Non profit

Quasi quasi me ne vado a Ulan Bator

di Redazione

Sono stanco di affliggervi, in questa rubrica, parlando di cose che non vanno, di leggi inique, di discriminazione, e via lamentando. Fa caldo (e questa, purtroppo, sembra l’unica notizia di interesse generale) e dunque ho bisogno di freschezza. Di belle iniziative da raccontare. E siccome sono notoriamente fortunato, ecco che mi arriva sul desk un comunicato a dir poco curioso. Partendo sabato 24 luglio da Milano, in due, su un’ambulanza, hanno deciso di partecipare a un rally concepito secondo me da una banda di simpatici pazzi.
Si chiama «Mongol Rally 2010», e l’obiettivo di tre squadroni di partecipanti (con ogni mezzo a ruote, piccole auto, ma anche mezzi di soccorso) che convergono da Londra, Barcellona e Milano è quello di raggiungere Ulan Bator, capitale della Mongolia. Un viaggio senza fine. Il tutto a fin di bene, come è ovvio. I due italiani si chiamano Daniele Gambino ed Edoardo Lombardi, rispettivamente di 32 e 24 anni. Hanno deciso di aiutare Mercy Corps, il Cesvi e la Uildm di Milano, e di donare, al termine del viaggio, l’ambulanza fornita dalla sezione di Cesano Maderno della Croce Bianca, al National Cancer Center della Mongolia. Un viaggio così, attraverso Grecia,Turchia, Iran, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kazakistan, Russia ed infine Mongolia, non è esattamente una vacanza.
Il viaggio sarà patrocinato dall’associazione Amici di Marcello, fondata, per sostenere giovani artisti, in memoria di un amico scrittore scomparso e dal Comune di Cesano Maderno. Il messaggio, forte e chiaro, è questo: le buone cause non camminano mai da sole. E dunque una raccolta fondi, e un’attività di volontariato, possono passare anche attraverso sfide degne di viaggiatori d’altri tempi. Per me, andato in macchina a Madrid per futili motivi, la tentazione di partire con loro per Ulan Bator è fortissima. Che saranno mai quindicimila chilometri su un’ambulanza?

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