Formazione

Quando il veleno entra nel piatto…

Dopo dieci anni di indagini il Wwf ha rilevato 119 sostanze tossiche nei 27 campioni di alimenti di largo consumo presi in esame in sette paesi europei.

di Chiara Sirna

Mangiamo veleno tutti i giorni !!! Non è una battuta per dire che l’arrabbiatura è sempre dietro l’angolo, ma proprio da prendere alla lettera. Le sostanze chimiche dannose entrano nei nostri piatti e noi ce ne nutriamo a volontà. Tutti i giorni. Dai prodotti caseari, al pesce, al pane, all’olio di oliva fino alla tradizionale lasagna. Non siamo gli unici a farlo certo, per lo meno possimoa vantare un’ottima cpompagnia perchè come noi fanno anche altri paesi europei. La denuncia, dettagliata più che mai, arriva dal Wwf a seguito di una ricerca lunga dieci anni e di campagne studiate ad hoc. Ora il dossier completo, realizzato in vista del voto finale sul Reach, il regolamento Ue contro l’inquinamento chimico, ha rilevato 119 sostanze tossiche nei 27 campioni di alimenti di largo consumo presi in esame in sette paesi europei. Secondo il rapporto la principale via di esposizione alla maggior parte delle sostanze chimiche, in particolare quelle persistenti e bioaccumulabili (come il DDT e i PCB banditi da decenni) è l’alimentazione.
I 27 campioni di alimenti, provenienti da Gran Bretagna, Polonia, Svezia, Italia, Spagna, Grecia e Finlandia, appartengono a categorie di largo consumo come prodotti caseari (latte, burro e formaggio), carne (salsicce, petti di pollo, salame, bacon), pesce (salmone, tonno, aringhe) e ancora pane, olio d’oliva, miele, succo d’ arancia. Secondo quanto riportato nell’indaginme del WWF nessuno dei prodotti comprati in supermercati, di marche comuni, sarebbe stato “esente da tracce di sostanze chimiche”. Al contrario sono risultati tutti contenenti sostenze tossiche dannose per l’uomo e l’organismo. Tra queste, le più rintracciate sono inquinanti vecchi e nuovi, come ftalati nell’olio d’oliva, nei formaggi e nella carne, pesticidi organoclorurati, come il DDT, nel pesce nel burro, nella carne di renna, muschi artificiali e organostannici nel pesce, ritardanti di fiamma ancora nella carne e nel pesce. Lasagne comprese, stando a quanto emerso da una ricerca coordinata dal Prof. Focardi dell’ Università di Siena, che proprio nell’amato pasta emiliana ha rintracciato più di 40 pesticidi, tra cui il DDT.
E per qaunto i danni da intossicamento non si vedano nell’immediato, il pericolo scatta poi sul lungo termine. «I livelli di contaminanti rilevati negli alimenti analizzati non sono in grado di causare conseguenze dirette o immediate sulla salute”, spiega infatti in una nota il WWF, “ma dev’essere seriamente valutato l’effetto di un’esposizione cronica, anche a basse dosi di un cocktail di contaminanti attraverso la dieta, soprattutto nel feto in via di sviluppo, nei neonati e nei bambini».
A questo proposito infatti il Wwf da tempo sostiene la necessità di una legge ad hoc, che normi il settore con rigore. “Le sostanze chimiche devono essere sottoposte a una normativa più efficace. Siamo alla vigilia del voto su Reach, lo strumento dell’Ue per la regolamentazione delle sostanze chimiche. Dobbiamo perorare la causa”, sostengono. Nello specifico, con la normativa Reach il Wwf chiede ai parlamentari europei che siano bandite le sostanze più pericolose e applicato il principio di sostituzioneì e siano fissati requisiti severi per i produttori al fine di garantire trasparenza di informazione su tali sostanze.

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