L’obiettivo è fare il punto sugli 800mila allievi delle scuole italiane che non hanno la cittadinanza del nostro Paese. Una cifra importante, ben quattro volte superiore rispetto a dieci anni fa (nell’anno 2001/02 erano poco più di 196mila). La maggior parte di essi è nato in Italia da genitori stranieri che, per la legislazione vigente, non possono essere riconosciuti come cittadini a pieno titolo fino al compimento dei diciotto anni.
L’elemento più importante su cui concentrarsi è la vulnerabilità di questi ragazzi. Alessandra Bechini, responsabile area intercultura di Oxfam Italia sottolinea che « una ampia letteratura evidenzia il profondo divario tra studenti autoctoni e studenti di origine immigrata nelle performance, negli esiti e nelle scelte dei percorsi scolastici successivi alla licenza media». Ma quali sono le ragioni di questo svantaggio? « un insieme di fattori che hanno a che fare con le motivazioni del singolo alunno, il contesto scolastico e territoriale, le risorse familiari. Occorre prestare molta attenzione soprattutto al delicato e “cruciale” momento di passaggio tra la scuola secondaria di I e II grado. Ad esempio pensare alla figura del “tutor interculturale”, che aiuta, accompagna e sostiene gli allievi in situazione di bisogno». In diverse città di è già avviata la sperimentazione di progetti a carattere interculturale: dall’accompagnamento educativo e scolastico (tutoring e mentoring), all’impegno civile e sociale (attraverso il servizio civile o il volontariato nei quartieri “multitenici”), alla riscoperta delle città e dell’appropriazione dei luoghi comuni.
«Percorrere una via di speranza, allargare lo sguardo verso il presente e il futuro che il “qui e ora” prefigura » è l’auspicio di Stefania Magi, assessore all’integrazione del Comune di Arezzo. È la via giusta da imboccare perché «gli apporti di creatività, innovazione culturale, impegno civico che ci vengono dai “nuovi cittadini” rappresentano un messaggio positivo di ricominciamento e di cammino aperto al protagonismo di tutti».
L’evento si terrà presso la Sala Convegni Borsa Merci e la Casa delle Culture. Parteciperanno studiosi e rappresentanti delle più importanti realtà italiane che da anni operano su questi temi.
La sera del 10 l’OMA –
Orchestra Multietnica di Arezzo– intratterrà il pubblico con uno spettacolo musicale presso il Teatro della Bicchieraia, nel centro storico della città.
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