Quelli che curano chi cura

Quando il tablet è un alleato del caregiver

Il calore della propria casa, la vicinanza dei propri affetti. Per un anziano non autosufficiente, vivere nel proprio contesto può essere un valore aggiunto, ma occorre non stravolgere la quotidianità di chi se ne prende cura. In Piemonte, nella galassia di Torino Social Impact, due progetti hanno saputo sfruttare la tecnologia come elemento abilitante di relazioni e di servizi

di Daria Capitani

Giovanni ha 91 anni e vive nella sua casa a Mondovì, Piemonte nord occidentale, anche se non è autosufficiente. Può farlo grazie alla presenza costante di sua moglie, che si prende cura di lui, e di una piccola flotta di dispositivi digitali e di domotica leggera che rendono possibile il suo monitoraggio a distanza. Al suo tablet ha dato un nome. Non è un dettaglio ininfluente. È la prova che quello strumento è entrato a far parte delle sue giornate, il buon esito di un percorso di accettazione nei confronti di un oggetto che poteva essere vissuto come estraneo.

È utile soprattutto a chi gli sta accanto: il suo caregiver. A loro è dedicato il nuovo numero di VITA magazine. Il secondo capitolo, in particolare, offre un panorama dei servizi più innovativi messi in campo dal Terzo settore per curare chi cura. Se hai un abbonamento, puoi leggerlo qui, oppure abbonati per scoprire il magazine e tutti gli altri contenuti dedicati.

Domotica e digitale per 140 percorsi su misura

La storia di Giovanni è quella di circa 140 beneficiari (con le loro famiglie) di un progetto sperimentale attivo dall’estate 2023 e che proseguirà fino al 31 marzo 2026 con l’obiettivo di favorire il più possibile l’autonomia e la permanenza a domicilio di anziani non autosufficienti. Finanziato con fondi Pnrr, vede nel ruolo di capofila il Consorzio socio assistenziale del Cuneese in collaborazione con gli altri enti gestori della provincia di Cuneo e in co-progettazione con una cordata di cooperative coordinata dalla cooperativa animazione sociale Valdocco.

Ce lo raccontano Sara Marchisio del Consorzio socio assistenziale del Cuneese e Samanta Dalmasso della cooperativa Valdocco, entrambe in cabina di regia. «L’obiettivo delle nostre sei équipe territoriali è quello di potenziare le competenze dei caregiver e supportarli nella cura della persona offrendo loro l’opportunità di sperimentare strumenti digitali e adeguare le proprie abitazioni con interventi di domotica leggera». Tra i dispositivi che vengono distribuiti ai beneficiari del progetto, c’è un orologio intelligente progettato per avere al proprio interno una scheda Sim che, mediante un tasto che può essere premuto dalla persona anziana, è in grado di attivare una chiamata di soccorso ai caregiver. I tablet vengono utilizzati per attività a distanza da parte degli operatori che in questo modo incontrano l’anziano una volta a settimana in presenza e una volta in videochiamata: «È uno strumento prezioso di socializzazione e stimolazione cognitiva, ma anche di monitoraggio sui bisogni e sullo stato emotivo dei caregiver».

Una riunione di équipe.

A disposizione, anche smart tv con una doc station integrata che permette di effettuare videochiamate periodiche e di coinvolgere i medici di medicina generale grazie al saturimetro e ai misuratori della pressione e della temperatura. «Si tratta di percorsi di telebenessere, per i quali stiamo verificando gli effetti sui caregiver e i pazienti tramite un questionario attualmente in fase di compilazione». La domotica leggera, invece, consiste nell’installazione in casa di sensori che rilevano la fuoriuscita di gas o fumo, i movimenti e l’apertura delle porte, oltre che i parametri vitali dell’assistito durante la notte. Infine, il totem evisus basic offre la possibilità in videochiamata di partecipare ad attività in piccoli gruppi fino a sei persone.

«C’è un piano individualizzato per ognuno», continuano Marchisio e Dalmasso, «ma soprattutto abbiamo attivato un percorso di sensibilizzazione dei contesti. Coinvolgiamo le comunità e le associazioni di volontariato in una serie di incontri con i caregiver per facilitare la creazione di una rete che supporti l’anziano».

WellFare Impact, tecnologia a servizio delle relazioni

Sfruttare la tecnologia come elemento abilitante di relazioni e di servizi, intesa non come ostacolo per allontanare le persone ma per avvicinarle. È l’intuizione alla base di WellFare Impact, un ente aderente alle Acli con base in Piemonte che, attraverso l’innovazione ecosistemica tra pubblica amministrazione, Terzo settore e privato, promuove lo sviluppo di azioni, beni e servizi volti ad accrescere il benessere delle persone. «La nostra sede è a Cuneo ma siamo presenti in 400 comuni piemontesi e facciamo parte di Age Platform Europe, il più grande network europeo che si occupa di over50 promosso dalla Commissione europea», spiega Loris Marchisio, socio fondatore e Esg&Social change manager della Fondazione WellFare Impact, coordinatore nazionale di Age Platform Europe e direttore Acli Cuneesi. «Contribuire allo sviluppo delle competenze digitali di base della popolazione rappresenta per noi una leva strategica per rendere le comunità più resilienti».

Loris Marchisio, socio fondatore e Esg&Social change manager della Fondazione WellFare Impact, coordinatore nazionale di Age Platform Europe e direttore Acli Cuneesi.

Un territorio di riferimento su cui gravitano 2,5 milioni di abitanti e l’obiettivo di far propagare gli effetti di questa piccola rivoluzione digitale fino a raggiungere le singole case in cui vivono persone non autosufficienti insieme ai loro caregiver. Come? Grazie a uno strumento digitale, si chiama WelfareInforma, co-progettato dalle Acli con enti gestori della funzione socio assistenziale, aziende sanitarie locali, università, centri di assistenza fiscale, patronati ed enti del terzo settore, a disposizione di caregiver e assistenti familiari. Un catalogo telematico, sostenuto da Fondazione Crc, che guarda ai singoli nuclei familiari come a un vestito da cucire su misura, garantendo l’accesso a informazioni corrette e costantemente aggiornate su tutte le misure a cui ogni caso individuale può fare riferimento, dal contrasto alla povertà alla non autosufficienza. «Per il caregiver si tratta di un prezioso alleato nel difficile compito di districarsi tra le pratiche burocratiche o nell’acquisizione di consapevolezza su quali percorsi possano essere attivati a sostegno della cura», continua Marchisio. «Dall’abitare sociale ai contributi pubblici per ridurre le barriere architettoniche, fino alla formazione rivolta agli assistenti familiari, che spesso sono i primi attivatori di soluzioni».

WellFare Impact guarda anche alla domotica assistiva e alla telemedicina. «Abbiamo sperimentato l’utilizzo di braccialetti per rilevare cadute o parametri vitali e, grazie a una piattaforma web dedicata, riusciamo a incrociare la domanda e l’offerta di 130 assistenti familiari».

Le fotografie sono state fornite dalle realtà intervistate. In apertura, una formazione per facilitatori digitali a cura di WellfareInforma

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