Famiglia

Quei 135.447 studenti che ogni anno lasciano la scuola

Nuovo report del MIUR sulla dispersione scolastica in Italia. Nel 2016 il tasso di dispersione è stato del 13,8%, in miglioramento rispetto al 20,8% del 2006. Entro dicembre arriveranno le Linee guida elaborate da un'apposita Cabina di Regia. Stranieri e ripetenti sono i più a rischio, ma anche gli anticipatari presentano un tasso di abbandono superiore alla media. Sardegna, Campania e Sicilia le regioni con percentuali più alte di abbandono

di Sara De Carli

Entro dicembre l’Italia avrà delle linee guida per il contrasto e la prevenzione della dispersione scolastica. L’ha annunciato oggi la ministra Valeria Fedeli, a margine della presentazione del nuovo Focus sulla dispersione scolastica messo a punto dall’Ufficio Statistica del MIUR, a tre anni dal precedente.

A scrivere le linee guida sarà la cabina di regia per il contrasto della dispersione scolastica, nominata a maggio 2017 dalla ministra con esperti quali Marco Rossi Doria, maestro di strada e già sottosegretario all'Istruzione, Anna Serafini e Enrico Giovannini. «In questi mesi abbiamo fatto tesoro dei dati dettagliati del Miur e raccolto le esperienze delle scuole, esaminato decine di buone prassi di ogni parte d'Italia e in particolare il lavoro in rete tra le scuole e le altre realtà educative: centri sportivi, terzo settore, parrocchie, volontariato», spiega Marco Rossi Doria. «La Cabina di regia ha recepito linee di indirizzo da regioni, enti locali e proposte dalle parti sociali. La relazione finale sarà pronta entro dicembre. Intende essere uno strumento di lavoro che metterà insieme i dati quantitativi e le analisi qualitative dei contesti elaborando articolate linee di indirizzo e raccomandazioni per l'azione».

Il quadro europeo

In Europa l’indicatore utilizzato per la quantificazione il fenomeno della dispersione scolastica è quello degli early leaving from education and training (ELET), che misura la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni d’età con al più il titolo di scuola secondaria di I grado o una qualifica di durata non superiore ai 2 anni e non più in formazione. L’Italia è il quinto Paese in Europa con più giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi, dopo Malta, Spagna, Romania e Portogallo.

L’indicatore sta migliorando: nel 2016 era al 13,8% contro il 20,8% del 2006. L’Italia si avvicina dunque all’obiettivo Europa 2020, che prevede di scendere per quella data al livello del 10%. Il dettaglio regionale evidenzia il divario fra Nord e Sud con Sicilia, Campania, Sardegna, Puglia, Calabria, sopra la media nazionale della dispersione.

La secondaria di I grado

Nell’anno scolastico 2015/2016, 14.258 ragazze e ragazzi, pari allo 0,8% di coloro che frequentavano la scuola secondaria di I grado, hanno abbandonato gli studi in corso d’anno o nel passaggio fra un anno e l’altro. Al Sud la propensione all’abbandono è maggiore, con l’1% (l’1,2% nelle isole e 0,9% al Sud). Tra le regioni con maggiore dispersione spiccano la Sicilia con l’1,3%, la Calabria, la Campania e il Lazio con l’1%. La percentuale più bassa si evidenzia in Emilia Romagna e nelle Marche con lo 0,5%. I maschi abbandonano più delle femmine (l’abbandono complessivo per i soli alunni maschi è stato, nel periodo considerato, pari allo 0,9% mentre per le femmine allo 0,7%). La dispersione scolastica colpisce maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani: la dispersione fra loro è al 3,3%, contro lo 0,6% relativo agli alunni con cittadinanza italiana. Gli stranieri nati all’estero, con una percentuale del 4,2%, sembrano essere in situazione di maggiore difficoltà rispetto agli stranieri di seconda generazione, che hanno riportato una percentuale di abbandono complessivo del 2,2%.

L’abbandono è più frequente fra coloro che sono in ritardo con gli studi: la ripetenza può essere considerato un fattore che precede, e in certi casi preannuncia, l’abbandono. La percentuale di alunni che hanno abbandonato il sistema scolastico è pari al 5,1% per gli alunni con alle spalle bocciature e allo 0,4% per gli alunni in regola. Anche gli alunni anticipatari presentano una percentuale di abbandono superiore a quella degli alunni in regola (1,1%).

La dispersione nel passaggio fra i cicli

Che succede nel passaggio fra le medie e le superiori? Tra i 556.598 ragazzi che hanno frequentato la terza media nell’anno 2015/2016, 34.286 sono usciti dal sistema scolastico a settembre 2016, pari al 6,16% della platea di riferimento. Percentuali elevate si sono registrate in Lombardia, Piemonte, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Sicilia e Lazio. Come macroaree, il Nord Ovest ha riportato una percentuale di uscita dal sistema scolastico nel passaggio tra l’a.s. 2015/2016 e l’a.s. 2016/2017 dell’11,9%, il Nord Est del 6,8%, il Centro dell’1,5% e il Mezzogiorno del 3,1%. Questo fenomeno è da considerare alla luce della maggior diffusione in queste regioni di corsi di Istruzione e Formazione Professionale svolti in strutture accreditate dalle Regioni: il 4,47% di queste ragazze e questi ragazzi infatti passa alla formazione professionale regionale, lo 0,02% è andato in apprendistato, lo 0,06% ha abbandonato per validi motivi (istruzione parentale, trasferimento all’estero). Solo l’1,61% ha abbandonato del tutto: si tratta però pur sempre di 8.949 ragazzi. Ancora una volta il fenomeno della dispersione scolastica colpisce maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani: nel passaggio tra la scuola secondaria di I e di II grado la percentuale di alunni stranieri che ha abbandonato gli studi è del 5,72%, contro l’1,2% relativo agli alunni con cittadinanza italiana.

La scuola di II grado

L’abbandono nella scuola di II grado è del 4,3%: 112.240 ragazze e ragazzi che hanno lasciato gli studi. Degli oltre 2.613.000 alunni frequentanti all’inizio dell’anno scolastico 2015/2016, 40.780 alunni hanno interrotto la frequenza scolastica senza valida motivazione, prima del termine delle attività didattiche. Gli alunni che hanno abbandonato tra un anno e l’altro la scuola secondaria di II grado, sono 71.460. L’abbandono è molto elevato nel primo anno di corso (7%). I maschi abbandonano più delle femmine: per la popolazione studentesca maschile l’abbandono complessivo è stato del 5,1%, parecchio più elevato di quello relativo alla popolazione femminile, pari al 3,4%. Il Mezzogiorno ha una percentuale più elevata della media nazionale (4,8%). Tra le regioni con maggiore abbandono spiccano Sardegna, Campania e Sicilia, con punte rispettivamente del 5,5%, del 5,1% e del 5,0%. Mentre le percentuali più basse si evidenziano in Umbria con un valore del 2,9% e in Veneto e Molise con valori del 3,1%. Nelle scuole paritarie si registra un maggiore abbandono con una percentuale del 7,6% contro il 4,1% delle scuole statali. Considerando il dettaglio della cittadinanza degli alunni, anche per quest’ordine scolastico è evidente come il fenomeno della dispersione scolastica colpisca maggiormente i cittadini stranieri rispetto a quelli italiani. Analizzando il fenomeno dal punto di vista della regolarità del percorso scolastico, come prevedibile la percentuale di abbandono che appare nettamente più elevata è quella degli alunni con ritardo scolastico (14,5% contro 1,2% degli alunni in regola).

L’abbandono complessivo più contenuto si è registrato per i licei, che hanno presentato mediamente una percentuale del 2,1%. Per gli istituti tecnici la percentuale è stata del 4,8% e per gli istituti professionali dell’8,7%. La percentuale di abbandono più elevata è relativa ai percorsi IeFP (corsi di Istruzione e formazione professionale realizzati in regime di sussidiarietà presso le scuole), con un abbandono complessivo del 9,5%.


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