Famiglia
Quando la vita batte in testa
È la prima causa di morte per i giovani e ogni anno miete 10 mila vittime.Eppure gli ospedali non sono attrezzati per curare e recuperare chi ha subito lesioni cerebrali.
Diecimila morti e circa 60 mila feriti nell?arco di un anno, dalle 600 mila alle 800 mila persone viventi con postumi: sono sufficienti poche cifre per inquadrare le drammatiche conseguenze del trauma cranico e delle lesioni cerebrali. Una piaga e un?emergenza sociale contro cui hanno deciso di battersi i Lions Club lombardi che nei prossimi mesi lanceranno campagne di prevenzione e informazione nelle scuole, con un obiettivo ambizioso: attivarsi per la realizzazione, all?interno degli ospedali, di Centri di riabilitazione e di lunga degenza per le vittime dei traumi. «Bisogna portare a conoscenza della popolazione e delle istituzioni quello che è un vero e proprio dramma», afferma Giovanni Fossati, presidente nonché fondatore del Comitato per il trauma cranico e la terapia intensiva. «Il problema principale è dato dalle famiglie che sono abbandonate proprio nel momento in cui hanno più bisogno di un supporto tecnico, ma anche psicologico».
Una volta usciti dal coma, infatti, per le vittime del trauma cranico e le loro famiglie si apre la fase più difficile e delicata. Conclusa la terapia intensiva, quando il compito delle strutture ospedaliere è ufficialmente terminato, cominciano i problemi quali i disturbi a lungo termine di tipo neuro-psicologico, le ridotte potenzialità lavorative e relazionali, le problematiche di reinserimento familiare. «Se non fosse per l?aiuto dato dalle associazioni, le famiglie sarebbero lasciate sole, in balia di una realtà per loro di difficile gestione. Diciamoci la verità: in questo campo le istituzioni sono latitanti», denuncia Fossati. «La maggior parte degli ospedali non è attrezzata per la riabilitazione. Il decorso post-coma necessita di tempo, risorse umane e finanziarie, ausili sanitari e mezzi riabilitativi: strumenti di cui solo pochi fortunati possono disporre, mentre il numero delle vittime del trauma cranico è altissimo».
Diecimila vite spezzate
Secondo i dati dell?Organizzazione Mondiale della sanità, ogni anno si contano 10 mila morti e 400 mila nuovi casi, mentre esiste un rapporto di uno a cento abitanti per quanto riguarda le persone viventi con postumi da trauma. Una ?patologia? che rappresenta oggi la prima causa di morte di persone al di sotto dei 45 anni di età e la prima causa in assoluto di invalidità dei giovani. Per i ragazzi under-25, infatti, il killer più spietato è rappresentato proprio dal trauma cranico. E alla perdita di vite umane, occorre poi aggiungere danni e costi finanziari e sociali che pesano sulle famiglie colpite e sull?intera comunità. «È sufficiente visitare un qualsiasi reparto di rianimazione di nosocomio per avere concretamente e immediatamente la misura e l?immagine della drammaticità di questo fenomeno», continua il presidente del Comitato. «È paragonabile solo a una vera e propria epidemia silenziosa, di dimensioni e sviluppo incontrollati».
Un Centro di cura negli ospedali
Le cause? La maggior parte dei ragazzi che lottano tra la vita e la morte sono state vittime di incidenti stradali. Sono scooteristi e motociclisti che non hanno voluto saperne di utilizzare il casco oppure automobilisti un po? troppo disinvolti e sicuri che hanno commesso imprudenze che, nel migliore dei casi, lasciano pesanti conseguenze. In molti casi, infatti, quando il traumatizzato si salva o esce dal coma, resta frequentemente colpito da invalidità in forme più o meno gravi. Da qui l?esigenza raccolta dal Comitato costituito dai Lions milanesi e piacentini di effettuare una vera e propria campagna di prevenzione. Nei prossimi mesi andranno nelle scuole a distribuire depliants informativi e tenere brevi corsi per allertare i ragazzi. Non solo. Ad aprile comincerà anche la distribuzione di materiale informativo alle famiglie: un agile volumetto dove trovare indicazioni relative ai centri specializzati e alle associazioni di volontariato del territorio. «Un impegno che vogliamo estendere a tutti i Lions Club italiani», annuncia Giovanni Fossati. «Al congresso nazionale che avrà luogo a Trieste dal 4 al 6 giugno proporremo a tutti i 45 mila Lions italiani di attivarsi per abbattere l?indifferenza delle istituzioni e limitare gli enormi danni e la triste realtà vissuta dal malato e dalla sua famiglia». Obiettivo finale sarà la nascita di Centri per la riabilitazione e per la lunga degenza successiva alla fase comatosa, da costituire presso i reparti di neuro-rianimazione di maggiori ospedali italiani. Perché i danni cerebrali, anche quelli più gravi, possono guarire con un ottimo recupero se curati tempestivamente. Insomma, alla strage di tante vite umane, nessuno può rassegnarsi.
Chiedi aiuto a Itaca
«Dal coma si può guarire». È il motto con cui Itaca, l?associazione milanese per la Terapia Intensiva e l?Assistenza ai Comatosi, promuove la cura e l?assistenza di persone in coma a causa di una lesione celebrale acuta. Dal 1987, anno della sua fondazione, Itaca è diventata un vero e proprio punto di riferimento per le famiglie dei traumatizzati e anche per medici, psicologi, assistenti sociali, e soccorritori che seguono i suoi corsi di formazione e aggiornamento. Oltre a sostenere chi ha subito un trauma durante e dopo la fase acuta della malattia, operatori e volontari di Itaca organizzano campagne di sensibilizzazione sulla prevenzione del trauma, preparano i volontari del pronto intervento e dotano di uomini e strumenti specifici le strutture pubbliche che si occupano di riabilitazione. Organizzano infine attività di training per medici, fisioterapisti e assistenti familiari. Presso gli uffici dell?associazione è inoltre possibile consultare una banca dati dei malati con coma prolungato post traumatico della provincia di Milano.
Itaca – Reparto di Neurorianimazione Ospedale Niguarda, piazza Ospedale Maggiore 3, 20162 Milano. Telefono: 02/64442685.
Le cifre della strage
Morti per trauma cranico all?anno:10.000
Feriti in un anno:60.000
Persone con postumi da trauma:800.000
Nuovi casi all?anno:400.000
Prima causa di morte e invalidità
per le persone che hanno meno di:45 anni
Fonte: Organizzazione mondiale della Sanità
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