Economia
Quando il welfare aziendale fa rima con business
Secondo i dati del Welfare Index PMI 2019, promosso da Generali Italia giunto alla sua quarta edizione, «il welfare ha successo se è un progetto d'impresa coerente e strategico che parte dall'ascolto dei dipendenti», ha sottolineato il Country manager e Ceo Marco Sesana
di Paolo Biondi
La consapevolezza sociale delle imprese che favorisce un welfare integrativo per i proprio dipendenti fa crescere la produzione e la partecipazione dei lavoratori al progredire dell'azienda. Si tratta di un percorso più semplice da percorrere per le aziende di medie e grandi dimensioni rispetto alle piccole che necessitano di esperienze di collaborazione e cooperazione per sviluppare uguali forme di welfare aziendale.
È questo il messaggio emerso dalla presentazione del Welfare Index PMI 2019, giunto alla sua quarta edizione e che, nel corso di una manifestazione a Roma, ha premiato i migliori progetti di welfare aziendale. Il Rapporto è promosso da Generali Italia con la partecipazione di Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni.
L’Index in questi quattro anni ha «ascoltato gli imprenditori del nostro Paese, con 15 mila interviste: il welfare ha successo se è un progetto d'impresa coerente e strategico che parte dall'ascolto dei dipendenti», ha detto Marco Sesana, Country manager e Ceo di Generali Italia. Quest'anno le piccole e medie imprese coinvolte sono state 4561, raddoppiate rispetto le 2140 del 2016, delle quali 1.600 microimprese con meno di 10 dipendenti.
«Le imprese di più piccole dimensioni faticano a raggiungere una struttura in grado di attuare con efficienza le iniziative di welfare. Hanno bisogno di allearsi con altre imprese per creare bacini di utenza sufficientemente larghi. Per aiutare le imprese a uscire dall'isolamento è dunque fondamentale il supporto che può essere dato dalle associazioni imprenditoriali nel territorio ed è importante il rapporto con le imprese che offrono servizi di welfare e con le stesse organizzazioni del Terzo settore», ha detto Enea Dallaglio, Ad Innovation Team, illustrando il Rapporto 2019.
Fra le imprese premiate quest'anno, il Premio del Comitato Guida è andato alla Mazzucchelli 1849 in particolare per il poliambulatorio e le attività di sostegno psicologico ai propri dipendenti ai quali si è da ultimo aggiunto anche un corso di autodifesa per donne riservato alle dipendenti ed alle figlie dei dipendenti. La menzione speciale Welfare al femminile è andata a La Grande Casa, una cooperativa sociale Onlus di Sesto San Giovanni, per un progetto riservato alle dipendenti madri, un progetto sorto naturalmente visto che «come lavoro ci occupiamo dei desideri dei lavoratori», ha detto Elisa Salvadori ritirando il premio. Fra le aziende del Terzo settore prima classificata la Spazio Aperto Servizi, cooperativa sociale Onlus di Milano per un altro progetto riservato alle dipendenti madri. Premiate anche: Agimad, Europea Microfusioni Aerospaziali, Deangelis, Illumia, Rondi Maria Elena, Selle Royal, Studio Sila, Umbragroup e Welcome Italia.
Il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, ha sottolineato che «l'azienda cresce se i dipendenti contribuiscono ai suoi obbiettivi ed è perciò più conveniente creare un ambiente di welfare aziendale», rilevando altresì che i contratti aziendali che comprendono misure di welfare sono concentrati ben al 76% nel Nord e solo al 16% al Centro e all'8% nel Sud.
Welfare Index PMI ha monitorato le iniziative di welfare delle imprese in dodici aree: previdenza integrativa, sanità integrativa, servizi di assistenza, polizze assicurative, conciliazione vita-lavoro, sostegno economico, formazione, sostegno all’istruzione di figli e familiari, cultura e tempo libero, sostegno ai soggetti deboli, sicurezza e prevenzione, welfare allargato al territorio e alle comunità.
Le imprese attive, cioè con iniziative in almeno 4 aree, nel 2016 erano il 25,5%; in soli tre anni sono raddoppiate, raggiungendo il 45,9%. Ancor più significativa è la crescita delle imprese molto attive, cioè con iniziative in almeno 6 aree: sono quasi triplicate, passando dal 7,2% nel 2016 al 19,6% nel 2019. Il vero salto è avvenuto nell’ultimo anno, con una crescita delle imprese molto attive dal 14,4% al 19,6% (+36%)
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