Sostenibilità
Quando la Sicilia dà il buon esempio
Una bella tradizione di conservazione della natura, un sistema ricco e articolato di aree protette che hanno visto la Sicilia partire con anticipo rispetto alle linee guida nazionali.
di Redazione
Una bella tradizione di conservazione della natura, un sistema ricco e articolato di aree protette che hanno visto la Sicilia partire con anticipo rispetto alle linee guida nazionali. Basti pensare alla celebre Riserva dello Zingaro, dove già dai primi anni 80 un movimento popolare spontaneo fece pressione e manifestazioni affinché si istituisse un?area protetta per preservare dal cemento una delle aree costiere più belle dell?intera regione. «In Sicilia ci sono 4 parchi regionali e 76 riserve per complessivi 273mila ettari di natura protetta», dice Franco Russo, storico presidente del WWF siciliano. «Salvaguardano una realtà paesaggistica e di biodiversità spesso sconosciuta agli stessi siciliani: fiumi dove è possibile fare il bagno, sistemi dunali intatti, foreste di faggi dove è possibile camminare per ore senza vedere il sole. Ma mancano all?appello importanti aree, due fra tutte: Marettimo, un?isola ancora intatta e tra le più belle del Mediterraneo, che racchiude l?80% delle specie botaniche siciliane e elementi faunistici tipici africani, e Lipari, sul quale incombono minacce che vanno dall?abusivismo alla costruzione di un aeroporto. Queste due riserve erano state istituite dal Consiglio regionale ma sono state poi bloccate dal Tar».
Una piccola parte delle riserve siciliane sono gestite dalle associazioni, per un totale complessivo di 6mila ettari. Il WWF gestisce oggi 4 aree: Saline di Trapani, Capo Rama, Torre Salsa e Lago Preola Gorghi tondi. Gestiva anche l?Oasi di Isolabella, affidata ora provvisoriamente alla Provincia di Messina in attesa del bando. Proprio il metodo del bando generalizzato per affidare le aree in scadenza, voluto dall?assessorato regionale Territorio e ambiente, scontenta il WWF. «La nostra gestione», spiega Russo, «è stata apprezzata non solo dalle migliaia di visitatori, ma anche dalla Corte dei conti e dagli organismi regionali di controllo per la capacità dimostrata di coniugare la salvaguardia con lo sviluppo economico compatibile e il turismo responsabile. Se si gestisce male, è giusto revocare anche prima della scadenza gli incarichi di gestione, ma i risultati positivi vanno premiati. I bandi generalizzati scardinano il criterio della buona amministrazione, si rischia l?incertezza e l?interruzione della continuità del lavoro».
Di Lucio Biancatelli
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