Ci sono stati autunni caldi e autunni “caldi”. E questo, a quel che vedo (o meglio sento), rientra ancora nella prima categoria, ma ci manca tanto così e …a trasformarsi nell’altro è un attimo…almeno così si dicono tutti quelli che, come me, auspicano uno straccio di rivoluzione.
Un governo che decreta, annuncia, disfa e fa a seconda del vento, delle emozioni suscitate, delle proteste sollevate. Un taglia e ricuci senza sosta, che non si vedeva neanche ai tempi delle fabbrichette operose. La forbice sociale si allarga e sullo sfondo le barricate stentano a prender forma…. I tecnici discettano, il popolo arranca, sul ponte sventola bandiera bianca… E a pensarci bene ci si arrende a tutto, ma soprattutto all’evidenza dell’incoerenza.
Guarda quello che è successo a un bambino trascinato fuori dalla scuola con gran senso del dovere e pensa invece a come vengono trattate con superficialità le denunce di stalking, fatte a fatica dalle donne che molto spesso poi finiscono ammazzate.
Guarda che succede a dimenticarsi di appellare con il giusto titolo un prefetto… che va bene che siamo nel paese in cui un titolo di dottore non si nega a nessuno, ma quando il pretesto è il bavaglio qualche dubbio sul vero appellativo da usare verrebbe pure…
Guarda la politica, il solito refrain di visioni a scarto ridotto, connivenze e spartizioni di torte, tanto poi a scaldarci il cuore ci pensa come al solito l’ammmmerica…che mai come in occasione delle elezioni americane è un pullulare di politologi, esperti e commentatori in cerca di analogie… e dalle parti di casa nostra tutti seguaci di dibattiti, attaccati al fuso orario come ad una liana…ahò facce tarzan….
Verrebbe voglia di mettersi da parte e stare a guardare, se non fosse per quello spirito indomito che ti fa pensare che forse qualcosa ancora si può fare.
Me ne vado a Torino questa settimana, a visitare il salone del Gusto e Terra madre… con uno sguardo che sta ben oltre il cliché della moda, della vetrina cool, delle tante, troppe parole… cibo, materia, sostanza e …con le mani nude a rizollar la terra.
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