Welfare
Quando no logo è peggio
La multinazionale può essere più sostenibile della piccola impresa. Parla Cittadinanzattiva
La nostra organizzazione si occupa da più di vent?anni di tutela dei diritti nel campo della salute (come Tribunale per i diritti del malato) e dei servizi di pubblica utilità. Da due ci stiamo occupando di promozione del concetto di responsabilità sociale dell?impresa in collaborazione con la Commissione europea e, più recentemente, con le Nazioni unite.
Una strategia che punta a mobilitare le imprese sul tema di un rapporto con i cittadini trasparente, consapevole, attivo. È fondamentale che, da una parte, le imprese abbiano un ruolo attivo nella società e, dall?altro, i cittadini siano coinvolti come protagonisti nei processi di verifica dell?impegno sociale delle imprese.
Ecco cosa ci insegna l?esperienza:
1) diffidare da imprese, molte italiane, che parlano di interventi per salvare la foresta amazzonica o per la fame nel mondo ma che nel nostro Paese hanno comportamenti scorretti sul mercato, con prodotti di scarsa qualità e fanno donazioni di beneficenza per pulirsi l?immagine;
2) è molto più complicato controllare o le attività di una piccola o media impresa che di una multinazionale. Infatti in quest? ultimo caso il ?logo? è un punto di forza. Se una impresa è grande e conosciuta è più semplice tenerla sotto controllo e avere informazioni da reti formali e informali (vedi Internet, il buono della globalizzazione), mentre immaginate una piccola azienda che fa tubi di scappamento per le automobili a Verona e che decide di ?delocalizzarsi? in Romania: non sapremo mai cosa sta facendo e soprattutto ?come?;
3) una serie di grandi multinazionali utilizzano sistemi di certificazione etica forniti da consulenti aziendali per avere uno strumento di marketing in più; bisogna sempre verificare l?aderenza della mission aziendale con l?azione. Spesso queste aziende rifuggono da un rapporto trasparente con le organizzazioni civiche, preferendo dire «è già tanto che ti sostengo…».
È da questa tentazione che bisogna rifuggire, puntando a un rapporto politico, da pari, evitando sudditanze psicologiche o complessi di superiorità morale. Per cui il vero problema è come promuovere la responsabilità sociale dell? impresa nei Paesi ricchi, cosa dobbiamo chiedere alle aziende e soprattutto cosa possiamo fare per promuovere azioni socialmente responsabili nelle piccole e medie imprese (gran parte del tessuto imprenditoriale italiano), utilizzando al massimo la disponibilità delle grandi (non tutte ma alcune si stanno attivando) come ?rompighiaccio? . Fondamentale poi dare un ruolo ai cittadini che non può e non deve essere solo quello di ?bravi consumatori?.
(Antonio Gaudioso)
Info: a.gaudioso@cittadinanzattiva.it
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