Cultura

Quando incontri l’alba sul tuo camino

Il primo romanzo di Walter Veltroni: la vita è un gioco di specchi ...

di Maurizio Regosa

Lo sapeva bene Alice. La vita è un gioco di specchi che possiamo attraversare anche all?improvviso. Senza magari rendercene conto subito. Trovandoci al di là, i grandi occhi sgranati. Increduli e insieme dubbiosi che i nuovi indizi che incontriamo possano avere un senso. O anche più di uno.

È quel che accade a Giovanni, protagonista di La scoperta dell?alba, primo, e assai bello, romanzo di Walter Veltroni. A lui, lettore di diari scritti da anonima gente comune («storie di piccole eroi, di illusioni perdute, di sogni inseguiti inutilmente»), genitore di Lorenzo e di Stella, una bambina down, è capitata in sorte un?assenza. Quella del padre, allontanatosi dalla famiglia senza dare spiegazioni quando lui era un bambino. Un?assenza che gli ha regalato al tempo stesso un sentimento dolente dell?esistenza e un?autentica ansia di solidarietà, di riconoscersi nell?altro e di ascoltarne le ragioni, convinto che le differenze fra esseri umani siano davvero di poco momento.

Ma appunto la vita è fatta anche di specchi che possiamo attraversare. Giovanni, come è capitato ad Alice, come per magia si ritrova in un mondo che ha messo fra parentesi la logica, lo spazio e soprattutto il tempo. Ed è lì che il suo amore per l?inizio del giorno si riveste di un nuovo significato. L?alba, ?anticipazione di Dio? che evoca l?origine di ogni giorno e dell?universo, diventa emblema della sua vicenda individuale, di quel momento in cui parvero nascere il dolore e la nostalgia, che a loro volta, alla fine, saranno riletti alla luce della storia collettiva, quegli anni 70 carichi di odio, di terrore e di sangue.

Quel che colpisce di più, ne La scoperta dell?alba, è la straordinaria naturalezza narrativa: il percorso col quale scopriamo i legami sotterranei fra un ?io? e i molteplici ?noi? si svolge pagina dopo pagina e ci cattura perché ha il sapore del vero. Cioè del vissuto, del meditato, del sofferto. E ciascuno può riconoscersi.

Risultato tanto più notevole perché al realismo magico di questo romanzo non mancano precedenti. Lewis Carroll, Italo Calvino, per citare due soli nomi (ma la venatura malinconica ricorda Una solitudine troppo rumorosa di Bohumil Hrabal).

Riferimenti che non sono esterni, non hanno nulla del compiacimento letterario. Sono come degli specchi: allargano la prospettiva del lettore, creano quella comunità di artisti che, secondo Alberto Savinio, si parlano e discutendo spostano un poco più in là la linea della comune comprensione.

LA SCOPERTA DELL’ALBA
di Walter Veltroni

Rizzoli, pag 150, euro 16

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