperienza positiva grazie alla quale abbiamo acquisito nuove competenze per crescere, sia professionalmente che sul piano personale».
L’obiettivo di chi lavora in Villa è di abbattere i muri attraverso il valore della differenza, promuovendo la diversità come occasione di incontro, unione e bellezza. Attraverso progetti generativi, professionali e creativi si creare una comunità più inclusiva dove i ragazzi crescono sentendosi riconosciuti nei propri talenti.
VITA Inchieste, Il tempo libero dei ragazzi, puntata 2 – continua
Nella foto di apertura, un laboratorio artistico in Villa Angaran San Giuseppe. Foto cooperativa sociale Adelante onlus
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