Mondo

Quello che il Governo non dice

Grande successo di pubblico per Riccardi e Monti. Ma la due giorni di Milano si è aperta eludendo i veri nodi che rilancerebbero la cooperazione internazionale

di Stefano Arduini

A vedere il parterre che questa mattina affollava le  file della teatro Strehler di Milano (ministri, amministratori locali, dirigenti del Mae, tantissimi cooperanti) per la prima Giornata del Forum della cooperazione internazionale, verrebbe da pensare che la convocazione del ministro Andrea Riccardi abbia colto nel segno: «mettere la cooperazione internazionale al centro del dibattito pubblico». Una passerella inconsueta per un settore che certamente ha bisogno di un rilancio a 25 dalla legge istitutiva (l49/1997), ma che nè Riccardi, né il premier Mario Monti hanno usato per dare il segno di una vera svolta.

Al contrario dietro al sipario di prammatica (Riccardi: «dobbiamo dare il segno di un’inversione di tendenza, la cooperazione internazionale è una necessità per la nostra politica estera, lo dice anche un recente studio dell’Ispi: ogni euro investito nel settore, viene comunque restituito in altre forme». Monti: «saluto i protagonisti silenziosi e tenaci della cooperazione») di ciccia ce ne è stata veramente poca. Senza dubbio da apprezzare la distanza con cui il governo si è tenuto alla larga dalla politica dell’annuncio, ma ad essere franchi occorre dire la vaghezza l’ha fatta da padrone. Vediamo in rapida sequenza, le tre decisive questioni che non hanno trovato risposta.. 

 

  1. il finanziamento dell’aiuto pubblico alla sviluppo. Molto onestamente (ce da rendergliene – senza dubbio – atto), Riccardi ha sottolineato che da qui al 2015 l’Italia mancherà di sicuro l’obiettivo dello 0,57% del Pil: «arriveremo forse alla metà così come previsto dal Documento di programmazione finanziaria». Forse. 
  2. Il fondo per la lotta all’Aids. L’Italia – lo ha detto Monti – non intende ritirarsi, «ma lo finanzieremo solo nel momento in cui il bilancio ce lo permetterà». Come a dire: ci pensi il prossimo governo. Auguri. 
  3. Infine nessun cenno  alla questione della “sparizione” degli 80 milioni sul 5 per mille 2010 e all’impegno che il governo a maggio aveva preso per la stabilizzazione dello stesso 5 per mille. Un silenzio davvero stridente rispetto all’auspicio di Riccardi  che – per il rilancio della cooperazione anche stamattina – ha chiamato a raccolta non solo il governo, ma anche le imprese e i cittadini italiani.  Cittadini italiani che ogni anno vorrebbero destinare alle ong diversi milioni di euro attraverso il meccanismo della sussidiarietà fiscale, ma che poi per un motivo o per l'altro vengono immancabilmente traditi. Non converrebbe partire da qui? 

 


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