Non profit

Quell’incontro in alto mare che mi ha cambiato la vita

La storia del nuovo cd di Grazia Di Michele

di Carmen Morrone

Nell’ultimo album della cantautrice e insegnante di «Amici»
un brano dedicato agli sbarchi dei clandestini. E anche
una canzone sul carcere visto dall'”interno” Per molti (soprattutto giovani) Grazia Di Michele è l’insegnante di canto di Amici, il popolarissimo programma tv di Maria De Filippi. Lei, in realtà, è una cantautrice con alle spalle una carriera importante fatta di parole e musica. Che non ha affatto intenzione di abbandonare, come dimostra il suo nuovo lavoro discografico, Passaggi segreti. Nel disco, una canzone (e un video, disponibile sul nostro sito www.vita.it), L’ultimo dolore, dedicato ai clandestini. In questa intervista Grazia ci racconta come è nata la canzone. E non solo.
Vita:Migranti, tema politico scottante, proprio in questi giorni?
Grazia Di Michele:Peccato che la canzone nasce tre anni fa da una mia esperienza personale.
Vita:Ci racconti, allora.
Di Michele: Con mio figlio Emanuele, di 15 anni, eravamo a Lampedusa per il festival «O’ Scia» di Claudio Baglioni. In attesa del concerto, nel pomeriggio abbiamo fatto una gita in mare dove abbiamo incrociato una carretta, una barca di clandestini, di quelle viste tante volte in tv. Non ce ne siamo andati. Volevo che mio figlio, che vive in una condizione agiata, vedesse quella realtà. Nel giro di qualche minuto l’imbarcazione è stata raggiunta da una motovedetta dalla Guardia di Finanza e portata verso la costa di Lampedusa, abbiamo seguito tutte le operazioni e sulla spiaggia abbiamo visto quelle persone.
Vita: Una gita turistica un po’ movimentata?
Di Michele: Noi eravamo lì, insieme a loro, nello stesso fazzoletto di mare. Noi guardavamo loro e loro noi, uno scambio di sguardi per conoscerci. Immagini che si sono stampate nella nostra anima.
Vita: I giornali traboccano di queste istantanee…
Di Michele: Siamo assuefatti, non proviamo più nessun sentimento. Essere presente lì dove lo sbarco accade è diverso, ti fa ancora vibrare.
Vita: Come si fa ad insegnare alla scuola di Amici, dove gli allievi sono assetati di successo televisivo, e scrivere canzoni d’impegno sociale?
Di Michele: È vero, di questi ragazzi si vede solo il desiderio di mostrarsi, ma durante le ore di lezione si commentano le notizie come accade in una qualsiasi altra scuola. Questi ragazzi hanno voglia di sapere, mi chiedono informazioni e libri da leggere. Quando hanno saputo che per scrivere un’altra canzone di Passaggi segreti sono stata in carcere, hanno voluto sapere.
Vita:In carcere?
Di Michele: Ho voluto provare a vivere una giornata da carcerata perché avevo in testa la storia di una madre che aveva ucciso il marito che molestava la piccola figlia. Cosa si prova a stare chiusi, a stare lontano dalla figlia che si è difeso a costo della libertà, come si può costruire un rapporto fra mamma e figlia fra cui ora ci sono delle sbarre.
Vita:Lei non è nuova all’impegno sociale, lo dimostrano i suoi spettacoli teatrali, ha lavorato sempre sulla comunicazione…
Di Michele: Mai qualcosa di concreto, intende? Non ho mai costruito pozzi in Africa, è vero, ma la musica è sempre stata un mezzo di comunicazione importante, con il vantaggio che l’ascoltano i giovani che noi adulti stiamo sottovalutando.
Vita: La musica cambierà il mondo, già sentita…
Di Michele: Su questo album ho lavorato due anni e in me è cambiato qualcosa. Mi si è aperto un mondo. A partire dal conoscere molte associazioni, da quelle cattoliche a quelle di sinistra, impegnate nella tutela dei diritti umani, delle donne e delle minoranze. La prossima volta non le risponderò che ho costruito un pozzo in Africa, ma qualcosa d’altro forse sì.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA