Non profit

Quel messaggino sarà buono ma non perfetto

Uno strumento che ha garantito decine di milioni e conquistato un italiano su due. Ma un meccanismo tanto utile non è immune da difetti. Proviamo a scoprirli (di Gabriella Meroni e Chiara Sirna).

di Gabriella Meroni

"Mandate un sms al numero? e contribuerete a far felici migliaia di bambini!": quante volte abbiamo sentito questo appello in televisione, in radio o sui giornali. Non c?è che dire, gli sms solidali sono il mezzo di fundraising nel quale gli italiani si imbattono più di frequente, e che senza dubbio utilizzano più spesso e volentieri: secondo un?indagine Doxa, nel 2006 addirittura 26 milioni di persone hanno messo mano almeno una volta al cellulare per donare 1 o 2 euro. Una vera manna per le associazioni, che hanno subito sposato l?idea, facile e veloce, traendone notevoli vantaggi. Le cifre sono lì a dirlo: sempre nel 2006 Tim, Vodafone, Wind e Tre, insieme a Telecom Italia, hanno trasferito ben 42 milioni di euro a 68 progetti solidali (nel primo semestre 2007 si registra però una flessione: ?solo? 10 milioni). Ma come funziona in pratica questo meccanismo tanto amato? Semplice: tra l?associazione e l?operatore viene siglato un contratto, detto «di mandato speciale con rappresentanza», con cui l?operatore telefonico diventa «mandatario» dell?associazione per la raccolta di fondi tra i propri clienti; tutto ciò si svolge a titolo gratuito per l?associazione, che da parte sua si impegna a promuovere l?iniziativa di solidarietà a livello nazionale tramite «i maggiori media».

Dettagli dimenticati
Fin qui, tutto bene. C?è da dire però che il contratto non entra nei particolari; sorvola ad esempio su dettagli di una certa importanza, e cioè sulle modalità di rendicontazione dei fondi raccolti tramite gli sms; sulle condizioni alle quali si possono richiedere informazioni aggiuntive all?operatore; perfino, in alcuni casi, sui tempi effettivi di accredito delle somme. Gli effetti di tanta indeterminatezza si vedono. E potrebbero essere uno spunto affinché questo prezioso strumento di raccolta fondi, il cui ?ritorno? in termini economici per le associazioni è indiscusso e che peraltro produce positivi effetti di immagine anche per le compagnie telefoniche, venisse migliorato all?insegna della massima trasparenza ed efficacia, nell?interesse di tutti. Partiamo dagli ?aventi diritto? alla donazione. La pubblicità – che, diciamolo subito, tocca alle associazioni assicurare – lo specifica raramente, per non dire quasi mai, ma per tre operatori mobili su quattro chi possiede un telefonino con contratto ?business? (gli aziendali, per intenderci) non è abilitato – o lo è solo parzialmente – a inviare un sms solidale. È Vodafone ad accettare tutti i messaggi da aziendale, mentre 3 pone alcune condizioni. Stesso discorso per chi invia un sms ma non ha credito nel cellulare; in questo caso il messaggio parte comunque (e quindi il cliente crede di aver donato) salvo poi non arrivare a buon fine. Se, tenendo presente questi limiti, si va a controllare una raccolta a caso tra le più importanti in Italia, quella di Airc, sorgono le prime domande. In occasione della Giornata per la ricerca sul cancro 2006 (tre giorni di eventi televisivi più un mese di tempo per inviare gli sms) a Vita risulta che Vodafone accreditò ad Airc l?1,5% in più (addirittura) rispetto al numero di sms inviati dai propri clienti, mentre Wind e 3 rispettarono sostanzialmente la proporzione: 100 sms da 1 euro, 100 euro devoluti. Veniamo a Tim: qui lo scarto tra numero di messaggi e somme accreditate è notevole (oltre il 13% in meno); stessa storia per le donazioni da telefono fisso Telecom Italia, oltre l?8% in meno rispetto al numero dichiarato di donazioni. Alla ong Cesvi nel 2006 andò peggio: -27,9% tra sms inviati e somme ricevute con Tim, -8,5% da telefono fisso, nessun rendiconto sul numero di sms dei clienti Wind e 3, addirittura +4,3% da Vodafone. Come si spiegano percentuali così diverse? Quanto pesano davvero i clienti business? Secondo stime attendibili, in Italia sarebbero oltre il 10% del totale: perché Wind e 3 accreditano alla fine cifre pressoché prive di scarto ad Airc? Eppure 3 dichiara una quota «fisiologica» di sms non validi del 3%. E i messaggi inviati da chi non ha credito, sono compresi o no nel conteggio del numero totale di messaggi? Nel contratto non sono previsti obblighi di rendicontazione, la maggior parte delle associazioni non chiede delucidazioni, ogni operatore sceglie di comportarsi diversamente, a soffrirne è la cosiddetta accountability dell?intero sistema.

Resoconti? Un optional
Una cosa è certa: nel momento in cui le somme vengono materialmente trasferite sui conti correnti dei beneficiari, non sono accompagnate da alcuna specifica sulla quantità di traffico, gli sms validi o non validi per qualunque motivo. Non solo: una pur parziale trasparenza sul numero di messaggi è riservata alle grandi organizzazioni (anche Ail, per esempio, ha ricevuto un rendiconto «in tempo reale» da tutti gli operatori, per le trasmissioni tv del 2007), mentre le piccole realtà ricevono un trattamento diverso, apparentemente senza un preciso criterio. Citiamo a campione: la Fondazione Vialli e Mauro per una campagna del 2005 (raccolta: 25.519,17 euro) ha potuto contare su resoconti via sms quotidiani da Vodafone e Wind, e alla fine della campagna da Tim, nulla da 3; Parent Project (171.889 euro raccolti nel 2006) solo da Tim «nel corso della campagna»; idem la Fondazione Corti e L?Africa Chiama; Spazio prevenzione onlus (14.769 euro raccolti), invece, era informata quotidianamente via email solo da Vodafone; Save the Children da tutti gli operatori, seppur in tempi e modi diversi; la Fondazione Banco Alimentare è stata aggiornata da tutti, tranne che da 3. Il Banco Alimentare ha poi fatto un passo in più: ha chiesto infatti di vedere (rigorosamente a pagamento) i resoconti precisi del numero di sms ?validi? ricevuti da tutti gli operatori per la campagna collegata alla Colletta alimentare 2006. Da questo prezioso documento si apprende che i messaggi andati a buon fine sul totale di quelli inviati sono l?80,2% per Tim, il 97,3% per Vodafone, il 98% per Wind e appena il 52,4% per Telecom rete fissa (da 3 nessun rendiconto). Insomma, per le associazioni gli sms solidali si sono rivelate una benedizione. Hanno mandato (quasi) in soffitta le code alla posta per compilare i bollettini, i costosi bonifici bancari e perfino le carte di credito, raggiungendo un pubblico di donatori giovane e tutto da fidelizzare. Non vale la pena sforzarsi per renderlo ancora migliore? ha collaborato

Gabriella Meroni e Chiara Sirna
ha collaborato Daniela Verlicchi

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