Quanto dolore in quegli “eventi critici”

Alcol e documentazione tra carcere e territorio, si chiama così il progetto, finanziato dalla Regione Veneto e coordinato dall?associazione di volontariato penitenziario Il Granello di senape, in collaborazione con l?Agenzia Alcologica all?interno della Casa di reclusione e della Casa circondariale di Padova. Il progetto è volto a produrre materiali di documentazione sulle tematiche legate all?alcol, che vengono inviati periodicamente a enti e associazioni che operano nell?ambito della prevenzione, e prevede anche la formazione di detenuti, ai quali vengono fornite le abilità necessarie per organizzare e strutturare questi materiali: alfabetizzazione informatica, documentazione, catalogazione, indicizzazione, archiviazione dati, produzione di rassegne, elaborazione di pagine web. Il passo successivo sarà usare questa documentazione nelle scuole, per parlare di più di un problema su cui si fa davvero poca informazione: quello della dipendenza da una sostanza ?lecita? come l?alcol, che tra i giovani è un fenomeno molto diffuso e altrettanto sottovalutato. Qui piacenza «La galera passa, tanto ho 19 anni, sono ancora giovane, c?è ancora tempo per recuperare, ma in galera mi è successa una cosa che non dimenticherò in tutta la mia vita, e non penso che potrò perdonare me stesso per averla fatta. Volete sapere cosa? Mi sono tagliato dappertutto, la mano, il petto, la pancia. Non potrò più far vedere i miei muscoli mentre gioco nel mare, non potrò più vestirmi di un vestito d?estate per non far vedere le cicatrici. È sicuro che ogni persona che vedrà queste cicatrici avrà paura di me!»: questa testimonianza arriva dalle pagine di Sosta forzata, il giornale della Casa circondariale di Piacenza, per ricordarci che sono migliaia ogni anno i casi di autolesionismo nelle carceri, sono così tanti che quasi nessuno ci fa più caso, vengono classificati come ?eventi critici?. Una casella come un?altra.