Non profit

Quelle manine sui fondi delle Bcc

Giuseppe Porro propone al legislatore l'esenzione fiscale dei fondi destinati ad iniziative di mutualità e beneficienza.

di Riccardo Bonacina

Caro direttore, come sai, da quest?anno le Banche di Credito Cooperativo (Bcc) subiscono un prelievo fiscale di tutto rispetto. L?origine del prelievo è principalmente il nuovo decreto sulle società cooperative (dl 63/02 convertito in l. 112/02), che limita al 70% la quota esente dell?utile non distribuito, cui va aggiunto l?onere derivante dalla riduzione delle agevolazioni legate alla Dual Income Tax. A seconda delle politiche adottate da ogni singola Bcc, il valore della pressione fiscale complessiva, una volta andato a regime il decreto, potrebbe collocarsi fra il 30 e il 40%, ovvero poco meno del doppio del livello attuale. Finora il sistema del credito cooperativo locale era stato sostanzialmente risparmiato dalla scure del fisco purché, accantonando i propri utili e reinvestendoli nell?attività creditizia, le Bcc facessero crescere le risorse finanziarie a disposizione delle piccole e medie imprese e promuovessero (come, bilanci alla mano, hanno fatto per molti anni) lo sviluppo locale. Le esigenze di risanamento dei conti pubblici e la necessità di rispettare gli impegni presi con i partner europei non hanno consentito alle autorità fiscali di far sopravvivere questo trattamento di riguardo a favore delle banche locali. Pazienza: in queste circostanze non si può certo chiedere che una banca, ancorché locale, ancorché cooperativa, venga esonerata dal versare un adeguato tributo. Va riconosciuto, peraltro, che la riforma in questione ha inteso tutelare le peculiarità delle società cooperative, specie nel trattamento fiscale del cosiddetto ?ristorno?, ovvero delle risorse ripartite tra i soci a titolo di restituzione di parte del prezzo dei servizi della cooperativa. Un particolare, tuttavia, ancora non sembra convincente: le imposte gravano (e in egual misura) anche sui fondi che le Bcc destinano a interventi di ?mutualità e beneficenza?, ovvero a finanziare le iniziative senza fini di lucro sorte nel proprio territorio e a sostenere associazioni, istituzioni e realtà locali di diversa natura. Si tratta di risorse su cui l?associazionismo, il mondo del volontariato e le opere sociali generate da una vitalità a volte sorprendente, hanno imparato a contare. In vista dell?annunciato riordino del trattamento tributario delle società cooperative, dunque, osiamo proporre al legislatore una piccola ma significativa innovazione: l?esenzione fiscale dei fondi destinati a iniziative di mutualità e beneficenza. Sarebbe un bel modo per dimostrare rispetto e fiducia nelle capacità di intervento dei ?corpi sociali intermedi? e per sostenere il coraggio di chi in questi anni ha risposto con creatività, attraverso le iniziative non profit, ai nuovi bisogni della nostra società. Non credi, direttore?
Giuseppe Porro, Milano

Carissimo Porro, sono d?accordissimo.

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