Welfare

Quando il tassista è anche artista

Le provocazioni di Maurizio Jcio Cipolla, la mente del duo artistico milanese Urluck

di Lorenzo Alvaro

«Qui bisogna pensare a qualcosa». Questa è una frase con cui si impara a convivere se si conosce Maurizio Jcio Cipolla. Quando Jcio la pronuncia è d’obbligo la preoccupazione. Perché sotto le mentite spoglie da tassista si nasconde la mente del duo milanese Urluck, balzato alle cronache nazionali per il blitz notturno con cui ha apposto un enorme anello di fidanzamento al celebre dito medio di Cattelan. Più che un tassista è un vulcano e quando annuncia di avere in mente qualcosa deve necessariamente scattare l’allarme rosso. E anche di fronte al putiferio Monti sul mondo dei taxi non si fa eccezione.

«Se passa la manovra ci tocca inventarci qualcosa per rimanere sul mercato», continua sovrappensiero Maurizio, «e dire che fina a ieri avevo un lavoro (il taxi) e un hobby (l’arte), adesso invece ho due hobby e mi toccherà andare a fare l’imbianchino».
In un baleno la mente vulcanica dell’arti-tassista comincia a partorire brillanti intuizioni. «Ci servono dei servizi concorrenziali. Si potrebbe pensare ad un pacchetto “relax” dedicato alla sciura milanese stressata. Una tipologia umana piena di impegni: la palestra, il personal trainer, i figli piccoli e la tata cui badare, la governante da addomesticare, il marito fedifrago, l’amante. Insomma una persona che ha bisogno di qualcosa di più di un viaggio in taxi. Le potrei proporre un sottofondo di musica new age, massaggio ajurvedico, tisane profumate, sedute meditative, riviste per consigliarla allo shopping selvaggio, ed eventualmente cartomante e astrologo pronti ad uscire dal bagagliaio su richiesta».

Ma Milano è anche la città degli affari, dei colletti bianchi. «Ho quello che serve anche per loro», risponde pronto Jcio, «l’offerta “job” per il manager che non deve chiedere mai. Comprenderà: massaggi tahilandesi, rum e sigari di prima scelta, collegamento Sky per le ultime dalla Borsa o per il Golf, che ora è tanto in voga e così cool».

Pensate di aver già sentito tutto? Jcio invece ha un asso nella manica «la vera bomba è il pacchetto “domenica mattina”. È studiato  per la povera vedova che periodicamente si reca al cimitero. Lei solitamente viaggia in taxi esternando il ricordo di colui che non c’è più, quindi  le affianchiamo un giovane ed affascinante prete novizio che recitando le preghiere accompagnerà la donna alla tomba del caro estinto. In sottofondo musiche celestiali e violini Vivaldiani. Il tutto condito con un’epifania di profumi di incenso “omeopatico” capaci di condurre il ricordo per colui che fu, in un’estasi celestiale. La tariffa prevederebbe l’8 per mille per la Chiesa Cattolica, il 5 per mille per il comune e il cimitero oltre ad un 20% al puscher dell’ “incenso alla foglia del muschio verde” capace di esaltare il ricordo ed il contatto con Dio».

Il fatto è che non si capisce come si possano infilare in un’auto tutti questi gadjet. «Ho capito! Ci vuole il super taxi. Mi compro un filobus da utilizzare sullla linea della 90 a prezzi concorrenziali. Lo dipingerei di fuxia per essere alla moda. Provvediamo ad avere un voltaggio superiore all’Atm così da raggiungere picchi di velocità molto superiori. Insomma una specie di Concorde urbano. L’utenza sarà dotata di casco integrale e cinture di sicurezza. Alle fermate ci mettiamo anche i baracchini con ogni genere di comfort, sacchetti per il vomito inclusi. Adrenalina garantita e un ottimo incipit per le giornate grigie».

Dopo tutte queste gag però Cipolla diventa serio. «Adesso scherziamo», sottolinea, «ma, come troppo spesso capita in Italia, si usano parole con un significato forte per intendere tutt’altro. Monti parla di liberalizzazioni. La verità invece è che sono privatizzazioni. Il mercato, una volta diventato “aperto”, sarà preso d’assalto da grandi nomi dell’industria e dell’impresa, è già tutto pronto. Faranno cartelli e per i noi tassisti vecchio stampo non ci sarà più gara, saremo tagliati fuori».
«Vuoi vedere che domani saremo veramente costretti ad immaginarci servizi strampalati per poter provare a stare sul mercato. Altro che provocazioni», conclude amareggiato.

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