Famiglia

Questo è un paese per bimbi

Lo rivela il primo Rapporto sul tema Unicef-Oms: l'Italia è la nazione più sicura per i minori

di Benedetta Verrini

L’Italia è un paese sicuro per i bambini. In almeno tre delle 5 più frequenti cause di incidenti e morte dei più piccoli (annegamento, ustioni, avvelenamenti), il nostro paese registra i tassi più bassi d’Europa.
Lo rivelai. il primo Rapporto mondiale Unicef-Oms sulla prevenzione degli infortuni dei bambini. Un dossier che, a livello internazionale, mostra una situazione decisamente drammatica: sono infatti oltre 2.000 i bambini che ogni giorno perdono la vita a seguito di infortuni “accidentali” e decine di milioni coloro che ogni anno finiscono in ospedale e spesso rimangono disabili per tutta la vita.
“Gli infortuni nei bambini costituiscono un problema serio di sanità pubblica. Oltre agli 830.000 che muoiono ogni anno, milioni di altri bambini sono vittima di infortuni che spesso richiedono lunghi tempi di ricovero e riabilitazione” afferma Margaret Chan, direttore generale OMS. “Il costo di queste cure può impoverire un’intera famiglia. I bambini delle famiglie e delle comunità più povere rischiano di più in quanto più difficilmente beneficiano di programmi di prevenzione e di servizi sanitari di qualità”.   
I rapporti (mondiale ed europeo) rivelano che gli infortuni sono la prima causa di morte dei bambini oltre i 9 anni e che il 95% delle vittime si trova nei paesi a basso e medio reddito. 


Sono cinque le cause principali di morte per infortunio tra bambini ed adolescenti:
Incidenti stradali: ogni anno uccidono 260.000 bambini nel mondo e 16.400 in Europa. Rappresentano la prima causa di morte e infermità (danni cerebrali e ossei) in bambini ed adolescenti.
Annegamenti: ogni anno uccidono oltre 175.000 bambini nel mondo e 5.000 in Europa. I bambini che sopravvivono spesso riportano danni cerebrali per tutta la vita.
Ustioni: ogni anno uccidono quasi 96.000 bambini nel mondo e 1.700 in Europa. Il tasso di mortalità è di circa 11 volte maggiore nei paesi più poveri e questa differenza arriva a 85 volte in Europa.
Cadute: ogni anno uccidono quasi 47.000 bambini nel mondo e 1.500 in Europa. Centinaia di migliaia di bambini subiscono le conseguenze di cadute non mortali.
Avvelenamenti: ogni anno uccidono oltre 45.000 bambini nel mondo e 3.000 in Europa. La casa è il luogo in cui gli avvelenamenti incidentali dei bambini avvengono più comunemente. 

La piaga principale è la povertà
In qualunque paese, a prescindere dal livello di ricchezza nazionale, i bambini poveri sono a rischio maggiore e soffrono e muoiono per infortunio fino a cinque volte di più rispetto ai loro coetanei più ricchi. Un bambino povero che vive nei sobborghi di metropoli ricche come Londra, Parigi o Roma può correre lo stesso rischio di subire infortuni di un altro che vive in un paese a basso o medio reddito.
Uno dei maggiori fattori di rischio è l’ambiente non sicuro: i bambini poveri possono essere esposti a traffico veloce, mancanza di aree di gioco sicure, case affollate con scale senza inferriate o finestre e cancelli senza serratura.  Le famiglie povere spesso non sono in grado di acquistare dispositivi di sicurezza come seggiolini da auto per bambini, allarmi antincendio o caschi da bicicletta. Controllare i propri bambini può risultare difficile in famiglie con un solo genitore o con problemi di abuso di alcol e droga. Una volta feriti, i bambini poveri hanno meno possibilità di accedere a cure mediche di qualità e servizi di riabilitazione.

Italia prima della classe, ma la strada resta un incubo
Secondo i dati del Rapporto europeo, la posizione dell’Italia è tra le migliori nella classifica dei 53 paesi della regione (dall’Islanda ai confini con la Cina) rispetto a tre su cinque cause di morte per infortuni in bambini ed adolescenti. Questo qualifica l’Italia tra i paesi più sicuri d’Europa per i bambini rispetto ad annegamenti, avvelenamenti ed ustioni.
Purtroppo, però, poco più della metà dell’obiettivo UE sugli incidenti stradali è stato raggiunto dal nostro paese nel periodo 2000-2007.
In Italia oltre l’80% delle morti per infortunio di bambini ed adolescenti è dovuta ad incidenti stradali: i giovani e giovanissimi muoiono soprattutto come passeggeri di autoveicoli e conducenti di motocicli. Il Rapporto fa riferimento a dati 1998-2000 indicando una perdita annuale media in Italia di quasi 800 vite di bambini ed adolescenti fino ai 19 anni.
L’ultimo rapporto ACI-Istat del novembre 2008, riporta una buona notizia, cioè la diminuzione del 27,3% nel numero totale di morti da incidenti stradali (da 7.061 a 5.131) per il periodo 2000-2007, con un posizionamento dell’Italia al decimo posto nella classifica dell’Unione Europea (UE), di poco sopra la media europea (-24,8%). La stessa tendenza in calo si osserva nei decessi dei giovani da 0 a 20 anni, che nel 2007 sono stati 592.
Nonostante nel solo 2007 l’Italia abbia registrato una riduzione del 9.5% del numero totale di decessi da incidenti stradale rispetto all’anno precedente (la maggiore riduzione percentuale fra i paesi della UE), con -27,3% dal 2000 al 2007, l’Italia ha raggiunto poco più della metà dell’obiettivo fissato dalla UE che prevede la riduzione della mortalità del 50% tra il 2000 e il 2010. “Tale obiettivo appare di incerta realizzazione, ma è comunque la prima volta che si ottiene una riduzione così sostenuta in termini di mortalità (-9,5%) e ciò deve incoraggiare ad andare avanti guardando oltre il 2010”, si legge nel rapporto ACI-Istat.
Il Rapporto OMS stima che se l’Italia avesse lo stesso tasso di mortalità dei paesi con la migliore performance, queste morti potrebbero essere dimezzate. Gli efficaci programmi di prevenzione che hanno determinato i risultati positivi dell’Italia rispetto alle altre cause di morte per infortunio (annegamenti, avvelenamenti ed ustioni) dovrebbero essere messi a punto anche nel campo degli incidenti stradali. Secondo le stime dell’ISTAT, gli altissimi costi sociali associati alle morti, infermità e danni materiali causati dagli incidenti stradali equivalgono al 2% del Prodotto Interno Lordo (PIL).


Ulteriori informazioni sui siti web dell’OMS Ginevra (http://www.who.int/violence_injury_prevention), dell’UNICEF (http://www.unicef.it), dell’OMS Europa (http://www.euro.who.int/violenceinjury/injuries/20080827_1), e dell’ONU Italia (http://www.onuitalia.it/events/oms_10dicembre.php).

In foto: il Quartiere Coriandoline, frutto di un intenso processo di ricerca sviluppato insieme a 700 bambini e realizzato da ANDRIA cooperativa di abitanti in Via Rodari a Correggio, in provincia di Reggio Emilia.


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