Fra arte e Esg

Quelli che al Btp preferiscono un Vezzoli

Il 3% del patrimonio privato italiano - che vale 11.500 miliardi - è investito in arte. Un trend in crescita, tanto che gli istituti di private banking si sono dotati da tempo di strutture di advisory dedicate. È il caso di Banca Generali che l'arte sostiene anche con le attività di sponsorizzazione, come nel caso di Milano Art Week. Durante la rassegna, la banca metterà in mostra anche la propria collezione, che ha appena arricchito di un'opera dell'artista bresciano, famoso le lacrime all'uncinetto

di Giampaolo Cerri

«Senza cultura finanziaria, non c’è arte contemporanea»: non ci gira intorno troppo Vincenzo De Bellis,direttore fiere e piattaforme espositive Art Basel. De Bellis è stato chiamato a curare l’esposizione che Banca Generali organizza nell’ambito della Milano Week Art, dall’8 al 14 aprile. Non solo, la società di private banking del gigante assicurativo e bancario omonimo sponsorizza – ininterrottamente dal 2018 – la rassegna, rendendo possibile l’apertura gratuita per tutta la giornata di sabato 13, il Padiglione di arte contemporanea – PAC, metterà in mostra nel pieno centro cittadino. Come contributo più strettamente artistico, Banca Generali, nella sede del suo BG Training & Innovation Hub (via Achille Mauri 2), esporrà parte della collezione privata della banca, sviluppata anch’essa nel progetto BG ArTalent «a favore degli artisti italiani di standing internazionale».

E proprio nell’hub milanese venivano presentate, stamane, le iniziative di sponsorship e di impegno diretto dell’istituto che ha sede in una delle torri di City Life.

Fra investimento e arte

Senza cultura finanziari, non c’è arte contemporanea, si diceva, perché l’arte e gli artisti, senza cittadini con risorse disposti ad acquistarne e collezionarne le opere, fanno fatica a crescere. Italiani che lo fanno per investire, certamente, ma mettere i soldi nell’opera di un giovane pittore, anziché nel Btp Valore, strillato dagli spot del ministero di Giancarlo Giorgetti, ha il suo perché. Accade per il 3% del patrimonio privato nazionale – 11.500 miliardi – mentre la metà è allocato in immobili, il 30% in patrimonio mobiliare (titoli borsistici, obbligazioni) e il 17% (titoli di società non quotate).

«Osserviamo che sempre di più l’arte entra nei portafogli di investimento, perché per alcune persone mette insieme la parte di investimento e la parte di cuore, di passione e di coinvolgimento emotivo», sottolinea Ragaini, ricordando come l’istituto abbia un’area di consulenza, di art advisory, che si avvale dell’esperienza di Maria Ameli.

Il libretto di Time to Change in omaggio al PAC

La banca peraltro è attiva nel sostegno all’arte in ambito Esg e, non a caso, ha scelto la fotografia, e un grande fotografo come Stefano Guindani, per un progetto di sensibilizzazione sullo sviluppo sostenibile, con una mostra che sta girando l’Italia, Time to change. Proprio il libretto coi suggestivi scatti di Guindani a illustrare i goals dell’Agenda 2030 sarà omaggiato ai visitatori di PAC nel sabato “targato Banca Generali”.

Last but not least, la Banca ha voluto arricchire la propria collezione acquisendo un’opera di uno degli artisti contemporanei italiani più apprezzati a livello internazionale, Francesco Vezzoli.

L’opera, che sarà quindi visitabile durante la Milano Art Week, è uno dei volti che hanno reso famoso l’artista bresciano e i suoi Comizi di non amore, in cui ha ricamato all’uncinetto – sui visi fotografati di grandi star del cinema, Catherine Deneuve, Antonella Lualdi, Terry Schiavo, Jeanne Moreau – calde e colorate lacrime. Durante la settimana, in questa traversa di Corso Italia a Milano (basterà prenotarsi con una mail a hub@bancagenerali.it), si potrà vedere uno delle opere più riuscite di quel ciclo: lo splendido viso di Marianne Faithfull, rigato dall’uncinetto artistico di Vezzoli ne The prequel (Contestant n.3: Marianne Faithfull),  insieme ad altre opere già in collezione, come quelle di Alessandro Pessoli e Patrizio Di Massimo (guarda il video di presentazione del 2023).

L’artista Francesco Vezzoli

«Come ho imparato a lavorare l’uncinetto?», svela lo stesso Vezzoli, presente all’evento, «quando studiavo alla St Martins di Londra (celebre “University of arts”, ndr), odiavo l’ateneo e i professori e allora, dicendo che dovevo ricamare – imparai da un compagno di corso – potevo stare lontano dall’aula».

Mecenati e contenti

«Siamo felici di affiancare per il sesto anno consecutivo il Comune di Milano nell’iniziativa più importante per l’arte dedicata al grande pubblico, alla vigilia di un appuntamento istituzionale di riferimento come Miart», spiega Andrea Ragaini, vicedirettore generale di Banca Generali, aggiungendo che «la kermesse Milano Art Week ha dimostrato in questi anni di saper raggiungere sempre più appassionati, grazie alla creatività, alle iniziative e al talento che riesce ad esprimere. Nel nostro piccolo, col progetto BG ArTalent, abbiamo intrapreso un percorso volto alla valorizzazione degli artisti italiani nel mondo, riportando nella nostra città alcune opere non facilmente accessibili. L’obiettivo è quello di stimolare gli spunti di riflessione e il confronto di idee che solo l’arte sa generare. Per la nostra realtà l’impegno per la cultura si unisce a quello per il sociale, non solo nella responsabilità della protezione dei patrimoni delle famiglie ma anche come paradigma di una crescita sostenibile per la collettività che passa anche da iniziative di valore come Milano Art Week che speriamo possano trovare sempre più riscontro».

C’è il libro sotto la zampa del Leone di San Marco, simbolo della compagnia triestina e ora del gruppo, quindi anche di questa banca, quotata alla Borsa di Milano dal novembre del 2006 e che gestisce circa 92,5 miliardi di euro di masse (dati al 31 dicembre 2023) per conto di oltre 349 mila clienti. Chissà che un giorno, in qualche rebranding, non ci finisca un quadro.

Nella foto in apertura, dell’Ufficio stampa di Banca Generali, un dettaglio dell’opera di Vezzoli.


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