Non profit

Quel miliardo e mezzo di bicchieri vuoti di Davide Nordio

Le parole della marcia/Acqua. Petrella, docente all’università ed esperto in risorse idriche: "bere non è un bisogno, ma un diritto"

di Redazione

Fin da piccoli ci insegnano a dare una ciotola d?acqua ai gattini randagi. Immaginiamoci che improvvisamente in Europa nessuno lo faccia più, causando la morte di 50 milioni di gatti. Sicuramente ci saranno persone che scenderanno in piazza per protestare contro questa strage disumana. Ma quanti scendono in piazza adesso per protestare contro il miliardo e mezzo di persone che non possono accedere all?acqua?». Un efficace esempio, senza dubbio, quello con cui Riccardo Petrella illustra il problema della scarsità di risorse idriche. 60 anni, docente di Globalizzazione all?università Cattolica di Lovanio, Petrella coordina il Comitato internazionale dell?acqua, un organismo nato con l?obiettivo di rendere l?acqua una risorsa accessibile a tutti. Un progetto di grande respiro, ben spiegato nel Manifesto dell?acqua…
Vita: Professore, come nasce l?idea del Manifesto dell?acqua?
Riccardo Petrella: Nel 1991, con il Gruppo di Lisbona e la pubblicazione de I limiti della competività. Secondo noi la logica della competività non può essere il criterio guida dell?economia mondiale. A questa contrapponiamo la cooperazione attraverso la stipulazione di quattro contratti mondiali: sull?avere, sulla cultura (il rispetto dell?alterità), sulla democrazia e sulla terra. All?interno di quest?ultimo trova spazio la tematica sull?acqua.
Vita: è una domanda fondamentale: acqua, diritto o bisogno?
Petrella: È una questione cruciale. Se l?acqua è un bisogno, allora è lecito ogni business. Se invece è un diritto, la prospettiva cambia radicalmente. Ci stiamo mobilitando per far passare quest?ultimo concetto, perché pensiamo che non si può gestire un bene fondamentale come l?acqua alla stessa stregua del petrolio, come di fatto sta accadendo. La questione non è per niente banale, tant?è che ci muoviamo controcorrente.
Vita: Perché?
Petrella: Il Forum de L?Aja, nel 2000, ha visto ben 118 rappresentanti di vari Paesi del mondo firmare un documento che definisce l?acqua un bisogno, con tutto quello che ne consegue.
Vita: Dunque avremo un Sud del mondo sempre più assetato?
Petrella: è logico. Ma non guarderei soltanto al Terzo mondo, ma anche alla nostra Italia. Nel Sud, il 70 per cento della popolazione non ha accesso all?acqua in maniera continuativa e sufficiente. In alcuni capoluoghi l?acqua viene distribuita una volta alla settimana. Il nostro Paese è il più grande consumatore di acqua in Europa, ma solo il 40 per cento è utilizzato per mangiare e bere. La maggioranza viene utilizzata da industria e agricoltura, che la paga pochissimo e ci restituisce inquinamento. Città come Milano non hanno un depuratore. I pozzi in Italia sono oltre un milione, ma non si sa quanto estraggano.
Vita: Prendendo però le parti dell?avvocato del diavolo, bisogna riconoscere che ci sono dei costi per trovare e distribuire l?acqua. è logico che quindi debba avere un prezzo.
Petrella: Certo. Ma un conto sono i costi, un conto è fare business su un bene essenziale. Per questo è necessaria un?autorità mondiale per l?acqua, una specie di parlamento democraticamente eletto, anche perché non ci si può affidare a realtà come il Fmi o la Banca mondiale che già hanno sposato la causa della privatizzazione dell?acqua, tant?è vero che la mettono come condizione per aiutare i paesi poveri a risollevarsi. I costi vanno sostenuti con un finanziamento collettivo. Si dice che necessitino oltre 850 miliardi di dollari per far arrivare l?acqua dappertutto: secondo noi ne basta la metà e potrebbero essere trovati con iniziative di fiscalità mondiale. Infine, poiché l?acqua è di tutti, bisogna che questa risorsa sia gestita da autorità locali, non dalle multinazionali come avviene ora.
Vita: Un progetto ambizioso?
Petrella: Ne siamo consapevoli. Occorre cambiare mentalità su tutto per risolvere quella che è la crisi del vivere insieme, dove ormai è pacifico dire che per avere ogni cosa bisogna pagare. Ci sono delle cose che non possono rispondere a questo criterio. Bisogna battersi contro il fatto che ci fa dire che una questione come l?acqua, che riguarda un miliardo e mezzo di persone, non è un problema
Vita: I prossimi obiettivi ?
Petrella: La partecipazione a Rio +10, al terzo Vertice della terra sullo sviluppo sostenibile, che si terrà a Johannesburg, al fine di far inserire nelle risoluzioni finali tre dei principi fondamentali del Manifesto dell?acqua. Nel 2003, a Kyoto c?è il Forum mondiale sull?acqua dove sarà presentato il Rapporto mondiale: struttura e contenuti saranno decisi a dicembre a Bonn alla conferenza Freshwaters.
Info: Gruppo di Lisbona: 30, rue Morose – 1030 Brussels
tel. +32.2.2451898 fax +32.2.2452108

www.cipsi.it/contrattoacqua/

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.