Formazione

Quel milione di sfollati

Da Beirut, parla Marco Rotelli di Intersos

di Riccardo Bagnato

Lui, Marco Rotelli, 32 anni, è uno dei cooperanti che Intersos ha inviato in Libano a sostenere l?azione del comitato emergenze ?Italia Aiuta? di cui fanno parte – oltre alla stessa Intersos – Cosv, Cesvi e Coopi: ha innanzitutto sostenuto le attività della Caritas libanese che conta 30 centri dislocati in tutto il paese, distribuendo gli aiuti giunti a Beirut a metà agosto con una nave noleggiata dal Pam (Programma Alimentare Mondiale) delle Nazioni Unite.

Vita: E ora?
Marco Rotelli: Ora stiamo continuando a dare sostegno a quasi un milione di sfollati che stanno rientrando nei villaggi e nelle città che erano state abbandonate. Le strade hanno subito gravi danni, i ponti non sono che enormi lastre di calcestruzzo schiantate al suolo, lungo tutto il percorso macerie e crateri. Adesso potremo distribuire parte degli aiuti giunti con una seconda nave, la San Marco, arrivata qualche giorno fa. Parliamo di 500 tonnellate di aiuti che la Protezione civile italiano ha messo a disposizione anche delle Ong.

Vita: Quali sono le emergenze dopo la tregua?
Rotelli: C?è ancora molta tensione. Ma direi che la situazione è radicalmente cambiata. Ora si tratta per noi di far fronte a tre principali problemi: quello del supporto psicologico ai bambini rimasti traumatizzati dagli effetti dei bombardamenti così come ci è stato suggerito da Unicef con cui collaboriamo. Ma dobbiamo fare educazione e prevenzione al rischio mine e bombe inesplose. Giacciono ovunque, nei giardini, nei parcheggi, lungo le strade, nei cortili delle scuole che fra qualche settimana dovrebbero riaprire.

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