Sostenibilità

Quei segni concreti del nostro attivismo

di Redazione

di Fulco Pratesi*
Trovo indovinato lo slogan del WWF per la Giornata delle Oasi  «Più siamo più natura salviamo». Andando indietro nel tempo questa frase ricorda un po’ l’imperativo mussoliniano «Il numero è potenza»,  ma nonostante ciò sono sicuro che avrà un notevole effetto sul pubblico. Quando, nell’ormai lontano 1967, il WWF decise di prendere in affitto i diritti di caccia sul lago di Burano in Maremma (quello che fa da sfondo all’immagine della Giornata Oasi) per salvare 10mila uccelli acquatici migratori, avevamo in tutto meno di 800 soci che pagavano mille lire l’anno. E il fitto era di 4 milioni di lire, più lo stipendio della guardia. La cosa funzionò e l’aumento degli associati andò di pari passo con quello dei fondi disponibili per la temeraria impresa. E il Lago di Burano, ove il 19 aprile si svolge la Giornata delle Oasi 2009, è ancora una delle più belle e amate tra le nostre più di 100 aree protette. E furono migliaia e migliaia i generosi che da ogni parte d’Italia nel 1985 ci aiutarono, con contributi anche minimi, ad acquistare i 3mila ettari della meravigliosa foresta di Monte Arcosu in Sardegna, acquisto che ci ha consentito di salvare il cervo sardo minacciato di definitiva estinzione. 
Ancora oggi, se vogliamo ottenere risultati importanti e concreti nella difesa di un territorio, nella gestione di un’area protetta, negli interventi sul campo a salvaguardia di una specie o di un biotopo, il fatto di avere alle spalle una massa di soci disponibile ad essere coinvolta in azioni spesso al limite dell’utopia, rende il lavoro meno faticoso e i risultati più certi. Perché la nostra scelta, fin dai primi anni, non è stata quella di rimanere un gruppo riservato ed elitario di persone impegnate in battaglie ideologiche e culturali, spesso senza risultati concreti.

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