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Quasi 500 migranti rispediti in Libia in una settimana: “Ci chiedono soldi prima di riportarci in prigione”
Sono 477 i migranti intercettati nel Mediterraneo centrale e rispediti in Libia in una sola settimana dal 16 al 22 giugno. A rivelarlo l'Oim presente in Libia. Le testimonianze raccolte a Pozzallo da Medu portano alla luce ancora atroci testimonianze da chi fugge dall'inferno libico
Sono 477 i naufraghi respinti in Libia in una sola settimana dal 16 al 22 giugno. A rivelarlo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni che è presente in Libia. Sono 4800 i migranti che sono stati intercettati e tornati nel paese in guerra dall’inizio dell’anno come riferisce il portavoce di Oim in Italia, Flavio Di Giacomo.
Nella settimana appena trascorsa di fronte ai quasi 500 migranti rispediti indietro dalla guardia costiera libica sono 187 i migranti arrivati in Italia.
Tra le ultime testimonianze raccolte, il team di Medici per i diritti umani ha incontrato in un centro a Ragusa uno dei naufraghi che ancora una volta racconta la sua testimonianza dall’inferno libico:
«Sono stato a Ossama prison per un mese circa, nel periodo del Ramadan di quest'anno. Lì dentro è Osama che comanda: lui tortura in prima persona e fa torturare, beve spesso e bestemmia. Ci sono poi le guardie libiche, armate di kalashnikov, ma anche alcuni prigionieri del sub-sahara vengono utilizzati come aiuto-guardie: fanno un po' di tutto, dalle pulizie alla distribuzione del cibo. Loro hanno il permesso di picchiare altri prigionieri anche se non gli vengono date armi, usano bastoni o altri oggetti. A Tripoli sono le milizie a rapirti e poi contattano le mafie (termine usato dai migranti per indicare gruppi criminali) le quali ti comprano e poi ti rinchiudono in magazzini nel deserto per chiederti il riscatto in cambio della liberazione. Ogni zona ha la sua milizia ma tutte sono vestite con divisa militare e collaborano con il governo. Tutti qui abbiamo tentato la traversata più di una volta ma la guardia costiera libica ci ha sempre riportato indietro. A volte la guardia costiera stessa ti chiede soldi, prima di riportarti in prigione: chiedono 1000 euro altrimenti ti dicono che farai un anno di prigione. So di una persona che ha pagato il giudice 1500 dinari per non finire in prigione».
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