Famiglia

Quei forti per Venezia

Erano nate come strutture di guerra. Sono diventate grandi simboli di pace. Nell’entroterra della laguna alcuni grandi forti sono stati recuperati da associazioni e da cittadini.Di Barbara Pianca

di Redazione

Le lungaggini della burocrazia amministrativa, la poca efficacia dell?intervento politico e le difficoltà tecnico-giuridiche non hanno fermato la popolazione del veneziano. Gli ex operai di Porto Marghera, con i polmoni grigi e la memoria ferita dalle vicende note, dubbie e complicate della chiusura delle fabbriche, non gettano la spugna e invece di piangere tirano fuori i denti. Dopo essere stati defraudati di lavoro e salute, urlano a gran voce il loro diritto a un po? di verde. Perché loro il verde l?avrebbero trovato, un verde vicino casa e con l?aria pulita. Si tratta degli spazi del Demanio militare in cui furono costruiti i fortini di protezione del più grande Forte Marghera. Dopo la loro demilitarizzazione negli anni 80, il Demanio smise di prendersene cura e il Comune non riuscì a intervenire. Senza munizioni Mentre i politici rimanevano incatenati nelle morse della burocrazia, gli abitanti dei quartieri in cui sorgevano i fortini si organizzarono per fare dal basso quello che dall?alto non si riusciva a fare. Nascevano comitati spontanei che spingevano il Comune all?acquisto e alla cura dei Forti. Vi raccontiamo una storia in cui la società civile salva un luogo pubblico, vincendo per entusiasmo e dedizione sincera. I Forti del Campo Trincerato di Mestre risalgono alla fine del XIX secolo: dopo la caduta di Forte Rizzardi e Forte Manin, Forte Marghera, rimasto solo a difendere Venezia, aveva bisogno di un circuito protettivo in grado di tener d?occhio le zone in direzione Trento-Bolzano e Padova-Ravenna. Ma da questi Forti poi non si sparò mai: un errore di calcolo sulla lunghezza delle gittate dei cannoni li rese fin da subito utilizzabili solo come depositi di munizioni. Dal 1950 al 1980 circa, il controllo settimanale da parte degli ufficiali militari è stata la loro unica manifestazione di vitalità. La successiva decisione di smilitarizzarli ha dato inizio a un decennio di vandalismo e degrado che ha sollevato l?indignazione dei cittadini. I quali, organizzati per quartieri, hanno ottenuto un comodato gratuito per entrare nei forti Gazzera, Vallon, Tron e Rossarol e nei loro parchi a patto che se ne prendessero cura. Attorno ad alcune delle costruzioni militari, le aree verdi hanno dato vita a veri e propri ecosistemi, oasi naturali che, per il fatto di essere così vicine alla tangenziale e a Marghera, si potrebbero confondere con un miraggio. Chi sono gli eroi Graziano Fusati, presidente del Comitato per Forte Gazzera, racconta che nel parco di questo forte in pietra d?Istria, distante solo 500 metri dalla trafficatissima tangenziale, ci sono le lucciole (garanzia di aria pulita) e le rondini, che da quattro anni sono tornate a nidificare. Il comitato, composto da una quindicina di dinamici e giovanissimi ultrasessantenni ex operai di Porto Marghera, ha fatto miracoli gratis, bonificato i locali, riaperto porte e finestre (tappate perché gli stanzoni erano stati affittati per una fungaia), predisposto un impianto luci, organizzato visite guidate perché il pubblico potesse godere di questo patrimonio collettivo. Con loro il Comune (affittuario del Demanio militare) ha risparmiato, azzarda Fusati, fino a 250mila euro. «Dal 1998 a oggi, abbiamo accolto una media di 10mila visitatori l?anno, aprendo una sola domenica al mese», precisa orgoglioso. «Con le offerte abbiamo installato nei locali il Museo dei mestieri antichi, recuperando gli attrezzi che il signor Pino De Riva collezionava nel suo magazzino; la miglior esposizione di minerali della provincia, allestita dopo un lavoro durato sei mesi e molte notti; una sala di presepi degli artigiani locali. Abbiamo anche ottenuto il modellino della cupola restaurata della chiesa dei Carmini, che esporremo con tutte le spiegazioni!» L?inghippo politico Ma c?è un problema. I Forti sono del Demanio militare e, a rigore, come precisa la dottoressa Volpato, dirigente del Patrimonio per il Comune di Venezia, i militari non c?entrano niente con le vicende di Porto Marghera. La situazione è complessa. Fusati non si spiega come mai il Comune non sia mai riuscito ad acquistare i Forti. Nel 1996 la legge 662 ha consentito al ministero della Difesa di mettere in vendita i propri beni per autofinanziamento, con diritto di prelazione dei Comuni in cui sorgono i siti in vendita. Per vent?anni il Comune è stato nel pantano mentre i comitati hanno fatto numeri acrobatici. Quando è uscita la legge Tremonti, che permette allo Stato di finanziarsi vendendo i propri beni attraverso il ministero della Finanza con perdita del diritto di prelazione da parte dei Comuni, Fusati, Paolo Cacciari e altri irriducibili hanno cominciato seriamente a spaventarsi. E se un privato avesse acquistato i Forti? E se non potessimo più goderne gratuitamente dopo tutti questi anni di fatica? Dopo un periodo di panico in cui proteste e pressioni non sono state risparmiate al Comune, il Demanio risponde che una sua commissione a Roma è stata informata dell?accordo informale per cui i Forti non rientrerebbero nell?elenco della Tremonti, rimanendo sotto la disciplina della 662/96. Le trattative con la Consap sono pertanto continuate e finalmente è arrivata la bellissima notizia: il Comune sta acquistando Forte Gazzera insieme a Forte Pepe e Forte Mezzacapo! Dopo vent?anni di pressioni, alcuni Comitati, tra cui Comitato Forte Gazzera, hanno raggiunto il loro scopo. In breve questi Forti saranno proprietà comunale e patrimonio godibile da tutti. Quanto ai volontari ex operai e sempreverdi sognatori, la loro battaglia va avanti: ora che hanno ottenuto la garanzia dell?acquisto vogliono che il Comune dia in gestione i forti solo a enti privati che se ne prendano seriamente cura. Graziano Fusati, dalle mille idee, ha un?altra proposta: «Forte Gazzera potrebbe diventare un agriturismo e potremmo prendercene cura noi volontari appoggiandoci a qualche buona cooperativa…» Buon sangue guerriero non mente… Info:www.campotrincerato.it


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