Cultura

Quel segno che cambia la vita

Personaggio /La lezione di Alan Fletcher, il mitico grafico inglese, morto a 75 anni. Di Bruno Genovese

di Redazione

Alan Fletcher era un intellettuale, un uomo dotato di notevole curiosità e sensibilità; un inspirato graphic designer e un ?visual thinker?, come lo ha definito il Times nel doveroso tributo alla sua memoria. Alan Fletcher è stato cofondatore di Pentagram, uno degli studi più longevi e importanti nel panorama mondiale del design grafico; ed è stato presidente della Designers and Directors Association e della Alliance Graphique Internationale, eletto nella Hall of Fame del New York Art Directors Club, vincitore del Prince Philip Prize come Designer of the Year, consulente art director di Phaidon Press. Al suo attivo lavori per Reuters, Pirelli, Olivetti, Lloyd?s di Londra, Commercial Bank of Kuwait, Albert & Victoria Museum. Fin qui l?uomo e la sua professione. Ma «il design non è qualcosa che fai, è un modo di vivere», amava dire. Ed è l?esatta fotografia di come il designer ha interpretato il ruolo del progettista, ampliandone i confini verso un modo di essere, di sentire e di porsi davanti alle cose. «Amo riportare ogni cosa alla sua essenza assoluta; perché è l?unico modo per evitare di rimanere intrappolato in uno stile». Sono queste parole che toccano chi vive di design, spesso costretto a un incerto equilibrio tra il significato di un progetto e la sua rappresentazione estetica. Spesso tentato da una firma che ne testimoni inequivocabilmente la paternità, senza rendersi conto che sono sensibilità, capacità interpretativa, personalità e abilità tecnica che determinano e riconducono il successo di un progetto al proprio autore. «La nostra tesi è che ogni problema visivo ha un numero infinito di soluzioni; che molte di queste sono valide; che le soluzioni devono derivare dal problema; che il progettista non dovrebbe avere uno stile grafico precostituito». Fletcher è stato un progettista dedito alla professione con onestà deontologica e intellettuale, capace di individuare il senso ultimo delle cose e di comunicarlo, arricchendolo, senza mai cedere alle mode o tradire l?ansia di imporre ovunque il proprio stile; eppure – paradossalmente – uno stile inconfondibile perché figlio di un preciso metodo e di un modus vivendi. Alan Fletcher era nato a Nairobi nel 1931 ed è scomparso silenziosamente nella sua casa studio di Notting Hill Gate a soli sei giorni dai suoi 75 anni. Quello che resta, indelebile, è l?eredità del segno e del pensiero.

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