Welfare

Quell’ideologismo che blinda il welfare

E l’Italia a che punto è? Parla Paola Menetti, presidente di Legacoopsociali

di Giuseppe Frangi

L'esempio inglese insegna che sui temi del welfare dobbiamo smetterla con approcci di tipo ideologico». Paola Menetti, neo presidente di Legacoopsociali, ha letto con grande interesse l?intervista a Peter Kyle. E si è appuntata alcune riflessioni.

Vita: Cominciamo da quello che l?ha colpita?
Paola Menetti: È inevitabile che in primo luogo colpiscano alcune assonanze con l?esperienza italiana. Anche qui si è affermato, a partire dalla legge 328, che il ruolo del Terzo Settore veniva riconosciuto e valorizzato, ma nei fatti poi non si sono impostate politiche coerenti di reale sostegno allo sviluppo di tale ruolo. Anche qui, anzi, i rapporti crescenti tra il Pubblico ed i soggetti del terzo Settore, come la cooperazione Sociale, si sono nei fatti bloccati su prevalenti logiche di convenienza economica. Anche qui si sta tentando di definire modalità nuove di affidamento dei servizi pubblici, che superino la logica dell?appalto assegnato soprattutto in base al prezzo per forme di partnership più matura, in cui elemento dirimente sia la qualità del servizio reso ai cittadini che ne usufruiscono. Ma lo si sta facendo molto lentamente, molto timidamente, e soltanto in alcune zone del Paese.E sul tema della riaffermazione del criterio della libera scelta del cittadino, che condivido molto, l?esperienza italiana è ancora più limitata, ed in molti casi sostanzialmente bloccata sulle diversi approcci ideologici.

Vita: Non c?è il rischio di una deriva economicista?
Menetti: Io non credo che si perda l?anima per il fatto che ci si pongono obiettivi di responsabilità sociale, li si rendono espliciti e trasparenti, e si cerca di perseguirli sviluppando competenza, capacità professionale ed efficienza; è più facile che l?anima si confonda se ci si propone soltanto come esecutori in percorsi di cui altri, il Pubblico in primo luogo, ritengano di avere la responsabilità esclusiva, o se ci si limita a fare solo testimonianza senza dare risposte credibili ai cittadini.

Vita: Quali ostacoli vede ad un percorso come quello inglese?
Menetti: Il primo problema è che prima ancora di decidere se il budget pubblico per ciascun cittadino debba essere speso dal cittadino secondo le sue scelte oppure gestito dal pubblico, serve definire questo budget, e per farlo in modo equo, ed appropriato, non si può prescindere dalla definizione di quali siano i livelli di assistenza considerati essenziali. Questo ancora non c?è. Il secondo è che rispetto a queste tematiche, le differenze tra le diverse regioni e zone d?Italia sono davvero enormi, e si vanno acuendo, piuttosto che diminuire. Parlare di libertà di scelta del cittadino senza considerare questi due aspetti, rischia di essere affermazione vuota, evocatrice di una possibilità data soltanto ad alcuni, e forse non ai più deboli.


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