Luigi Bobba, presidente delle Acli, ha ben presente la sorpresa di quella giornata con l?allora cardinal Ratzinger nella sede Acli a parlare di un altro porporato, Antonio Pavan. «Mi aspettavo un uomo duro, un po? teutonico, invece mi trovai davanti un personaggio capace di toni affettuosi e di parole piene di umanità. Un uomo cordiale che andò subito oltre i formalismi. Ma non fu l?unica cosa che mi è rimasta impressa di quel giorno».
E quali sono gli altri ricordi? «In particolare mi colpì la sua insistenza sul concetto di recta ratio. Ne parlò come di un dono che Dio dà all?uomo per guidare la condotta di ogni giorno. Un dono che riempie di fiducia i rapporti quotidiani. E che permette di superare i problemi senza farsene travolgere. Poi sottolineò il peso concreto che hanno le realtà invisibili e che rende quindi tanto importante la preghiera».
Ritrova quei ricordi nel Ratzinger eletto Papa? «Certamente. Ero a San Pietro e quella definizione di ?lavoratore umile della vigna del Signore? mi ha colpito. è l?esaltazione dell?attività ordinaria, quotidiana come premessa alla missione. Davvero un bell?inizio. Del resto ha ereditato nel nome quel grande Papa della pace che fu Benedetto XV. Mi è sembrato di cogliere subito due segnali importantissimi. Il primo va nella direzione dell?impegno per la pace; il secondo, come ho già detto, è il senso del lavoro che tocca la quotidianità di ogni uomo».
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