Sostenibilità

Quelle minoranze sensibiliche si fannole domande giuste

intervista a lorenzo guadagnucci

di Redazione

Un nuovo mutualismo per fondare un modo diverso di vivere insieme. Che dia il giusto spazio a un’idea antica e insieme molto moderna, la sobrietà: «Oggi è rifiutata perché ci viene presentata una perfetta coincidenza fra benessere e consumo, ma questa sovrapposizione non è più così accettata». Così Lorenzo Guadagnucci spiega il titolo del suo ultimo libro Il nuovo mutualismo. Sobrietà, stili di vita ed esperienze di un’altra società, appena uscito da Feltrinelli. Un saggio denso in cui è analizzato il filo rosso che congiunge tante sperimentazioni condotte, come si dice, dal basso. «Il modello consumista ha il fiato corto. È sempre più condivisa l’idea che il benessere ha molte altre componenti. Mi rendo conto che parliamo di pratiche ed esperienze che riguardano piccole minoranze, ma il potenziale è ampio.
Consumers’ Magazine: Non viviamo in tempi sobri…Lorenzo Guadagnucci: Lo so, è una scelta controcorrente, ma la sobrietà è moderna, ha più futuro, pur avendo appunto radici antiche.CM: In questo senso i Gas sono un’evoluzione delle cooperative di consumo?Guadagnucci: Non esattamente. Il primo mutualismo è nato in un contesto diverso. Li accomuna però la dimensione collettiva, la riscoperta del gesto del consumo con finalità di tipo sociale, la condivisione di una visione del mondo.CM: Per ora temi di pochi…Guadagnucci: Penso avesse ragione Alex Langer quando parlava dei «fondamentalisti buoni», alludendo a quella componente della società che ha il ruolo di sperimentazione attiva e di costruzione di una realtà diversa: vedo nei Gas l’ambizione di immaginare e praticare una società diversa. Sono vettori di cambiamento.CM: La componente identitaria è significativa…Guadagnucci: Chi sceglie un Gas ha due motivazioni. Vuole praticare un modo diverso di stare nella società attraverso il consumo e condivide una critica al sistema e al consumo. La seconda: vuole far le cose insieme agli altri. Lo so per esperienza diretta…CM:La critica al consumismo sta crescendo…Guadagnucci: Oggi si riflette di più sul ruolo passivo che ciascuno ha nella società dei consumi; parallelamente c’è una consapevolezza diversa sulla qualità dei prodotti e sul fatto che non è possibile trascurare il proprio stile di vita, magari essendo impegnati in un altro ambito. Quindi si arriva a una visione più globale…CM: Se tutti gli aspetti dell’esistenza sono collegati, è necessario un grande rigore…Guadagnucci: Quando ci si pone in modo critico verso la società si è coinvolti totalmente. È giusto che sia così. Ciò non toglie che abbiamo tutti le nostre contraddizioni, viviamo in un sistema che risponde alle sue logiche rispetto alle quali ognuno deve individuare la propria collocazione, il proprio equilibrio. In questa fase, per coloro che si riconoscono nel consumo critico è importante non cadere nel tranello secondo cui ci si salva facendo certe scelte di vita. Ci si deve collocare in una dimensione di cambiamento radicale, che può avvenire attraverso le singole sperimentazioni. CM: Sperimentazioni che devono crescere…Guadagnucci: È un passaggio necessario, ma va pensato e organizzato, non arriverà da sé. Tutte le pratiche di cui parlo nel libro, fra cui appunto i Gas, vanno nella stessa direzione, cercano d’immaginare una società che riconosce la limitatezza delle risorse, la priorità da dare alla dignità di tutti, il fatto che non è possibile accettare che metà dell’umanità sia esclusa. Parliamo di minoranze sensibili, che si pongono però le domande giuste. Il cambiamento sarà praticabile se queste sperimentazioni sapranno intercettare i bisogni di molte persone. CM: E qual è il ruolo del terzo settore?Guadagnucci: Nel libro l’ho solo accennato, ma mi pare che sia rimasto un po’ subalterno all’attuale sistema dominante e abbia stentato a proporre qualcosa di radicalmente diverso. Urge uno scatto non solo organizzativo ma soprattutto culturale: occorre costruire una società che esca dagli schemi attuali.

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