C?è un aggeggino chiamato ?safety tutor? che salva molte vite. Che costringe l?italiano medio sempre pronto a schiacciare il piede sull?acceleratore a rallentare un po?, almeno in alcuni tratti. Non sarà solo merito suo, sicuramente, ma questo sistema di controllo semplice ma efficace (basato sulla misura dei tempi di percorrenza di tratti autostradali da parte del veicolo) ha di certo contribuito in misura non trascurabile a quel -20% di morti registrati nel 2007 sulla rete autostradale. Lo dicono i numeri: sui 1.224 chilometri di carreggiata su cui è attivo, si è già registrata una riduzione del tasso di mortalità di circa il 50%. Fioccano le multe, certo (in alcuni tratti si è arrivati a calcolarne 6,2 ogni ora), ma si salvano vite e lo Stato risparmia un po? degli altissimi costi sociali legati ai morti sulle strade. C?è quindi da augurarsi che non sia solo una promessa quella fatta dall?ad del Gruppo Autostrade che per l?anno 2008 ha promesso di aggiungere altri 902 chilometri alla rete coperta da queste vedette elettroniche a cui nulla sfugge.Perché la battaglia deve continuare, visto che i morti sulle autostrade continuano ad essere troppi: nell?ultimo triennio il 24% ha riguardato guidatori stranieri, il 36% è avvenuto nelle ore notturne (la metà a causa di colpi di sonno), il 25% è stato causato da manovre sconsigliate o vietate. Nel 40% dei casi sono stati i tamponamenti a fare vittime. Ma – ed è il dato più impressionante – la velocità è stata una concausa nella metà degli incidenti mortali. Evviva il tutor, quindi. Con la speranza che forse un giorno non ce ne sarà più bisogno, perché saremo noi a fare da tutor a noi stessi.
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