Salute
Quando una donazione di midollo osseo può salvare una vita
Le testimonianze di chi ha donato il midollo osseo e le cellule staminali riuscendo a salvare delle vite, raccontano l’importanza della tipizzazione per aumentare il numero dei possibili donatori. E’ il senso della campagna “Match It Now”, che coinvolge ADMO ed altre realtà per invitare giovani tra i 18 e i 35 anni ad iscriversi al registro
«Quando mi hanno chiamato per riferirmi che ero risultato compatibile con un potenziale paziente ricevente, ero in una situazione particolare, perché come tanti ero rimasto bloccato in pieno lockdown lontano da casa. La mia famiglia era a Bergamo mentre io mi trovavo a Genova. Mi sono subito offerto, perché sapevo che era il modo in cui potevo concretamente fare qualcosa in una situazione così critica». Francesco Della Torre è un giovane studente della facoltà di Medicina di Genova. Nella primavera del 2018 durante una lezione del corso aveva approfondito il tema delle cellule staminali emopoietiche e dell’importanza che queste potevano avere nel salvare vite umane. Del resto, Francesco sa bene cosa vuol dire dedicare il proprio tempo alla cura e all’attenzione degli altri, perché nella sua città fa il volontario nelle ambulanze. Per questo, quando gli è arrivata la chiamata dal registro IBMDR per l’iter di donazione, non ci ha pensato due volte e si è reso disponibile.
«La donazione è andata molto bene» racconta Francesco. «In quei giorni ho avuto qualche fastidio legato ai farmaci ed ho avvertito stanchezza, ma in nessun momento ho mai pensato di tirarmi indietro, né ho sofferto particolarmente. Sono sempre stato seguito in ospedale, così come durante le visite preliminari un gruppo di persone esperte e disponibili mi ha seguito con attenzione. E questo, anche a causa delle restrizioni del covid che non permettevano a parenti ed amici di venirmi a trovare. I dipendenti dell’ospedale ed i volontari mi hanno sempre sostenuto in quei giorni e mi sono stati vicini. Purtroppo, oggi siamo bombardati da notizie negative, ma esistono nel silenzio una moltitudine di persone che nella vita quotidiana si impegnano per gli altri. Iscriversi al registro dei donatori è uno dei modi tramite cui si può rompere questo silenzio e ci può mettere attivamente in gioco per gli altri». Quella di Francesco è una delle testimonianze che raccontano con l’esempio concreto l’importanza della donazione del midollo osseo e delle cellule staminali.
Per questo, in concomitanza con la “Giornata Mondiale della donazione del midollo osseo”, fino al 25 settembre, ADMO, Associazione Donatori Midollo Osseo, sta animando piazze, strade, luoghi delle città italiane con la campagna “Match It Now”, che ha l’obiettivo di sensibilizzare ed invitare i giovani tra i 18 e i 35 anni di età ad iscriversi al registro italiano donatori midollo osseo (IBMDR), attraverso un prelievo di sangue o la raccolta di un campione di saliva. L’iniziativa è promossa in collaborazione con il Ministero della salute, il Centro Nazionale Trapianti ed altre realtà. Perché attraverso la donazione e il trapianto di midollo osseo, infatti, è possibile combattere le leucemie, i linfomi, il mieloma e altre patologie del sangue. E’ possibile, insomma, salvare delle vite. Di qui, la necessità della tipizzazione, di un piccolo prelievo di sangue indolore, che cattura e svela il patrimonio genetico di chi si iscrive che, inserito all’interno del registro dei donatori, lo rende possibile donatore nei confronti di persone compatibili. Anche perché, secondo gli studi la compatibilità di midollo osseo all’interno della propria famiglia è una variabile molto rara e in caso di malattia è quasi sempre necessario rivolgersi al registro dei donatori, tra cui solo 1 su 100.000 può essere “il tipo giusto”.
Purtroppo, però, l’emergenza sanitaria dovuta al covid-19 ha fatto registrare una drastica contrazione del numero di nuove iscrizioni al Registro donatori, a differenza dei malati che sono in aumento. “Match It Now”, dunque, si propone di arrivare a mille nuovi tipizzati. Di conseguenza, è necessario parlare e rivolgersi ai più giovani, in quanto la tipizzazione è effettuabile solo dai 18 ai 35 anni di età, in persone di almeno 50 kg di peso e in buone condizioni di salute. E la disponibilità del donatore rimane valida fino al raggiungimento dei 55 anni. Lo sa bene Luigi Lopiano che a distanza di tanti anni dall’iscrizione al registro dei donatori di midollo osseo, è risultato compatibile. «Il mio “match” è arrivato nel 2017 e dopo aver sostenuto gli esami di controllo preliminari sono stato cinque giorni a Genova per la donazione delle cellule staminali da sangue periferico. I primi giorni mi recavo in ospedale, al San Martino, per la somministrazione di un farmaco che aumenta il fattore di crescita delle cellule staminali, una volta raggiunto l’obiettivo ho trascorso due mezze giornate per il prelievo vero e proprio».
Oggi Luigi, che di anni ne ha 50anni e risiede nel ponente ligure, ricorda quel periodo con grande gioia e speranza. «È stato tutto assolutamente indolore. Sono uscito un po’ fiacco dall’ospedale ma è bastata una notte di sonno per recuperare le forze e tornare a casa dal mio bambino che mi aspettava. Dopo pochi giorni sono tornato al lavoro ed ho ripreso a giocare, ad allenare i miei ragazzi della Villanovese ed a giocare a calcetto con i miei amici. Faccio il poliziotto presso il Commissariato di Alassio» conclude «e poter aiutare in qualunque modo il prossimo è sempre stato in me, ma questa esperienza supera tutto, è una cosa che continua a riempirmi d’orgoglio e di cui andrò fiero per tutta la vita».
Per saperne di più: https://admo.it/blog/2022/09/09/match-it-now/
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