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Quando Mike raccontava Mike

È morto il personaggio più famoso della tv italiana. Ecco come si era raccontato a Vincenzo Mollica

di Redazione

Mike Bongiorno è morto ieri notte a Montecarlo per un infarto. Aveva 85 anni. Ecco alcuni passsaggi di un’intervista televisiva rilasciata da Mike Bongiorno a Vincenzo Mollica, in cui il conduttore racconta l’epopea del telequiz.

I personaggi dei tuoi quiz li hai sempre scelti tu?

Sì, però con la collaborazione dei dirigenti della Rai, perché all’epoca di “Lascia o raddoppia” ho già detto che era come lavorare per un ministero. Allora erano tutti ‘professoroni’ quelli che preparavano le domande. Eco era un giovinetto, ma veniva a portare le domande, anche se ora lo nega. Fu allora che scrisse la “Fenomenologia di Mike Bongiorno”.

Quando uscì questo saggio, tu come lo hai accolto?

Mi attaccavano talmente tanto dappertutto che non aveva nessun significato. Lui c’è rimasto un po’ male, forse perché non pensava che avrei fatto una carriera così, tant’è vero che se a una festa lo vedo in lontananza, mi sfugge. Non mi vuole incontrare!

E come mai?

Lo vorrei incontrare e ricordare i bei tempi, perché c’era anche lui 50 anni fa…

Quindi non hai nessun rancore nei suoi confronti?

No, per carità, ci mancherebbe altro. Anzi, pensa che – purtroppo per lui – quando parlano di Umberto Eco, invece di parlare dei suoi libri parlano della “Fenomenologia di Mike Bongiorno” e questo a un autore come lui di fama mondiale non credo faccia molto piacere… una cosa che ha dedicato a un personaggio ‘effimero’.

Mike, ma quali erano le accuse che ti facevano allora?

Innanzitutto ci si chiedeva che ci facesse questo italo-americano in Italia a insegnare loro come si fa la radio e la televisione, mentre c’erano tanti altri giovani in Italia che potevano fare il suo lavoro. Cosa che non è assolutamente vera, perché nessuno voleva fare la televisione. Io avevo dei grossi problemi allora a invitare gli attori a venire a fare gli ospiti nelle mie trasmissioni, tremavano. Mi ricordo le battaglie che ho dovuto fare con Vittorio Gassman: “Ah, per carità, io non posso fare la televisione!” Ma qual era la ragione? Io lo sapevo: perché allora gli attori erano abituati a ripetere le scene 10-15 volte col gobbo e avevano paura a venire in televisione a fare una ‘recita improvvisata’. Dopo un po’ di tempo hanno preso coraggio, ma inizialmente era molto difficile.
Però abbiamo parlato solo di “Lascia o raddoppia”. Io ritengo che sia una trasmissione storica: quando la televisione è nata e c’erano 50.000 televisori, quando abbiamo chiuso “Lascia o raddoppia” eravamo arrivati a 5 milioni in 4 anni. Ma la vera grande trasmissione mia che non bisogna dimenticare, un successo mondiale, era il “Rischiatutto”.
Me la sono studiata io, ho impiegato 2 anni a casa, in studio, a vedere come si poteva fare, perché era una cosa completamente nuova: questo tabellone con tutte le colonne che sia accendevano e venivano fuori i filmati; avevamo gli ospiti. Era una cosa completamente nuova e abbiamo avuto grossi problemi per convincere la Rai a farla… e il ‘capo’ di allora non mi riceveva.

Facciamo un nome?

No. E poi in questo momento mi sfugge. Non mi riceveva: io arrivavo da Milano con questo malloppo della trasmissione e mi dicevano che il direttore era impegnato e non mi poteva ricevere e io tornavo a Milano con armi e bagagli. Allora facevo anche la radio a Milano. Un’ultima volta, dopo 5-6 volte che ero andato a Roma per presentare questo “Rischiatutto”, ero veramente distrutto, avevo le lacrime agli occhi, non capivo perché non mi volevano ricevere. C’erano già dei giri politici, cose strane, i raccomandati, “Basta con Mike Buongiorno!”. Non pensavano che avevo davanti altri 30 anni e passa di carriera.

Hai sconfitto anche i politici?

Eh, non lo so! Hanno tentato di farmi entrare in qualche partito, ma una delle ragioni per cui io ho sempre lavorato in rai era che ero apolitico, arrivavo dall’America e non appartenevo a nessun partito. Facevo comodo perché non potevano dire che ero raccomandato dalla Dc, dai Socialisti o che so io.
Tornando a “Rischiatutto”, ero distrutto, esco a viale Mazzini e chi t’incontro? Carlo Fuscagni, che allora era un personaggio importante e poi è diventato anche il direttore della Rai. Mi dice “Mike, ma come mai sei così giù di morale?”
“Guarda, sono tante volte che non sono venuto qua, ma non mi ricevono e non so perché. Ho qui una cosa che avrà molto più successo di Lascia o raddoppia!”
“Vieni qui che lo vediamo insieme”.
Sono andato nel suo ufficio, l’ha guardato e ha detto
“Mike, ma questa è una cosa straordinaria! Questa è la cosa più grossa che possiamo fare, con questo faremo un boom straordinario! Vieni con me”.
Il suo ufficio aveva una porta che portava a quello del direttore. Ha aperto la porta e di là trovo colui che aveva detto che era occupato e non mi poteva ricevere.
“Guarda che Mike ha portato una cosa straordinaria! Ascolta!” e lui mi ha dovuto ascoltare e appena mi ha sentito disse
“Hai ragione, questa è una cosa straordinaria”.
Era il mese di maggio e noi cominciammo a fare il “Rischiatutto” dal teatro Delle Vittorie. Pensa che prima non mi facevano lavorare lì, mi facevano lavorare a Milano in ‘periferia’. Abbiamo iniziato al Delle Vittorie a gennaio. Mi affidarono a Carnevali, che era un grosso personaggio della televisione, e abbiamo messo in pedi il programma. Siamo arrivati, signori miei, alla cifra record di 23-24 milioni di spettatori. Quando c’erano 22 milioni di ascolto mi chiamavano e dicevano che forse era il caso di sospendere e io rispondevo “Ma come! Ma se l’altro canale ha fatto 2 milioni di ascolto! Cosa volete?”
Nel frattempo all’estero avevano sentito del “Rischiatutto” e io l’ho piazzato in diversi paesi, in Olanda, nella Svizzera tedesca, in Germania, dove è andato avanti per 10 anni, in Brasile, Jugoslavia, Grecia… ha avuto un grande successo e io la considero la mia più bella trasmissione. Sul satellite hanno trasmesso fino a poco fa tutta le serie e io, ogni giovedì sera, me lo guardavo e persino il mio bambino, Leonardo, che ha 13 anni diceva: “Papà, ma che bella questa trasmissione, ma perché non la fate anche adesso?” Era un successo straordinario e mi sono rivisto tutti i grandi campioni: il famoso Fabbricatore, il dottor Inardi, parapsicologo… Tu eri bambino…

No, ma lo guardavo anch’io.

La più bella trasmissione mia è stata quella.

Qui http://www.mollica.rai.it/index4.htm puoi vedere la versione integrale

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