Formazione

Quel Capitalismo da fifoni

Analisi. Cosa insegnano i casi Rcs e Antonveneta.

di Francesco Maggio

Che strano, incomprensibile o forse solo e chissà per quant?altro tempo ancora semplicemente, drammaticamente provinciale rimane il capitalismo nostrano. Capitalismo industriale, per quel che ancora è possibile definire tale. E finanziario, per quel che finalmente aspira a diventare tale. Per rendersene conto basta guardare ai due fronti più caldi del momento: il tentativo di scalata alla Rcs dell?immobiliarista Stefano Ricucci e, quello all?Antonveneta, dell?amministratore delegato della Banca popolare di Lodi Gianpiero Fiorani. Due storie, due emblemi , innanzitutto culturali, del ritardo accumulato da un certo nostro establishment economico cui piace tanto definirsi ?salotto buono?. Ritardo di cui si fa fatica a immaginare come possa essere recuperato se non auspicando una sana ?distruzione creativa? di schumpeteriana memoria. I cui artefici, diciamolo pure, dovrebbero e potrebbero essere anche i cittadini che molto spesso non sono consapevoli di quanto potere dispongono. Cominciamo dal caso Rcs. La questione è nota: c?è un costruttore (peraltro molto invidiato per via della sua love story con Anna Falchi) che in questi anni ha accumulato un sacco di soldi grazie al boom immobiliare e che adesso sta spendendo centinaia di milioni di euro per entrare in via Solferino. Le voci su chi ci sia dietro di lui, su chi gli stia prestando queste montagne di quattrini si sprecano. C?è qualcosa che non va? C?è qualcosa di troppo opaco in queste operazioni? Bene, indaghino le autorità competenti: la Consob, la magistratura, chiunque. Ma lo spettacolo che stanno offrendo gli aderenti al patto di sindacato che controlla la maggioranza assoluta del capitale Rcs e che sono terrorizzati dall?arrivo del ?palazzinaro?, è deprimente. Si riuniscono di domenica, approvano in tutta fretta norme anti Opa (di dubbia efficacia), salvo poi proclamarsi campioni del libero mercato, delle liberalizzazioni, del ricambio generazionale, senza mai dimenticare, naturalmente, di affermare davanti a ogni microfono che gli si piazzi davanti che c?è perdita di competitività e che c?è bisogno di terapie d?urto. Sic! Quanto alla conquista dell?Antonveneta, alla difesa dell?italianità delle banche di cui il governatore Fazio ha fatto una bandiera, siamo giunti alla paralisi: la banca è senza consiglio di amministrazione perché la battaglia Lodi-Abn, com?era facile immaginare, è finita in tribunale. La reputazione di via Nazionale è (eufemisticamente) al ribasso e c?è pure chi rimpiange il vecchio Cuccia, custode insuperato del ?salotto?. Nel frattempo, l?amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo ha adocchiato una nuova preda, la tedesca Hvb, ha chiesto e ottenuto dal cda il mandato per vagliare le condizioni di una possibile fusione ed è volato in Germania a trattare. In proposito, il governo tedesco si è affrettato a porgere il benvenuto all?operazione: «Gli stranieri sono i benvenuti», hanno detto al ministero delle Finanze. Mister bond Canone inverso. E’ giunto il momento di un po? di outing anche per Mister Bond: sono italiano e pago il canone Rai. Ora, io sono tenuto a pagare il canone per avere un servizio pubblico. Ma se la Rai decide invece di essere una tv commerciale e, come tale, insegue un attivo di bilancio inzuppando tutto quello che vedo di pubblicità e mancando di darmi quello che reputo un mio diritto pubblico quali sono i Mondiali di calcio, qualcuno mi spiega perché l?attivo se lo deve pappare il Tesoro ? Essendo che la Rai ha incassato i miei soldi sotto la voce ?canone per servizio pubblico? ed essendo che poi non mi ha fornito un servizio pubblico, perché quei soldi vengono ora dati al Tesoro sotto forma di dividendo? Non è un falso in bilancio? Fazio 1 e 2. Finito di leggere le considerazioni finali, Fazio si è ritirato in ufficio assieme a collaboratori, qualche amico e familiari. Ad essi ha espresso il suo stupore perché nessuno al governo si è preoccupato più tanto per i dati Istat, Ocse, Fmi ed Ue sullo stato dei conti pubblici italiani. Ha tutte le ragioni, il governatore. Al punto che questa preoccupazione avrebbe potuto esprimerla anche nelle sue considerazioni finali. Massoni. In Italia è vietato pronunciare una parola: massoneria. Ma è possibile capire quanto è avvenuto nella vicenda della nomina, da parte del Tesoro, di Monorchio alla presidenza Rai oppure quanto sta avvenendo nella vicenda Mps-Bnl, senza parlare di massoneria?


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