Non profit

Quelle strane coincidenze di via Gradoli

di Redazione

Trans. Piero Marrazzo si è dimesso. Ad un certo punto era diventato inevitabile. Il presidente della Regione Lazio è stato ricattato da quattro carabinieri infedeli che sono stati arrestati dai Ros giovedì scorso. Lo avevano ripreso col telefonino, sorprendendolo in un appartamento in compagnia di una trans brasiliana, su di un tavolino anche della cocaina?Per ora non è indagato ma rischia per l’uso dell’auto blu, per la droga, per non aver denunciato l’estorsione. La circostanza incredibile è che l’appuntamento in cui è stato sorpreso, a luglio scorso, ha questo indirizzo: via Gradoli 96. Lo stesso del vecchio covo delle Brigate Rosse durante il sequestro Moro, 31 anni fa, sì proprio quello, il condominio che il senatore Sergio Flamigni raccontò nel suo libro Il covo di Stato: 24 appartamenti che erano di proprietà di varie società vicine ai Servizi Segreti. In questi giorni ho cercato il senatore Flamigni, per capire. Domanda semplice: perché i nostri servizi di sicurezza dovevano possedere degli alloggi a Roma? Risposta di uno che ha studiato il caso per tanti anni: i Servizi affittano gli alloggi a chi può fornire “informazioni sensibili”. Come studenti stranieri o impiegati di ambasciata. E tuttavia, ad oggi, nessuna delle vecchie società finite nella lista di Flamigni possiede più alloggi in via Gradoli 96. Anche se l’indirizzo, obiettivamente, non è proprio garanzia di riservatezza.
Realtà. C’è una frase incoraggiante nelle parole del nuovo segretario del Pd, Pierluigi Bersani, eletto a furor di popolo con la maggioranza di ben 3 milioni di votanti: «Dobbiamo abbattere la barriera», ha detto, «fra la politica e la realtà». Bersani ha fascino per questo: chiude la fase folle del predominio dell’immagine, almeno nel centrosinistra. È uno che non ama andare in televisione con la camicia azzurra, che pensa alle cose serie, concrete, anche un po’ grigie, quasi amministrative, della politica. Non pensa, come Veltroni, di distillare la sua sapienza in ogni frase che dice. Se gli italiani che vogliono l’alternativa a Berlusconi rinsavissero dovrebbero davvero puntare su di lui. Non sui fragorosi oppositori giacobini alla Di Pietro o alla Travaglio.
Reality. Era tempo che non si vedeva un 30 per cento negli ascolti tv. È accaduto con il Grande Fratello, lunedì scorso e tutti si chiedono perché mai una trasmissione, alla sua decima edizione, riscuota ancora tanto entusiasmo. La prima impressione è che sia una edizione monstre, anche nel senso che comprende e riassume tutti i caratteri di quella particolare commedia dell’arte che è questo reality: maggiorate, gay, giovani, muscolosi, oche?. E siamo solo all’inizio.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.