Best practice

Quella scuola di Dalmine fra le top10 al mondo

L'organizzazione T4Education ha inserito l'Istituto Tecnico Industriale Marconi di Dalmine (Bg) nella top10 delle migliori scuole del mondo. A premiarla, i suoi percorsi di innovazione su cui lavora da oltre 10 anni in collaborazione con Junior Achievement e che quest'anno hanno coinvolto tutti i 1.250 alunni. Miriam Cresta, ceo di JA Italia: «L'imprenditorialità quando entra nelle scuole può trasformarsi in pedagogia educativa moderna di orientamento alla vita e al lavoro»

di Miriam Cresta

Ci sono due istituti tecnici italiani nella top10 delle World’s Best School secondo T4Education, un’organizzazione globale che riunisce 200mila insegnanti di 100 paesi e che supporta con iniziative formative e sostegno economico le eccellenze dell’istruzione mondiale. Una concorre al Premio per la categoria Innovation e una nella categoria Supporting Healthy Lives. A settembre sarà comunicata la rosa dei 3 finalisti. Da promotrice dell’innovazione nella didattica e delle competenze per il XXI secolo, sono particolarmente orgogliosa del successo dell’Istituto Tecnico Industriale Marconi di Dalmine in provincia di Bergamo, che con un processo iniziato più di dieci anni fa sotto la guida del dirigente Maurizio Adamo Chiappa ha introdotto e poi esteso diverse metodologie attive per promuovere lo spirito d’iniziativa come competenza chiave tra tutta la popolazione studentesca, coinvolgendo nell’ultimo anno tutti i 1.250 alunni, nessuno escluso.

Per raggiungere questo risultato, frutto di una visione ambiziosa e coraggiosa, gli insegnanti si sono lasciati ispirare dalla collega Selenia Scinaldi che aveva seguito i percorsi di formazione di Junior Achievement Italia e che con un background da architetta ha avviato anche una trasformazione degli spazi dell’edificio scolastico per renderli più idonei a queste modalità d’apprendimento partecipato e interattivo, oltre ad avere indirizzato l’aggiornamento delle skills di 60 colleghi con corsi di design thinking.

Armando Persico e Miriam Cresta con i ragazzi dell’Istituto Marconi durante l’hackathon

Ho trascorso una lunga mattinata in questo istituto anche la scorsa primavera, nel corso delle tre settimane dedicate agli hackathon che hanno coinvolto anche 15 aziende e 5 Its del territorio e che hanno visto 250 progetti sviluppati nell’arco di 80 ore in cui si è fatta scuola senza aule e senza libri di testo, ma con una tensione verso il risultato e la collaborazione rari tra giovanissimi e adulti. L’unica indicazione erano gli ambiti di attività legati a sfide contemporanee: Ambiente, Salute, Energia, Pari opportunità, Mobilità.

Insegnanti e imprenditori insieme

È stata un’emozione incontrare una comunità di insegnanti e di rappresentanti dell’imprenditoria locale così vibrante e responsabile nel rivedere e mettere in discussione i propri modelli di formazione a favore di modalità più efficaci e capaci di garantire una migliore qualità dell’esperienza scolastica dei giovanissimi studenti. Con orgoglio ho dialogato con Ezio Manzoni, uno dei volontari di ABB Italia ora in pensione ma ancora attivo nella scuola, con cui iniziammo questo percorso e con il collega Armando Persico, come me impegnato a promuovere l’educazione imprenditoriale da tutta la vita tra gli insegnanti italiani e d’Europa.

È un valore che gli studenti incontrati in quella giornata siano ora tra i miei contatti quotidiani su Linkedin. È prezioso poterli sostenere nei loro primi post in questa community di professionisti più adulti di loro ed è bello leggere nei loro racconti un senso di orgoglio e di appartenenza alla propria scuola. Alcuni di loro, fotografi appassionati, hanno anche documentato quella mattinata rendendo possibili gli scatti che accompagnano questo pezzo.

Una community per la transizione scuola-lavoro

Con questo approccio il Marconi sta anche formando un gruppo coeso di ex alunni che continueranno a supportarne le iniziative future, restituendo con gratitudine le esperienze e il supporto ricevuto nel compiere i primi passi verso il mondo del lavoro e la vita adulta con un meccanismo virtuoso. Attorno al Marconi c’è quindi una comunità ampia, che include ogni anno anche 3mila famiglie e che contribuisce a rendere la transizione tra la scuola e il mondo del lavoro un’esperienza di orientamento e formazione lungo tutti i cinque anni di carriera degli studenti, come dovrebbe essere e non quella corsa ad ostacoli negli ultimi anni o mesi per formalizzare una manciata di settimane di alternanza e una proposta di orientamento scolastico modesta e che non respira di un futuro prospero.

Studenti impegnati nell’hackathon

Alla fine di questa mattinata e a maggior ragione dopo avere visto il risultato eccezionale ottenuto a livello mondiale dal Marconi, resta forte in me la convinzione che l’imprenditorialità quando entra nelle scuole può trasformarsi in pedagogia educativa moderna di orientamento alla vita e al lavoro. Queste esperienze educative dovrebbero diventare modelli non solo da imitare, ma percorsi obbligatori per garantire esperienze di qualità di transizione scuola lavoro a tutti gli studenti italiani. Sarebbe doveroso in un Paese che con il proprio sistema d’istruzione produce il 17,5% di Neet e occupa il quinto posto nei paesi Ocse per disoccupazione giovanile.

Il percorso dell’Istituto Tecnico Marconi di Dalmine non finisce qui. Per supportare la scuola e portarla nella Top3 nel mondo, ecco il link per votare.

Miriam Cresta è CEO di JA Italia. Le foto dell’articolo sono state scattate dagli alunni del Marconi dei Dalmine

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.