Salute

Quando la fiction racconta la sclerosi multipla

Parla Gabriele Greco, che in Capri 3 interpreta un ragazzo che scopre di essere malato

di Antonio Sgobba

Un noto settimanale patinato ha dovuto rassicurare i suoi lettori: «Nella fiction ha la sclerosi multipla ma nella vita scoppia di salute». Gabriele Greco, 33 anni, nella serie televisiva Capri 3 interpreta un alpinista, capitato per caso al mare, che un giorno scopre di essere malato. Un’interpretazione che gli è valsa anche l’approvazione dell’Aism, l’associazione italiana sclerosi multipla, che gli dedica una lunga intervista nell’ultimo numero del suo mensile.

Per l’attore siciliano è stata l’occasione per scoprire la vita di chi lotta tutti i giorni contro la malattia. Nell’occasione è diventato testimonial Aism. «Prima e dopo la fiction ho frequentato a lungo i social network dove i ragazzi con sclerosi multipla si scambiano esperienze, speranze e sostegno reciproco. Così quella vita è diventata un po’ mia, e voglio ringraziare per questo tutti i giovani che mi hanno scritto per dirmi che vedendomi si sono emozionati e hanno rivissuto ciò che sta loro capitando davvero», dice Greco.

L’attore racconta quello che ha imparato sulla malattia: «Per come l’ho vissuta io, la vera sofferenza arriva quando, al momento della diagnosi, un giovane si vede davanti la sua vita e sa che da lì in poi sarà drasticamente diversa. Si rischia di restare soli, non perché gli altri ci escludano, ma perché noi vogliamo distaccarci da tutti, senza più volerci mostrare per come siamo diventati. Quasi abbiamo paura di restare delusi dalla superficialità con cui gli altri potrebbero prendere la nostra situazione».  Così si sono affrontati temi delicati in un prodotto destinato al grande pubblico. «Ma noi abbiamo voluto raccontare la malattia come un  percorso verso l’ottimismo, pur se irto e pieno di insidie – dice Greco – se si accetta la sclerosi multipla come una condizione vera di vita, allora si diventa forti. Anche se la propria vita non sarà più quella di prima potrà essere altrettanto interessante, magari rivelando la bellezza di dimensioni che prima non si consideravano. Vale per tutti: se riusciamo a concentrarci sulle energie che abbiamo, e non su ciò che ci manca, possiamo tirare fuori da noi cose toste e appaganti».


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