Politica

Questo è il desk dell’eurottimismo

L'informazione da Bruxelles è troppo condizionata dai punti di vista nazionali. Così lei ha deciso di fondare un sito per dare un punto di vista "europeo"...

di Rose Hackman

Oltre l’80% delle decisioni politiche che riguardano ogni singolo Stato membro dell’Unione Europea è presa a Bruxelles. Tuttavia, con una partecipazione prevista del 34% alle elezioni europee di giugno, il ruolo dei cittadini europei nel controllare il proprio destino politico risulta essere molto marginale. «L’Unione Europea è molto fragile in questo momento, e potrebbe facilmente disgregarsi», dice Lizbeth Kirk, redattrice e fondatrice di EUobserver.com, il giovane e più letto portale di news sulle istituzioni europee, che da dieci anni cerca di fornire informazione con una prospettiva indipendente ed esclusivamente europea.
Vita: Cosa l’ha portata a fondare questo portale di informazione europea?
Lizbeth Kirk: Ho avuto una formazione giornalistica tradizionale in Danimarca. Il mio lavoro mi ha portata ad essere corrispondente a Bruxelles per i media danesi. A Bruxelles ho notato che c’era una particolarità nel modo di fare giornalismo. Tutti avevano un pubblico nazionale e adattavano le notizie a questo pubblico. Ho capito che tutto questo lasciava l’UE senza uno sguardo d’insieme approfondito tipico del quarto potere tradizionale, essenziale in una democrazia. Infatti questo quarto potere non esisteva nella UE: i giornalisti informavano con una prospettiva nazionale, mentre l’UE decideva a livello europeo. E così, insieme ad un’altra giornalista danese, nel 2000 abbiamo lanciato EUobserver.
Vita: Se la sente di dire che l’UE è un’istituzione democratica, al contrario di quanto molti affermano?
Kirk: È strano: l’Unione Europea è un’unione di 27 Paesi più o meno democratici; ma quando il potere di questi 27 Paesi viene unificato, ciò che ne risulta è qualcosa di diverso dal modello di democrazia cui siamo abituati. Negli ultimi 50 anni, i parlamenti nazionali in Europa hanno perso potere anno dopo anno, e questo potere è stato gradualmente portato a Bruxelles.Qui il potere è suddiviso tra le diverse istituzioni: la Commissione, il Consiglio, la Corte di Giustizia; il parlamento dispone di una parte minoritaria di esso, nonostante sia l’unica istituzione eletta direttamente dai cittadini. Questo rende difficile l’esame dell’Unione Europea, non solo per l’elettorato, ma anche per la stampa. Ci sono troppe cose da capire prima di poter cogliere il senso generale di una situazione, anche molto semplice. Direi quindi che l’UE è una democrazia, però non una democrazia cui siamo abituati, e certamente difficile da capire.
Vita: Il potere emergente dei new media potrà aiutare ad una maggiore trasparenza e comprensione?
Kirk: I giornalisti tradizionali sono sempre stati i “guardiani delle porte”. Prima le istituzioni rilasciavano comunicati alla stampa, che in seguito li rendeva noti al pubblico. Adesso le istituzioni parlano direttamente ai cittadini senza rivolgersi alla stampa, per esempio pubblicando informazioni sui loro siti internet. Questo cambia la dinamica enormemente. Però penso che questo nuovo sistema potrebbe essere un passo avanti nel coinvolgimento e nell’interlocuzione diretta con i cittadini, senza dare un potere incondizionato alla stampa.
Vita: E quindi questo nuovo modo di fare notizia potrebbe essere una boccata d’aria per la democrazia?
Kirk: Senz’altro. Penso che sia una bella cosa per la democrazia. Può solo essere positivo avere cittadini più coinvolti, con un maggior potere e che contribuiscono direttamente. Guardare come va avanti questa cosa sarà, sotto più punti di vista, interessante. Di una cosa sono certa: i new media certamente rivoluzioneranno il processo democratico.


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