Famiglia
Quegli aborti nei balcani
C è il conflitto umanitario. Le bombe intelligenti. I mercenari di pace. Una volta esistevano i campi di lavoro..
C? è il conflitto umanitario. Le bombe intelligenti. I mercenari di pace. Una volta esistevano i campi di lavoro. Sormontati dall?illuministica indicazione, «il lavoro rende liberi». Da ieri qualcuno ha coniato l?ossimoro di «aborto umanitario». Un ulteriore passo in avanti in direzione della dittatura della parola. Quasi che fosse possibile piegare la realtà a verbo. Prendere la verità e farne letteratura. Qualche anno addietro mi trovavo nei Balcani. In giro per campi profughi e villaggi fantasma. Ero lì per scrivere un libro. Su quelli che fuggono e quegli altri che accolgono. Mi imbattei in tante storie. Una, narrava di donne. Un gruppo di venti ragazze stuprate dai serbi bosniaci in nome della pulizia etnica (ci risiamo con gli ossimori). Violentate e messe incinta dagli assassini del padre e dei fratelli. Disperate. Per il presente e per il futuro. Un mostro che pareva ingoiarle senza tributare onori. Ecco, in quei giorni sentii parlare di aborto umanitario. Tra le lacrime e i singhiozzi. I tentativi di suicidio. Perché una cosa deve risultare chiara. L?aborto è un dramma. Sempre. Per ognuna delle donne che prende su di sé la decisione. E per quel piccolo scagliato fuori dai confini del mondo. Non è come cavarsi un dente. L?aborto scava in profondità. E forse sarebbe il caso di finirla di parlarne come una tra le opzioni possibili. Sospesa tra il preservativo e la pillola del giorno dopo. Sarebbe il caso di costruire una società davvero a misura di madre e di bambino. Una società in cui la spesa per i pannolini venga rimborsata, il latte in polvere sia a carico dello Stato, la prima casa agevolata senza costringere a traversare le forche caudine dei mutui bancari a tasso variabile. Sarebbe forse il caso di pensare una politica aperta alla vita. Rifiutare l?opzione di morte. Per i nostri bambini e per i nostri vecchi. Fare comunità. Nel tentativo di essere compassionevoli, e giusti.
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