Sostenibilità
Quante vite può avere la plastica?
Dall’inizio del 2019 Ferrarelle ha tolto dall’ambiente più di 7mila tonnellate di plastica PET per dargli nuova vita. L’azienda ha sviluppato il progetto “bottle to bottle” pensando alle dinamiche dell’economia circolare, e per farlo ha aperto un nuovo stabilimento a Presenzano, provincia di Caserta, esclusivamente dedicato al riciclo della plastica
di Anna Spena
I cambiamenti e le innovazioni sono, prima di tutto, trasformazioni culturali. Ne è convinto Michele Pontecorvo, vicepresidente Ferrarelle. L’azienda ha aperto a Presenzano, provincia di Caserta, un impianto nuovo e avveniristico frutto di un investimento di 27 milioni di euro, pensato per produrre e a breve rimettere in commercio bottiglie nuove costituite al 50% da R-PET (PET riciclato), la quota massima consentita dalla legge.
«Da circa un anno e mezzo», spiega Pontecorvo, «abbiamo ampliato il raggio d’azione del gruppo con un importate innovazione non solo industriale ma culturale che riguarda sia noi come azienda ma anche i nostri stakeholder».
«Questo», continua, «è un momento storico in cui l’acqua minerale viene identificata come il simbolo della battaglia da inquinamento di plastica dell’ambiente. E noi da un lato vogliamo fare la nostra parte per promuovere il cambiamento, e dall’altro anche informare correttamente i consumatori».
Esistono infatti numerose tipologie di plastica, basta confrontare una bottiglia d’acqua con una posata monouso per vedere la differenza. La prima è composta da PET, polietilene tereftalato, una sostanza adatta al contenimento degli alimenti che, proprio per questo, viene utilizzata per produrre bottiglie e altri imballaggi a scopo alimentare.
«Alla fine del 2007», spiega Giuseppe Cerbone, consigliere delegato di Ferrarelle Spa, «durante una riunione del consiglio direttivo, includemmo in azienda il tema della eco – sostenibilità. Avevano già fatto grandi progressi nel ridurre il consumo di energia, ma eravamo intenzionati a ridurre ancora di più il nostro impatto ambientale. Ed è da questa intenzione che è nato il progetto “Bottle to Bottle” che rappresenta una risposta risolutiva generata dal problema del “fine vita” degli imballi. A regime, il nostro stabilimento di Presenzano, sarà capace di riciclare circa il doppio della quantità di PET che Ferrarelle spa immette sul mercato, consentendo all’azienda di compensare non solo il proprio imbatto ma anche quello degli altri».
Il ciclo produttivo dello stabilimento è sintetizzabile in due fasi: selezione e lavaggio delle bottiglie provenienti dalla raccolta differenziata, separando etichette e tappi, e la fase delle produzione dove il PET proveniente da attività di riciclo, sarà miscelato con altro vergine per alimentare il processo di iniezione e stampaggio delle preforme destinate in seguito ad essere trasformate in bottiglie nei due stabilimenti di imbottigliamento del gruppo.
«Il PET», dice Michele Pontecorvo, «è un materiale interamente riciclabile: ogni bottiglia può essere riciclata infinite volte per diventare una bottiglia nuova e identica all’originale. Il PET che rinasce con questo processo ha un nome preciso: R-PET, ovvero una plastica a impatto zero. E nel nostro impianto di Presenzano saremo in grado di produrre 800mila bottiglie al giorno».
Credits foto: ANSA Felice De Martino
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