Salute

Quelli col J Factor

Giunge alla terza edizione "Fattore J", progetto di Janssen e Fondazione mondo digitale, per sensibilizza i ragazzi delle scuole superiori di tutta Italia sull’importanza di una corretta informazione scientifica e sulla scelta di comportamenti responsabili per il benessere e la salute. Coinvolti 26mila studenti. Premiati i team di giovanissimi creativi che hanno realizzato podcast, video, grafica e story telling. Una ricerca su oltre 400 studenti ha analizzato il grado di consapevolezza dei giovani su Pnrr e dintorni

di Giampaolo Cerri

Presentazioni "serie" all'aula e alla giuria, esplicitazione del rationale di ogni progetto, ossia podcast, short stories, video, grafica. È stata però innanzitutto una festa, stamane al Politecnico di Milano, la conclusione della terza edizione di Fattore J, progetto di Fondazione Mondo Digitale e Janssen Italia, nato «per sensibilizzare ragazze e ragazzi delle scuole superiori di tutta Italia sull’importanza di una corretta informazione scientifica e sulla scelta di comportamenti responsabili per il benessere e la salute di tutti».

C’erano licei, istituti professionali e tecnici di tante città di italiane, da Genova a Milano, da Trapani a Roma. I finalisti di un percorso che «ha raggiunto ad oggi oltre 200mila giovani, attraverso incontri di formazione online e in presenza, e ha coinvolto oltre 26mila studenti delle scuole secondarie di II grado». E un paio di centinaia di loro erano arrivati nella cittadella dell’eccellenza tecnico-scientifica per presentare i lavori conclusivi del contest Fattore J “Salute per il futuro”. Con tifo da stadio a ogni power point che compariva ma anche qualche recriminazione: «Vabbè prof», raccontava uscendo un giovanissimo finalista, «quelli venuti dalla Sicilia non potevano non farli vincere, dopo un viaggio del genere. I milanesi? Beh, i milanesi perché calcisticamente alla fine dell’anno non avranno alzato un trofeo».

Tutti lavori molto belli, comunque, aldilà di chi ha vinto (sotto, ndr) o perso. E su temi importanti – sensibilizzazione sulla malattie oncologiche, Alzheimer, pazienti e caregiver, protezione dalla malattie sessualmente trasmissibili – segno che il progetto ha colpito nel segno.

Noi e il Pnrr

Fattore J è stata però anche l’occasione di misurare il grado di consapevolezza degli studenti sul significato del Piano nazionale di riprese e resilienza Pnrr e sulle aspettative dei giovani in merito. Il tutto grazie a «una ricerca, elaborata dal Politecnico di Milano, che ha visto la partecipazione di 460 studenti tra i 14 e 20 anni».

Dai dati, dicono da Janssen, «emerge che il 70% degli studenti non era ancora a conoscenza dei contenuti del Pnrr. Una volta informato sui contenuti, quasi il 50% lo ritiene importante per sostenere la ripresa dell’Italia e oltre il 40% sottolinea la necessità che sia utilizzato in modo responsabile. Rispetto alla destinazione degli investimenti, quasi il 50% individua come prioritarie ricerca e salute, seguono transizione ecologica, digitalizzazione, competitività e cultura. Questi valori generali restituiscono, da parte degli studenti, un atteggiamento di fiducia nella ricerca e di interesse per le sfide nell’ambito scientifico. La maggioranza ritiene che la medicina del futuro debba essere prima di tutto avanzata tecnologicamente per offrire soluzioni sempre più personalizzate ed efficaci».

Secondo il parere del panel intervistato, «occorre promuovere con più forza una medicina “di prossimità”, più capillare e in grado di garantire maggiore equità nell’accesso alle cure. In ultimo, avere una maggior disponibilità di specialisti e operatori sanitari».

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Le ragioni del Fattore

Dopo aver organizzato nelle scuole di diverse città italiane tra cui Torino, Palermo, Padova, Roma un tour di 14 tappe di sensibilizzazione e di confronto con gli studenti e oltre 20 appuntamenti formativi on line, l’incontro odierno a Milano costitutiva «un ulteriore momento interattivo con i giovani per parlare di futuro, di nuove opportunità e di innovazione con diversi interlocutori del mondo della scuola, della ricerca scientifica e delle istituzioni».

«Negli ultimi decenni, i progressi della scienza sono diventati sempre più evidenti, in tante aree terapeutiche, e hanno portato a un miglioramento sensibile della qualità e delle aspettative di vita di milioni di pazienti, cambiando il corso di malattie fino poco tempo fa mortali», ha detto Mario Sturion, amministratore delegato di Janssen Italia, che ha conquistato la platea di giovanissimi, col suo italiano fortemente venato di portoghese – è brasiliano – e raccontando, rivendicando, le sue origini di Conegliano Veneto (Tv).

«In Janssen», ha proseguito, «siamo pronti a continuare a dialogare e collaborare con tutti gli attori del sistema, in primis con le Istituzioni, e a sviluppare partnership strategiche con diverse realtà, così da contribuire alla costruzione di un Paese in salute, attraverso l’innovazione scientifica e l’impegno nelle nuove frontiere dell’healthcare, come la medicina di precisione che garantirà grandi benefici per i pazienti e per tutto il sistema».

«Ed è proprio per accrescere la fiducia nel futuro e nelle scelte che si rendono necessarie per favorire un domani più in salute», gli fanno eco i suoi collaboratori, «che il progetto Fattore J è nato, guardando alle nuove generazioni con l’obiettivo di avvicinare i ragazzi alla scienza, e stimolare in loro la passione e la volontà di costruire un mondo più in salute».

«Ci tengo a sottolineare», ha dichiarato Mirta Michilli, direttrice generale Fondazione Mondo digitale, «che la rete multisettoriale ha lavorato al progetto per mettere sempre al centro i temi della ricerca e della salute con grande rigore. Hanno unito gli sforzi soggetti importanti e differenti tra loro, come le istituzioni locali e centrali e le scuole di tutta Italia, che ringrazio per essere presenti anche oggi. Così come mi piace sottolineare il ruolo dei professionisti di Janssen che negli eventi sul territorio hanno condiviso competenze, testimonianze di vita e storie d’ispirazione per i ragazzi, interpretando in maniera originale il volontariato di competenza. Per noi questo progetto ha uno scopo importante e cioè quello di umanizzare la ricerca ma anche la malattia, aumentare la consapevolezza e l’attenzione alla prevenzione, rendere umana e vicina ai ragazzi e alle ragazze la cura, ma anche rafforzare un atteggiamento consapevole e costruttivo di fronte alla patologia».

I progetti vincitori, che riassumiamo sotto, sono stati scelti da una giuria molto competente, la componevano Paolo Iabichino, pubblicitario, Andrea Farinet, presidente Fondazione Pubblicità Progresso, Federico Taddia, autore tv, Stefania Vallone, segretaria generale Walce Onlus e Andrea Tomasini, in rappresentanza delle associazioni pazienti che sostengono dalla prima edizione Fattore J, dall’Ail a Cittadinanza attiva, dall’Aism a Progetto Itaca.

I vincitori

– Podcast: vince nella categoria il team "Sport Zeitung Ruhr Tv", composto da Andrea, Marta, Serena, Valerio, e Michele del Liceo Plauto di Roma, per aver meglio rappresentato secondo la giuria la sensibilizzazione verso le malattie oncologiche attraverso il racconto delle esperienze personali di personaggi sportivi, fatte di paure ed emozioni.

Short story: vince nella categoria il team "3btlc" composto da Samuele, Marco, e Alessio dell’IIS Giorgi di Milano, che ha presentato il progetto Io ti ricordo, per aver meglio rappresentato secondo la giuria la tematica dell’Alzheimer attraverso il racconto di chi vive accanto al malato.

– Video: vince nella categoria il team "Pillone di consapevolezza" composto da Greta, Serena, e Greta dell’Istituto Maria Immacolata di Gorgonzola, per aver meglio rappresentato la sensibilizzazione sul tema dell’oncologia e l’esperienza di paziente e caregiver nell’affrontare la malattia (in apertura la foto e qui sopra il video, ndr).

– Grafica: vince nella categoria il team "G.e.m.m.a", composto da Martina, Eleonora, Alice, Giada, e Milena dell’Istituto Fardella Ximenes di Trapani, per aver meglio rappresentato secondo la giuria il tema della sensibilizzazione su Hiv e Aids

Le loro foto, qui sopra con la direttrice di Fondazione mondo digitale e l'a.d. di Janssen.

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