Famiglia

Quanto costi, viaggio della speranza

Milioni per essere trasportati in aereo in barella. Sempre a carico dei malati. Ecco le tariffe-scandalo in Italia e all’estero, e le compagnie più esose

di Gabriella Meroni

Quattro milioni per volare da Brindisi a Milano. Tre per spostarsi con l?Alitalia dalla Sicilia alla Sardegna. Dodici per raggiungere Parigi dalla Calabria. Sono cifre un po? diverse dalle promozioni estive con cui le compagnie aeree attirano clienti in questa stagione, eppure fanno regolarmente parte dei loro pacchetti. Si tratta dei quattrini che devono spendere i malati in barella (o comunque i soggetti non deambulanti e impossibilitati a stare seduti) che si spostano in aereo per raggiungere gli ospedali dove essere curati o operati, in Italia e all?estero. La denuncia degli incredibili costi dei viaggi della speranza viene dal Tribunale del malato, che ha reso pubblica la situazione in cui vengono a trovarsi, ogni anno, quasi mille malati in Italia. In media, 80 persone al mese. E il 70 per cento delle richieste, fa notare l?organizzazione, proviene dalle regioni del Mezzogiorno. Il disagio non è solo economico: per assicurarsi un posto adatto alla barella, infatti, occorre prenotare con almeno tre giorni in anticipo, necessari per far arrivare il tipo di barella adatta a ciascun aeromobile dall?unico deposito italiano di barelle da trasporto aereo, che sta a Fiumicino. Una prescrizione che può fare a pugni con le urgenze. Non tutti gli aerei, inoltre, sono attrezzati per accogliere la barella, che occupa uno spazio corrispondente a sei posti ?normali?, e quindi paga, senza sconti, sei volte il prezzo del biglietto ordinario più la tariffa dell?accompagnatore, che è sempre obbligatorio. Il malato deve inoltre procurarsi, pagando di tasca sua, il servizio di ambulanza che lo trasporti fino all?aeromobile sulla pista, un medico che lo segua in viaggio e le eventuali attrezzature speciali di cui può aver bisogno. Tornando alle fredde cifre, quindi, un viaggio in Alitalia Cagliari-Palermo che costerebbe di norma sulle 350mila lire a tratta sale a 3,2 milioni per l?andata e ritorno; un Palermo-Milano (prezzo normale per l?andata: 400 mila) arriva a 4 milioni. Va molto peggio se il viaggio ha come meta una città europea. Le compagnie straniere, infatti, pongono a volte condizioni peggiori dell?Alitalia: la maglia nera dei prezzi da capogiro va alla tedesca Lufthansa, per cui la barella paga quattro volte la tariffa business per una sola tratta, più il biglietto per il passeggero in barella, più il biglietto per l?accompagnatore. Anche la olandese Klm non scherza, visto che per salire su uno dei suoi aerei occorre sborsare sette volte la tariffa economica. Va un po? meglio con Air France, che applica lo stesso conteggio di Alitalia, e con Swissair, che si ?limita? a triplicare il costo del biglietto ordinario. Risultato? Volare in barella da Lamezia Terme a Parigi e ritorno arriva a costare dodici milioni, da Palermo a New York quasi sedici. Ma non esistono delle eccezioni per così dire umanitarie? «Esistono, ma sono rarissime, a totale discrezione della compagnia aerea e vengono applicate solo per venire incontro ai casi disperati», sottolinea con forza Giustino Trincia del Tribunale del malato. «Per il resto l?onere del trasporto per i cittadini che riescono a prenotare il servizio è totalmente a carico loro. Sospettiamo che ci sia dietro un business, visto che la domanda di trasporti di questo tipo è in continuo aumento. Secondo noi è una questione di diritti umani violati, e di mancato accesso a un servizio essenziale».


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