Sostenibilità
Quel piano dei trasporti nascosto nel cassetto
Centralità ai problemi della mobilità urbana, più spazio a ferrovie e autostrade del mare, investimenti sulla logistica: Progetti del 2001. Rimasti lettera morta. di Lucio Biancatelli
di Redazione
Con Anna Donati, senatrice e responsabile Trasporti dei Verdi, Ecomondo fa il punto sul Pgtl, il Piano generale dei trasporti e della logistica ossia il documento che dovrebbe tracciare le linee guida delle politiche della mobilità in Italia, che il governo Prodi aveva presentato nel 2001 e del quale sembrano essersi perse le tracce.
Ecomondo: Senatrice Donati, che fine ha fatto il Piano dei trasporti?
Anna Donati: È stato annientato dal governo Berlusconi. Da un lato la Legge Obiettivo ha stabilito che la lista delle opere strategiche avrebbe costituito una automatica integrazione della lista di opere incluse nel Pgtl, e poi ha disapplicato completamente la Valutazione ambientale strategica prevista nel Piano, che avrebbe dovuto selezionare gli interventi infrastrutturali per stabilire le priorità concrete. Il risultato è che si è allungata a dismisura la lista delle opere da realizzare, fuori da ogni politica dei trasporti sostenibili e di riequilibrio modale verso cabotaggio, vie del mare e ferrovie. Con la Legge Obiettivo siamo tornati alla logica di ?solo infrastrutture? che il Pgtl aveva, non senza fatica, superato anche per la necessità di integrare le politiche della mobilità con quelle delle opere pubbliche, che erano state sempre decise e gestite in modo separato.
Ecomondo: Che tipo di politica dei trasporti veniva delineata dal Piano?
Donati: Si puntava apertamente alla mobilità sostenibile e alla centralità a città ed aree metropolitane come perno su cui orientare le scelte strategiche. Riconosceva, inoltre, i benefici indiretti di sistemi apparentemente più costosi come il trasporto collettivo in città e quello ferroviario e faceva del riequilibrio modale delle merci verso il trasporto su ferro, il cabotaggio e lo sviluppo delle autostrade del mare, obiettivi concreti e misurabili. Dava valore al concetto di logistica, come un sistema innovativo e avanzato sul piano tecnologico, capace di integrare, far cooperare e rendere efficiente l?intera catena nei trasporti delle merci. Certamente il piano aveva anche debolezze evidenti, in particolare due: una robusta lista di infrastrutture da realizzare, da selezionare successivamente con una Valutazione ambientale strategica e, secondo, l?incertezza degli strumenti attuativi e finanziari che erano rinviati al futuro.
Ecomondo: Quali dovrebbero essere, secondo lei, le politiche e gli interventi necessari per una politica dei trasporti e della mobilità in Italia?
Donati: Mettere al centro delle azioni la mobilità urbana nelle città e nelle aree metropolitane, che sono congestionate e inquinate e in cui è sempre più difficile muoversi. Aumento del servizio e delle reti per il trasporto collettivo, promozione della bicicletta, riorganizzazione del trasporto merci, parcheggi per residenti e aree pedonali, sistemi telematici di controllo e gestione. Il decollo delle vie del mare per offrire immediate alternative al trasporto su gomma. Il rilancio delle ferrovie: miglioramento del servizio e nuovo materiale rotabile, investimenti sui nodi ferroviari metropolitani e aumento dell?offerta di trasporto locale, investimenti di adeguamento della rete esistente, completamento della linea veloce Torino – Milano – Napoli. La riduzione della mortalità e dell?incidentalità sulle strade. Logistica e intermodalità richiedono una incisiva azione di sostegno, con regole e incentivi per aumentare l?efficienza del sistema, l?integrazione tra le diverse modalità di trasporto, il miglior uso delle infrastrutture e dei servizi esistenti.
Ecomondo: Cosa ci insegna la vicenda della Val Susa?
Donati: Che le infrastrutture non si realizzano con le scorciatoie, vale a dire semplificando la valutazione ambientale, saltando completamente i sindaci dei territori interessati, indebolendo la capacità di controllo da parte della pubblica amministrazione, come la Legge Obiettivo del governo Berlu-sconi impone. Ma non solo, ci insegna anche che la stessa utilità di una opera pubblica deve essere dimostrata in modo inequivocabile. Proprio quello che il caso della Tav Torino – Lione non poteva dimostrare, perché numeri e dati di traffico dimostrano in modo palese che il nuovo valico non è la priorità per il rilancio del trasporto ferroviario di merci. Ma nella vicenda della Val Susa è mancato anche qualcos?altro: è mancata una coerente politica dei trasporti di sostegno alla crescita del trasporto ferroviario da parte del governo, che vuole realizzare anche nuovi tunnel autostradali, sostiene attivamente l?autotrasporto con il contributo di 475 milioni di euro inseriti nella legge finanziaria 2006 e non ratifica in Parlamento la Convenzione delle Alpi. Infine, c?è un ultimo insegnamento che voglio sottolineare: senza il dialogo e il consenso di sindaci e comunità locali non è certo possibile realizzare nessuna opera di interesse generale.
Tutti i cantieri in rete
Monitorare e descrivere l?attuale situazione delle opere pubbliche in Italia e dei loro riflessi sull?ambiente, dalle autostrade all?Alta velocità, passando per il Mose e il Ponte sullo Stretto di Messina. Questo l?obiettivo di un sito lanciato in questi giorni dalle organizzazioni ambientaliste: WWF, Legambiente, Italia Nostra, Associazione Bianchi Bandinelli, Comitato per la bellezza, in collaborazione con il Gruppo Verdi al Senato. L?obiettivo è soprattutto quello di mostrare nel dettaglio l?inutilità di molte opere, dati alla mano, e il loro pesante impatto sull?ambiente, o le loro alternative praticabili.
Il sito approfondisce le politiche italiane ed europee sulle opere pubbliche, la normativa nel dettaglio (dal Piano generale dei trasporti alla Legge Obiettivo) e per ogni opera presenta osservazioni e documenti, i costi/benefici, le possibili alternative ai progetti, le posizioni di sindaci e amministratori (se favorevoli o contrari, e perché) gli atti parlamentari e i ricorsi, news e documenti. Insomma, sulle grandi opere non ci saranno più misteri.
www.infrastrutturesosambiente.it
Identikit in verde
Anna Donati, madre di un bambino di nove anni, è esperta di tutela del territorio, mobilità sostenibile e investimenti infrastrutturali. Senatrice e responsabile Trasporti dei Verdi, è stata consigliere d’amministrazione delle FS, assessore alla Mobilità del Comune di Bologna e responsabile Trasporti del WWF Italia.
di Lucio Biancatelli
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