Sostenibilità

Quelle parole magiche che non piacciono ai mercanti di kilowatt

I consumi di energia prodotta con carburanti fossili con le loro emissioni gassose mettono a rischio la salute del Pianeta, di Fulco Pratesi

di Redazione

Due episodi, di cui sono stato nei recenti anni protagonista, riguardano i consumi di energia prodotta con carburanti fossili, consumi che, con le loro emissioni gassose, mettono a rischio la salute del Pianeta. Passeggiando, in una tiepida e soleggiata giornata di febbraio con l?allora presidente dell?Eni, mentre sottolineavo la gradevolezza del clima mi sentii rispondere con preoccupazione che questo tepore invernale avrebbe fatto calare le vendite del metano per riscaldamento. Negli stessi anni, quando suggerii all?allora presidente dell?Enel un piano di risparmio energetico per limitare l?inquinamento causato dalle centrali termoelettriche, mi fu risposto se, come chiedevo a lui di produrre (e di vendere) meno kilowatt, avrei fatto lo stesso con un produttore di scarpe. Purtroppo per noi (e per l?ambiente) la logica imprescindibile che ci governa è quella di fare il possibile per incrementare (almeno del 2% l?anno) la produzione e il consumo di energia. Con tanti saluti all?effetto serra, alle banchise polari, al livello dei mari, ai tornado e alla desertificazione. E – in nome di una crescita infinita in un globo che purtroppo ha confini precisi e invalicabili – si continua a produrre, consumare e sprecare. Come si possono definire altrimenti le luminarie stradali come quella che splende inutilmente sull?autostrada Roma-Fiumicino, ove la nebbia è inesistente, o l?inutile illuminazione a giorno di monumenti e ponti, deprivati così dell?incanto della luce lunare, o il riscaldamento e il condizionamento ?a palla? di abitazioni e uffici? La possibilità di rendere meno distruttivo l?uso di petrolio, carbone e gas sta nel risparmio e nell?efficienza, due parole magiche che possono far imbestialire gli importatori di idrocarburi e mercanti di kilowatt. Significa, ad esempio – senza andare nel sogno nordeuropeo di tante casette nel verde ove è possibile farsi la propria centralina eolica, fotovoltaica e termica e sperimentare efficienti sistemi di coibentazione – voler provare a imporre qualche semplice incentivo e disincentivo ai consumi più stupidi e spreconi senza grandi impegni politici o tecnici. Ad esempio: forti tasse sugli apparecchi che impiegano l?elettricità per riscaldare (scaldabagni e fornelli elettrici, lavabiancheria e lavastoviglie con acqua scaldata elettricamente) e incentivi per la loro sostituzione con scaldacqua a gas e pannelli solari termici. Pesanti imposte sulle lampadine a incandescenza e incentivi per apparecchi di illuminazione a basso consumo. Telecomandi per televisori e altri elettrodomestici che con un pulsante possano spegnere gli spot luminosi accesi giorno e notte. Ripristino delle auto, come un modello Fiat di qualche anno fa, dotate di un sistema che ai semafori spegne il motore, che si riaccende quando si preme sull?acceleratore a semaforo verde. Si tratta di forse ingenue raccomandazioni che faranno sorridere coloro che non vogliono recedere dall?imperativo suicida della crescita, costi quel che costi, a spese dell?ambiente, del paesaggio e della salute umana, ma che potrebbero consentirci di accedere alla fonte di energia più virtuosa, meno costosa e dannosa disponibile: il risparmio. Fulco Pratesi, presidente WWF Italia *presidente WWF Italia


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