Politica

«Quella sulla cooperazione sarà comunque la legge di Pistelli»

Francesco Petrelli di Oxfam Italia commenta le dimissioni del viceministro degli esteri che andrà in Eni con la carica di vicepresidente senior. «Siamo a tre quarti dell'opera quindi naturalmente saremmo stati più contenti se la decisione fosse arrivata alla fine dell'iter. Ma siamo sempre stati critici con chi rimane in politica a vita»

di Lorenzo Maria Alvaro

Dalla politica al business internazionale. È la scelta fatta da Lapo Pistelli, viceministro degli Esteri, che nella sua pagina Facebook ha annunciato che oggi rassegnerà le dimissioni da parlamentare e dal suo incarico di governo, per approdare all' Eni dal primo luglio, in qualità di vicepresidente senior.

Una notizia che ha fatto subito pensare a quella riforma della Cooperazione voluta e condotta dall'ex vice ministro ma ancora non chiusa.

«Siamo a tre quarti dell'opera, nel senso che ora doveva essere terminata la fase di implementazione della legge», sottolinea Francesco Petrelli di Oxfam Italia, «Il merito di Lapo Pistelli è quello di aver lavorato sempre in modo efficace e tenace in dialogo col movimento non governativo italiano delle ong. Una riforma che passerà certamente alla storia come la legge Pistelli».

Un grande lavoro quello dell'ex viceministro, «non è solo il fatto che questa riforma sia stata approvata all'unanimità dopo tanti anni che la si aspettava ma che è stata approvata ascoltando noi che ne siamo i soggetti principali. Due anni di esperienza molto positivi», continua Petrelli. Il punto è ora cosa succederà. «Ora certo la responsabilità di chi gli succederà è quella di completare l'iter», sottolinea Petrelli, «abbiamo la legge, lo statuto e il consiglio nazionale. Mancano la nuova agenzia, con il suo direttore. E come lo stesso Pistelli aveva chiarito, l'obbiettivo è di renderla operativa entro gennaio 2015. Siamo positivi sul fatto che il percorso continui, perché non crediamo che sia legato ad una sola persona, per quanto importante e preziosa. Siamo sicuri che il Governo saprà scegliere la persona giusta per portare alla fine un lavoro che è frutto della volontà del Governo e del Parlamento».

Quindi nessun rammarico per la scelta? Per Petrelli «non è infrequente che qualcuno scelga di passare dalla politica ad altri ambiti. Scelta che rispettiamo e preferiamo non commentare. Certo potevamo sperare che aspettasse 6 mesi, varasse il provvedimento, per poi cominciare una nuova avventura. Ma nella vita certe situazioni richiedono tempi diversi. Saremmo contraddittori se, dopo esserci lamentati in passato di chi fa politica per tutta la vita, oggi ci lamentassimo di chi invece fa il contrario».


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